Il ministro della Sanità della Sierra Leone ha dichiarato lo stato di emergenza dopo la conferma di due casi di positività al vaiolo delle scimmie.
La Sierra Leone preferisce non correre rischi e lunedì scorso ha ufficialmente dichiarato lo stato di emergenza nel paese dopo la scoperta dei suoi primi due casi di positività al virus Mpox, il vaiolo delle scimmie. Il paese africano, già martoriato in passato dall’ebola e dal covid-19, preferisce giocare in prevenzione.
Ad annunciarlo è stato il il ministro della sanità Austin Demby. «La conferma di due casi di vaiolo nel Paese ha innescato un’azione immediata. In conformità con il codice di sanità pubblica, dichiaro a nome del governo un’emergenza sanitaria pubblica», ha riferito lunedì 13 gennaio alla stampa.
La Sierra Leone ha annunciato la scoperta del primo caso di vaiolo delle scimmie la scorsa settimana. Alcuni giorni dopo è stato confermato un secondo caso di positività su un uomo di 21 anni che ha presentato i primi sintomi il 6 gennaio. «L’emergenza sanitaria pubblica ci consente di mobilitare le risorse necessarie per contenere la malattia, prevenirne la diffusione e fornire cure di qualità alle persone colpite», ha affermato il ministro.
Nessuno dei due casi ha avuto contatti recenti con animali infetti o altri individui malati, secondo il ministero della Sanità, ed entrambi i pazienti sono in cura presso un ospedale di Freetown.
Diverse le misure di prevenzione adottate
Tra le misure di prevenzione adottate per contenere la diffusione del vaiolo troviamo un maggiore controllo alle frontiere e un aumento dei test sulla popolazione per isolare rapidamente i positivi. Inoltre è stata attivata una campagna di sensibilizzazione nazionale. Il ministro ha comunque rassicurato la popolazione che il governo della Sierra Leone è pronto a rispondere ai potenziali sviluppi dell’epidemia, attingendo dalle precedenti esperienze avute con l’ebola e il covid-19.
Proprio la Sierra Leone è stato uno dei paesi più colpiti dall’epidemia di ebola. Tra il 2014 e il 2016 l’epidemia ha ucciso circa 4.000 persone, compreso quasi il 7% del personale sanitario. Il ministro ha comunque invitato tutti i cittadini a mantenere la calma. «Invitiamo tutti i nostri concittadini a mantenere la calma, a tenersi informati e a segnalare tempestivamente alle autorità eventuali casi sospetti».
A preoccupare è la circolazione di un nuovo ceppo del virus Mpox, la variante clade Ib. La concentrazione massima continua ad esserci in Africa centrale con la Repubblica Democratica del Congo che è la nazione più colpita. Ci sono stati 2.464 casi accertati e 5 morti. Sotto osservazione anche la situazione del Burundi, dove si contano 5.798 contagi, e dell’Uganda con 767 casi.
Diversi casi anche in Cina
Ma il virus sta iniziando a circolare anche al di fuori del continente africano. Sono 17 gli Stati nel mondo che hanno registrato almeno un contagio. La situazione più preoccupante è in Cina dove sono stati accertati 5 casi. Il centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ritiene che il virus sia stato introdotto nel Paese da un cittadino straniero della Repubblica democratica del Congo. Appena scoperti i casi, la Cina ha subito messo in atto azioni preventive e di controllo. Le autorità continuano ad assicurare che l’epidemia è gestita in modo efficace. Intanto anche l’OMS osserva con attenzione quanto sta accadendo nel mondo.
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