Come funziona il limite degli 8 buoni pasto? Si considera al giorno, per esercente, o semplicemente per transazione? Facciamo chiarezza.
Ci sono dei datori di lavoro che come benefit per il dipendente riconoscono i buoni pasto, anche detti ticket restaurant, da utilizzare per fare la spesa ma anche per pagare il ristorante (presso gli esercenti autorizzati) come pure per pagare un deliveroo.
Prima di pagare però è giusto chiedersi quanti buoni pasto si possono usare in un giorno così da evitare di fare brutte figure nel caso in cui il limite previsto dalla normativa impedisca di saldare il conto.
Nonostante molti non lo sappiano, infatti, un limite all’utilizzo dei buoni pasto esiste, per quanto non sia da considerare al giorno quanto più per ogni transazione. Non c’è infatti un limite di spesa giornaliero, ma solo un certo numero di ticket restaurant che può essere utilizzato per pagare lo stesso conto.
Fermo restando poi che ogni esercente è comunque libero di accettare o meno determinati buoni pasto, come pure stabilire che se ne accettano per un numero più basso rispetto a quello indicato dalla normativa.
Detto questo, cerchiamo di dare una risposta che risulti essere la più esaustiva possibile per chi vuole conoscere con esattezza quanti sono i buoni pasto utilizzabili per pagare il conto alla cassa, nonché quali sono le eccezioni che alcuni supermercati attuano.
Quanti buoni pasto si possono utilizzare al giorno
La normativa a cui fare riferimento è il decreto 122/2017 del ministero dello Sviluppo economico, approvato in attuazione dell’articolo 144, comma V, del D.lgs. 60/2016.
È in questo decreto che si parla di limite per i buoni pasto, stabilendo che nell’ambito della stessa transazione si possono utilizzare al massimo 8 buoni pasto.
Non esiste quindi un limite giornaliero, ma solo per lo stesso conto. E non bisogna commettere l’errore che il vincolo degli 8 buoni pasto si applichi per esercente, perché per aggirare questo limite basta separare il conto. Ad esempio, per pagare due conti si potranno infatti utilizzare 16 buoni pasto (al massimo 8 per ciascuna).
Così come non esiste un importo massimo che si può pagare con il buono pasto, poiché dipende dal valore dei ticket stessi.
Ricordiamo, infatti, che questi hanno un importo variabile. Tuttavia, solamente per quelli cartacei di importo pari o inferiore a 4,00 euro - 8,00 euro nel caso dei buoni pasto elettronici - è prevista l’esenzione da oneri fiscali e previdenziali, mentre per quelli di importo superiore esclusivamente l’eccedenza è tassata a norma di legge. Questo limite è da considerare giornaliero, quindi di fatto i datori di lavoro possono beneficiare delle agevolazioni fiscali previste solamente per una media di un buono pasto al giorno entro i suddetti importi.
Quanti buoni pasto si possono utilizzare per fare la spesa
Come anticipato, poi possono esserci delle regole differenti, e più stringenti, a seconda dell’esercente a cui ci si rivolge. Per questo motivo consigliamo di chiedere sempre prima qual è il limite dei ticket restaurant, come pure quali vengono accettati e quali no.
Ad esempio, ci sono supermercati che consentono di pagare solo una parte della spesa con i ticket (anche se non viene superata la soglia di 8 per transazione), solitamente il 50%, e altri invece che non consentono di pagare i prodotti in offerta.
Gli altri limiti per buoni pasto
Il limite di 8 buoni pasto per pagare la stessa spesa non è l’unica regola che il dipendente è obbligato a rispettare.
Sempre nel decreto 122/2017 del MISE, infatti, viene indicato l’elenco degli esercizi commerciali dove poter utilizzare i buoni pasto, nonché la tipologia di acquisti possibili. Ad esempio, qui si legge che i buoni pasto (di cui qui trovate una guida completa) possono essere utilizzati nei supermercati e nei bar, così come negli agriturismi, nei mercati e negli ittiturismi.
È importante sottolineare però che i buoni pasto, anche se cumulati, possono essere utilizzati solamente per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande; sono esclusi dal pagamento, quindi, tutti i beni non commestibili. Questo perché si sottintende che gli alimenti e le bevande acquistate dal lavoratore con la spesa al supermercato vengano utilizzate come provvista per l’effettiva preparazione del pasto da portare a lavoro.
C’è un’ulteriore, e altrettanto importante, regola da rispettare quando si parla di utilizzo di buoni pasto: il decreto 122/2017 stabilisce chiaramente che questi non possono essere ceduti a terzi, neppure se si tratta di altri componenti del nucleo familiare. Per lo stesso motivo i buoni pasto non possono essere commercializzati.
Quindi, anche quando si usano per la spesa deve essere il lavoratore a cui sono intestati a doverli spendere. Ricordiamo, infine, che questi devono essere utilizzati per l’intero valore facciale; ciò vuol dire che anche quando l’importo della spesa è inferiore a quello dei buoni pasto utilizzati, non è possibile ottenere il resto.
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