I recenti terribili accadimenti inerenti il mondo crypto hanno avvolto il settore in un mantello di terrore. Alcuni analisti pronosticano un minimo per il Bitcoin sul livello dei $5.000.
La paura scatenata dai recenti spiacevoli accadimenti ha comportato un forte sell-off sull’intero mercato crypto. Il prezzo di Bitcoin ha raggiunto valori che solo un anno fa apparivano impossibili da toccare: chiunque abbia acquistato BTC dopo il 2020 adesso ha la propria posizione di holding in negativo.
In molti si domandano se il 2023 possa essere un anno di ripresa per il settore e se quindi possa aver senso prendere posizione prossimamente. Alcuni analisti si mostrano estremamente negativi riguardo al futuro di Bitcoin, individuando addirittura come zona di profondità il prezzo dei $5.000. Se così fosse, il deep potrebbe essere più lontano di quanto si creda.
Perché il Bitcoin sta scendendo
Dopo il crollo di FTX, Bitcoin si è mostrato assai dipendente a livello tecnico dalle dinamiche inerenti il mercato criptovalutario. La fiducia nel settore è stata gravemente danneggiata così anche come la reputazione della moneta digitale: da “bene rifugio” contro le turbolenze economiche è passata a essere considerata alla stregua di un titolo tecnologico. L’interesse e il sentiment su Bitcoin hanno raggiunto minimi storici fra il pubblico dei crypto-amatori, mostrando in contemporanea una forte carenza di liquidità nel lato domanda. Viceversa, l’offerta non evidenzia segni di debolezza, disincentivando quindi all’acquisto.
Il prezzo di Bitcoin sui minimi del 2020
La forte liquidazione avvenuta sulla soglia dei $18.000 pare sia stata innescata principalmente da una serie di vendite forzate: on-chain si notano dei livelli pericolosi principalmente su Ethereum, ma sulla soglia dei $700. Il problema potrebbe sorgere nel momento in cui gli investitori inizieranno a ritenere insufficientemente remunerato il rischio derivante dall’holding della moneta digitale. Questo potrebbe comportare una massiccia fuga di liquidità da circuito crypto a favore di quello tradizionale, processo che sembra essere già iniziato da novembre. Per tale ragione, secondo Standard Chartered, chiunque stia cercando di speculare sulla ripartenza di Bitcoin nel 2023 rischia di commettere un grave errore di stima. Secondo questa visione, su Bitcoin è possibile aspettarsi un ulteriore calo del 70%, fino al raggiungimento del numerario dei $5.000.
Cosa ci dice l’analisi tecnica sul Bitcoin
Su Bitcoin il contesto grafico tende spesso a trarre in inganno: ne è un esempio la rottura della trend-line ribassista di ottobre 2022. Molti trader avevano interpretato quella rottura come un forte segnale rialzista ma poco dopo sono stati puniti da un forte dump dell’intero mercato. Questo accadimento rappresenta la prima importante discordanza rispetto all’andamento del NASDAQ100, interrompendo una lunga serie di movimenti correlati positivamente.
È infatti da questa evidenza che molti analisti si sono mostrati preoccupati riguardo al futuro del padre delle crypto: questa volta il crollo di Bitcoin è dipeso direttamente da problemi interni al settore e non genericamente attribuibili a quelli economici. Sebbene nel breve termine sia plausibile aspettarsi un test della resistenza posta sui $18.000, le prospettive di lungo termine non si mostrano affatto rosee per il settore che a quanto pare deve scontare ancora qualche turbolenza interna ed esterna al comparto decentralizzato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA