Reddito reale, crescita importante dell’Italia. Meloni soddisfatta: «È merito delle politiche attuate dal governo». Ma qual è il significato di reddito reale e come si fa per calcolarlo?
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha nascosto il proprio entusiasmo per la crescita del reddito reale in Italia.
D’altronde non potrebbe essere altrimenti, in quanto nel primo trimestre l’Italia è il Paese dell’area G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti) ad aver registrato il tasso di crescita maggiore, pari al 3,4%.
Un traguardo che secondo Meloni è stato raggiunto grazie ad alcune delle misure di sostegno al reddito volute dal suo governo, dalla spinta ai rinnovi di contratto al taglio del cuneo fiscale per merito dello sgravio contributivo e della riforma dell’Irpef.
Ma cos’è davvero il reddito reale e come si fa per calcolarlo? Una spiegazione sommaria si evince dalle dichiarazioni fatte dalla presidente del Consiglio, la quale ha dichiarato che “finalmente i redditi in Italia stanno crescendo più dell’inflazione dopo anni di perdita di potere d’acquisto”.
Partiamo da qui per analizzare in maniera più approfondita il significato di reddito reale e facendo chiarezza su qual è la differenza con stipendi e redditi effettivamente percepiti mensilmente dalla famiglia.
Cos’è il reddito reale e perché è importante
Il concetto di reddito reale è molto importante in quanto aiuta a comprendere la reale disponibilità economica di una persona, di una famiglia o di un’intera collettività. Esso si ottiene togliendo l’inflazione, ossia l’aumento generale dei prezzi, dal reddito nominale, ossia l’importo guadagnato in un anno.
Il problema del salario nominale è che non tiene conto dell’aumento dei prezzi dei beni e servizi che può erodere il potere d’acquisto. Immaginiamo di avere uno stipendio di 1.000 euro all’anno. Se l’inflazione cresce del 5%, significa che i beni che l’anno scorso costavano 1.000 euro ora costano 1050 euro. Quindi, pur avendo lo stesso guadagno, si ha un potere d’acquisto inferiore rispetto all’anno precedente.
Per questo motivo è importante il reddito reale, che misura il reddito di ogni anno come se i prezzi fossero rimasti invariati rispetto a un determinato periodo (il cosiddetto anno base). Così, se consideriamo i prezzi dell’anno base, il reddito reale ci permette di capire esattamente quanto potremmo comprare con il nostro reddito corrente.
Il reddito reale, pertanto, offre una misura più accurata del nostro potere d’acquisto, permettendoci di valutare la nostra effettiva capacità di spesa al di là dell’apparente valore monetario del nostro reddito. Ciò significa che, anche se il reddito nominale può sembrare aumentare nel tempo, il vero indicatore della nostra ricchezza è quanto il nostro reddito reale ci permette di comprare, considerando l’inflazione.
Come calcolare il tuo reddito reale
La formula che potete utilizzare per calcolare il reddito reale è la seguente:
Reddito nominale/(1+Tasso di Inflazione)
Dove appunto per reddito nominale si intende la somma dei redditi effettivamente percepiti, come ad esempio lo stipendio ma come pure quanto eventualmente percepito dagli affitti di immobili di proprietà, mentre l’inflazione è quella variazione percentuale del livello generale dei prezzi da un anno a un altro.
Ad esempio, se nel 2023 avete guadagnato complessivamente 40.000 euro, considerando un tasso di inflazione del 5,4% potete calcolare così il reddito reale:
- come prima cosa il tasso di inflazione va convertito in valore nominale, quindi dal 5,4% a 0,054;
- a questo punto sostituite i dati nella suddetta formula, avendo così 40.000/1,054
Di fatto, il reddito nominale è pari a 37.950,66 euro.
A questo punto potete anche fare un confronto con il reddito reale del 2022, per capire se c’è stato o meno un incremento.
I dati sul reddito reale in Italia e nell’area Ocse
Secondo i dati relativi al primo trimestre 2024, nell’area Ocse il reddito reale pro capite è aumentato dello 0,9% rispetto allo 0,3% del trimestre precedente.
Una crescita che quindi può dipendere da due diversi fattori: o da una crescita dei redditi o da un calo dell’inflazione, o appunto da entrambi (cosa che effettivamente sta succedendo in questi mesi).
In particolare, come anticipato, è l’Italia a registrare l’aumento più importante tra i Paesi del G7: un +3,4% merito dell’aumento della retribuzione dei dipendenti e dei trasferimenti sociali.
Bene anche la Germania con una crescita dell’1,4% (anche qui per merito di aumenti della retribuzione dei dipendenti) e la Francia (0,6%), mentre Regno Unito e Stati Uniti hanno registrato aumenti lievi (rispettivamente 0,3% e 0,2%).
A far meglio di tutti però è stata la Polonia, dove per merito degli aumenti delle retribuzioni e dei benefici sociali diversi dai trasferimenti sociali in natura, come pure per merito dell’incremento dei redditi da proprietà più che triplicati, il reddito reale è salito persino del 10,2%.
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