Prove Invalsi, che errore: riscritta la storia d’Italia

Simone Micocci

15 Maggio 2018 - 13:45

Incredibile errore commesso dall’Istituto Invalsi nelle prove di italiano sottoposte agli studenti di quinta elementare: Marco Antonio fu sconfitto da Ottaviano ad Anzio, luogo in cui ebbe luogo lo sbarco degli alleati durante la Seconda Guerra mondiale.

Prove Invalsi, che errore: riscritta la storia d’Italia

Come ogni anno le Prove Invalsi - ad oggi sostenute sia dagli studenti di III^ media che da quelli di II^ e V^ elementare - non sono state esenti da polemiche.

Ci sono maestri che si sono lamentati per la difficoltà dei quesiti sottoposti agli alunni di seconda elementare, altri che invece hanno trovato inadeguate le domande del questionario affrontato dalle quinte.

Inoltre c’è stato un incredibile errore commesso dall’Istituto Invalsi che ha suscitato le ilarità da parte degli insegnanti e di tutto il popolo del web: nel test Invalsi di italiano della V^ elementare, infatti, si legge che Antonio e Cleopatra nel 31 a.C. furono sconfitti da Ottaviano nella “battaglia di Anzio” .

L’Istituto Invalsi - che si è scusato per la disattenzione - ha quindi confuso Azio, nome antico del promontorio che si trova all’imbocco del golfo di Arta (passato alla storia appunto per lo scontro navale che ha visto contrapposte le flotte di Cesare Ottaviano con quelle di Marco Antonio) con Anzio, cittadina del litorale laziale.

Un errore di disattenzione o di confusione con il quale è stata “riscritta” la storia italiana: Anzio, infatti, è il luogo dove sono sbarcate le truppe degli alleati durante la Seconda Guerra mondiale ed ha poco a che vedere con l’antica storia di Roma se non fosse per la battaglia tra Romani e Volsci che ebbe luogo qui nel 468 a.C (molti anni prima dello scontro tra Marco Antonio e Ottaviano che risultò decisivo per le sorti della guerra civile romana).

I commenti del web

È bene precisare che l’errore commesso dall’Istituto Invalsi era ininfluente ai fini della risposta alla domanda interessata.

Non per questo però l’Istituto Invalsi si è risparmiato l’ilarità del popolo del web, particolarmente severo quando si tratta di commentare errori di questo genere.

Basta ricordare quando lo scorso anno il MIUR commise diversi errori nell’organizzare gli esami di Maturità: dalle “traccie” comparse sul sito del Ministero al singolare sbagliato del termine batteri.

Anche questa volta sui social l’errore commesso dall’Invalsi non è stato perdonato e gli utenti hanno dato il meglio di loro con commenti del tipo “erano in vacanza a Zoomarine e non ce l’hanno detto”, mentre altri si chiedono se Ottaviano e Marco Antonio abbiano avuto problemi nel “trovare parcheggio”.

Domande inappropriate per gli studenti delle elementari?

La polemica sulle Prove Invalsi, però, non si ferma al refuso nel test di italiano della V^ elementare.

Lamentele ben più severe, infatti, hanno caratterizzato il questionario studente, al quale hanno risposto gli alunni di V^ elementare, a causa della tipologia delle domande sottoposte.

Nel dettaglio per la domanda “pensando al tuo futuro quali frasi pensi siano vere” erano indicate diverse frasi alle quali gli studenti dovevano rispondere scegliendo tra 6 opzioni possibili (“per niente, pochissimo, poco, abbastanza, molto, totalmente”).

A suscitare le polemiche è stato l’argomento centrale delle domande, tutte basate su valori materiali. Agli studenti di quinta, infatti, è stato chiesto un parere sulle seguenti frasi:

  • raggiungerò il titolo di studio che voglio;
  • avrò sempre abbastanza soldi per vivere;
  • nella vita riuscirò a fare ciò che desidero;
  • riuscirò a comprare le cose che voglio;
  • troverò il lavoro che voglio.

Tutte domande che fanno riferimento alla sfera economica inappropriate per gli studenti delle elementari, ai quali - secondo coloro che si sono scagliati contro l’Istituto Invalsi - andrebbero rivolti quesiti maggiormente legati alla sfera sociale.

Quali finalità educative hanno queste domande?” - si chiedono i detrattori dell’Invalsi - “Vogliamo educare gli studenti di oggi, nonché cittadini di domani, ai soli valori materiali?

A questi dubbi però l’Istituto Invalsi non ha ancora fornito alcuna risposta; e nel frattempo le polemiche non accennano a placarsi.

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