Cervelli in fuga: arriva il bonus per tornare in Italia

Sara Santarelli

18 Luglio 2015 - 10:16

Il Cdm ha deciso di garantire un bonus, pari al 30% di sconto sul reddito imponibile, agli italiani residenti all’estero che decidono di tornare in Italia. Quali cervelli in fuga possono fruirne?

Cervelli in fuga: arriva il bonus per tornare in Italia

E’ stata firmata venerdì la norma del decreto fiscale al fine di far tornare i cervelli specializzati in Italia. Il Governo ha deciso di garantire, per 5 anni dal rientro in patria, un bonus del 30% sulle imposte fiscali, per incentivare il rientro a casa di personale altamente qualificato.

Sono molti gli italiani, che dopo anni e anni di studio, decidono di trovare un impiego che soddisfi la propria formazione all’estero, ciononostante, la maggior parte delle volte il biglietto è di sola andata, si cambia residenza e si decide di modificare radicalmente vita.

La fuga di italiani preparati e qualificati è una grave perdita per il Paese, sia dal punto di vista economico che di qualità lavorativa. I costi degli studi che gravano sull’Italia sono abbastanza ingenti, e dopo aver investito su menti brillanti il Bel Paese si trova ad avere una profonda mancanza.
Al fine di evitare una perdita finanziaria, lavorativa e di ricerca, il Consiglio dei Ministri elargisce un bonus per incrementare i rientri dei cervelli fuggiti dall’Italia.

Destinatari: quali cervelli possono fruire del bonus?
Il decreto di legge, che comprende inoltre le «misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese», stabilisce che potrà usufruire del bonus di -30% sugli imponibili fiscali chi:

  • Ha vissuto all’estero per un periodo maggiore o pari ai 5 anni;
  • Attualmente lavora ed è occupato sul suolo italiano;
  • Ha un impiego in cui è richiesto, fra i requisiti, una laurea o altra specializzazione.

Tali requisiti, richiesti per poter beneficiare del bonus, servono per rafforzare il ruolo che ha il fisco come sostenitore delle imprese italiane.

Ecco cosa recita il decreto, firmato venerdì a Palazzo Chigi:

«il reddito prodotto in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato italiano beneficiano per cinque anni di una riduzione del reddito imponibile del 30 per cento. Possono accedere all’incentivo i soggetti che nei cinque anni precedenti non siano stati residenti in Italia, che svolgano una attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano e che rivestano una qualifica per la quale sia richiesta una alta specializzazione e il titolo di laurea».

Fermare la fuga all’estero di neolaureati è un’impresa ardua e impossibile, altrettanto difficile è far tornare indietro delle brillanti menti sulle quali lo Stato ha investito il suo futuro.

Secondo un’indagine di Almalaura, inoltre, il 41% degli studenti laureati che dimorano attualmente all’estero, non sono propensi a tornare in Italia. Si stima che dal 2002 al 2011 sono migrati all’estero 68 mila laureati di età superiore ai 25 anni.

Basterà il solo incentivo del bonus a far tornare gli italiani fuggiti altrove a tornare residenti in Italia?

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