Vaiolo delle scimmie, allarme Oms. Aumenta il livello di allerta?

Giorgia Bonamoneta

11 Agosto 2024 - 15:29

L’Oms lancia l’allarme sul vaiolo delle scimmie, c’è il rischio di una pandemia internazionale. Il livello di allerta è aumentato e anche l’Italia sta monitorando i casi.

Vaiolo delle scimmie, allarme Oms. Aumenta il livello di allerta?

Negli ultimi giorni, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha alzato il livello di preoccupazione riguardo l’epidemia di mpox, comunemente conosciuta come vaiolo delle scimmie. Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato di essere in procinto di convocare un comitato di esperti per valutare se l’epidemia debba essere classificata come un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Questa qualifica rappresenterebbe il più alto livello di allerta dell’Oms, che richiede una risposta coordinata a livello globale.

L’allarme dell’OMS arriva in un momento cruciale, in cui i casi di mpox stanno aumentando rapidamente in alcune regioni del mondo, e la preoccupazione per la diffusione globale del virus è in crescita.

Aumento dei casi e livello di allerta: cosa ha detto l’Oms

L’attenzione dell’Oms è in particolare rivolta all’Africa, dove il virus mpox ha mostrato una preoccupante espansione. La Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha registrato oltre 11.000 casi, con 450 decessi attribuiti a un nuovo ceppo del virus, caratterizzato da una mortalità più elevata.

Il nuovo ceppo ha sollevato timori crescenti a livello internazionale, soprattutto per il rischio di una sua diffusione oltre i confini africani. Anche altri paesi, tra cui Burundi, Costa d’Avorio, Kenya, Ruanda e Uganda, hanno segnalato nuovi casi, confermando la necessità di una risposta sanitaria urgente e coordinata.

L’espansione del virus in questi paesi africani evidenzia la vulnerabilità di molte aree del continente, dove i sistemi sanitari spesso non dispongono delle risorse necessarie per far fronte a una crisi di tale portata. Con l’aumento dei casi, associato alla diffusione del nuovo ceppo, l’Oms sta prendendo in considerazione l’opportunità di dichiarare un’emergenza sanitaria internazionale, un passo che potrebbe mobilitare risorse aggiuntive e rafforzare la risposta globale.

Qual è la situazione in Italia? Migliaia di vaccini

Anche in Italia, il vaiolo delle scimmie è sotto osservazione. Secondo i dati più recenti, solo a Roma sono stati segnalati 124 casi di mpox. La situazione, pur sotto controllo, ha spinto le autorità sanitarie a mantenere alta la vigilanza. Le persone colpite sono principalmente uomini tra i 30 e i 40 anni, con la maggior parte dei casi concentrati nella Capitale.

Le autorità italiane stanno monitorando da vicino l’evoluzione dell’epidemia, con un focus particolare sui contatti stretti dei casi confermati. Finora, non ci sono stati decessi legati al vaiolo delle scimmie in Italia, ma l’attenzione rimane alta per evitare una possibile escalation. La vaccinazione contro il virus, riservata ai soggetti a rischio, continua ad essere raccomandata dalle autorità sanitarie italiane come principale misura preventiva.

L’Italia, con i suoi 124 casi, si colloca in una posizione di osservazione e prevenzione, con l’obiettivo di evitare che il virus si diffonda ulteriormente. Le autorità sanitarie italiane, in sinergia con l’Oms, stanno lavorando per contenere l’epidemia e prevenire situazioni di emergenza.

Cosa aspettarsi dal virus: pericolosità e diffusione

L’Oms, insieme ai Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, sta preparando misure per interrompere la trasmissione del virus. Ghebreyesus ha sottolineato che “sono necessari più fondi e sostegno per una risposta globale”. Si tratta di un vero e proprio appello che mette in luce la necessità di risorse adeguate per affrontare un’epidemia che potrebbe rapidamente diventare una crisi sanitaria internazionale.

Il vaiolo delle scimmie è stato identificato per la prima volta nell’uomo nel 1970, nella regione dell’attuale RDC. Da allora, il virus ha continuato a circolare in vari paesi dell’Africa occidentale e centrale, con occasionali focolai che non avevano mai raggiunto una portata tale da richiedere un’allerta internazionale.

La decisione di convocare un comitato di emergenza potrebbe portare alla dichiarazione di un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, il che significherebbe l’implementazione di misure straordinarie a livello globale.

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