No, il Bitcoin non è una truffa. Sono i truffatori a sfruttare il mondo delle criptovalute e la poca competenza dei malcapitati. Ecco come evitare le frodi.
Si torna a parlare delle truffe con Bitcoin con l’inizio del processo contro Giuseppe Milazzo Andreani, produttore cinematografico che tra il 2018 e il 2019 avrebbe ingannato la madre di Valeria Marini - Gianna Orrù - forse spingendola a investire in Bitcoin e facendole perdere oltre 350.000 euro.
Ma attenzione. L’ignoranza è ingannevole, sia in un senso che in un altro. Non sono i Bitcoin a dover essere identificati in una truffa, ma sono persone e aziende disoneste a nascondersi dietro gli investimenti in Bitcoin che ingannano, truffano e derubano i malcapitati, “colpevoli” solo di non conoscere il mercato delle criptovalute e relativo funzionamento.
Per fare chiarezza, quindi, ora più che mai è opportuno istruire il pubblico e spiegare in che modo evitare le truffe legate ai Bitcoin.
Come evitare le truffe con il Bitcoin
No, il Bitcoin non sono il male. I truffatori, come spesso accade, sfruttano l’ignoranza delle loro vittime con la promessa di grandi guadagni, ma le criptovalute di per loro sono da considerarsi ormai un asset finanziario come tanti, seppur protagonista spesso di una maggiore volatilità.
Le truffe con i Bitcoin possono essere sofisticate, ma con un po’ di attenzione e formazione si possono evitare.
Quando si tratta di comprare Bitcoin, o vendere o custodire questa criptovaluta, la scelta della piattaforma è cruciale. Meglio assicurarsi di utilizzare exchange e portafogli digitali riconosciuti e regolamentati e controllare che abbiano misure di sicurezza degne di questo nome, come l’autenticazione a due fattori (2FA), che aggiunge un livello di protezione al proprio account.
Un’altra delle regole d’oro nel mondo delle criptovalute riguarda le chiavi private. Non vanno condivise con nessuno, nemmeno con chi si presenta come un tecnico o un consulente, perché sono sequenze alfanumeriche che danno accesso ai propri fondi. Se finiscono nelle mani sbagliate, possiamo dire addio ai nostri Bitcoin.
Un’altra truffa molto comune è quella degli investimenti che promettono guadagni facili e sicuri, come nel caso della madre della Marini. Nessun investimento è privo di rischi: se qualcuno promette ritorni alti senza sforzo, probabilmente è un a frode. Spesso dietro si celano schemi Ponzi o altre frodi simili, dove i soldi dei nuovi investitori “pagano” i vecchi fino a quando il sistema crolla.
Se si ricevono messaggi o email da persone che affermano di rappresentare piattaforme legate ai Bitcoin, è importante essere prudenti. I truffatori fingono di essere l’assistenza clienti o consulenti finanziari per ottenere informazioni sensibili.
Una frode molto comune nel mondo delle criptovalute è poi quella dei finti «giveaway», dove alla vittima viene chiesto di inviare una certa quantità di Bitcoin con la promessa di riceverne di più in cambio. Ma attenzione: questi «regali» sono sempre delle truffe. Nessuno regala Bitcoin in cambio di una piccola somma iniziale.
È sempre una buona idea tenere traccia delle transazioni effettuate e verificare regolarmente il proprio portafoglio crypto. Se possibile, è consigliabile usare un wallet hardware, un dispositivo fisico che conserva i Bitcoin offline, al riparo dal rischio di attacchi hacker.
Se qualcuno offre consigli su come investire in Bitcoin, ma non è disposto a rivelare la propria identità o a fornire referenze affidabili, attenzione. Un consulente serio avrà sempre un background dimostrabile e sarà disposto a fornire tutte le prove che certifichino le sue competenze.
Infine, attenzione ai tentativi di phishing, ovvero l’invio di email o messaggi che sembrano provenire da fonti legittime per ottenere le tue credenziali. Questi messaggi spesso includono link a siti falsi che imitano quelli veri. Prima di inserire dati o accedere a una piattaforma, verifica sempre che l’indirizzo web sia corretto e che non ci siano stranezze.
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