Le clausole di salvaguardia sono norme, con efficacia differita nel tempo, che prevedono la variazione di tasse o imposte qualora non si procedesse con la loro disattivazione, mediante il reperimento delle risorse stabilite.
L’obiettivo delle clausole di salvaguardia è garantire il rispetto dei saldi di finanza pubblica, e rappresentano un vincolo che l’Italia si assume nei confronti dell’Unione Europea, al fine di garantire il rispetto dei vincoli comunitari di bilancio e la riduzione del debito.
Le clausole di salvaguardia in Italia sono state introdotte, per la prima volta, dal Governo Berlusconi, con il decreto legge n. 98 del 2011, come tagli lineari alle detrazioni e deduzioni fiscali. Sotto il Governo Monti, con il decreto legge n. 201 del 2011, le clausole di salvaguardia sono state trasformate in aumenti delle aliquote IVA.
Negli anni i governi che si sono succeduti hanno sempre evitato, in tutto o in parte, l’attivazione delle clausole di salvaguardia IVA perché, trattandosi di misure volte ad incrementare le entrate fiscale o ridurre la spesa pubblica, possono avere un effetto potenzialmente recessivo sull’economia.