Il ministro Roccella ha proposto una legge che vieti l’accesso ai siti porno da parte dei minori, con un controllo rigido e sicuro, nell’ambito di prevenzione delle violenze sessuali.
Eugenia Roccella, ministro alla Famiglia e alle Pari opportunità, ha annunciato una legge che vieti l’utilizzo dei siti porno ai minorenni, con un controllo strettissimo e “inaggirabile”. Come è noto, infatti, l’accesso ai contenuti a luci rosse è già riservato ai maggiorenni, ma il controllo si limita a banner di avviso in cui si chiede all’utente di confermare la maggiore età. Un limite che rimane solo su carta e che il governo Meloni intende assicurare con l’utilizzo di applicazioni apposite.
L’intervento del ministro Roccella si muove sulla lunga serie di violenze sessuali perpetrate nei confronti delle donne, molto spesso da soggetti giovanissimi. Diversi studi individuano l’età media del primo accesso ai siti porno nell’età infantile, in cui chiaramente mancano gli elementi per comprendere quanto visto, interpretare la differenza tra finzione e realtà e intuire quindi elementi base come il consenso e la libera determinazione sessuale.
Il consumo di materiale pornografico da parte dei minori
In questi giorni la ministra Roccella ha parlato dei problemi della violenza sessuale in un’intervista a Il Riformista, individuando tra le modalità di prevenzione anche il divieto di accesso ai contenuti pornografici da parte dei minori. A sostegno di questa tesi, è stato addotto uno studio secondo cui l’età media del primo contatto con la pornografia avverrebbe all’età di 7 anni.
Diversi ricercatori, tra cui la criminologa Elena Martellozzo, hanno però parlato di un’inesattezza riguardo a questo dato, definendo un intervallo più ampio compreso tra i 10 e i 17 anni. Di fatto, anche non costituendo la media, diversi bambini accedono ai siti porno in età molto giovane, inferiore agli 11 anni. Secondo gli esperti, infatti, mentre nell’età adolescenziale e preadolescenziale il consumo di materiale pornografico può rispondere a una naturale curiosità ed essere supportato da basi culturali e cognitive adeguate, nell’età infantile è particolarmente dannoso.
Vietare i siti porno ai minori contro la violenza sessuale
Secondo l’opinione del ministro Roccella la prevenzione della violenza sessuale deve articolarsi su due fronti: il controllo rigoroso e il supporto dei genitori. L’uno non può sostituire l’altro, perché il contributo educativo delle famiglie resta indispensabile affinché i figli possano effettivamente sviluppare la propria capacità di discernimento per il futuro.
D’altra parte, la presenza di sistemi di parental control risulta indispensabile per impedire l’utilizzo reale dei contenuti per adulti, peraltro spesso accidentale e disturbante per i più piccoli. Per questa ragione, è stata proposta una legge che imponga il divieto di accesso ai minorenni con metodi rigorosi e non aggirabili.
Il governo intende arrivare all’attuazione nei tempi più brevi possibili, ma sono diversi gli elementi in campo, soprattutto per quanto riguarda il rispetto della privacy e il trattamento dei dati personali. La soluzione a cui si guarda di più e l’utilizzo di un’applicazione su cui gli utenti inseriscano i propri documenti – in modo da non cedere i dati a ogni sito web – che permetta l’accesso, un po’ come le applicazioni di identità digitale.
Si vara ance l’ipotesi di sanzioni ai siti web che non rispettano il controllo, ma questa si pone come una strada in salita, considerando la negativa esperienza francese, che ha ottenuto scarsi risultati da questa metodica. Nulla è detto, però, considerando che anche Rocco Siffredi – attore e regista pornografico – si è dichiarato d’accordo con la linea del governo e disponibile a chiudere anche il suo sito web se necessario.
Non è trasparita, nemmeno dal governo, alcuna colpevolizzazione dei contenuti pornografici che, come ricordato dall’attore, hanno scopo di intrattenimento e non educativo. Quest’ultimo riguarda in primis le famiglie e alle scuole, che dovrebbero informare i ragazzi in modo da distinguere le differenze tra la finzione scenica e la realtà, ma non si può pretendere che sia sufficiente per i più piccoli, che per forza di cose non riescono ad avere gli strumenti corretti di comprensione.
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