Chi chiude e cosa è aperto con il DPCM appena firmato? Dal 6 novembre stop a musei, mostre, ai centri commerciali nei festivi e chiusura dei confini delle regioni più a rischio. Italia divisa in tre zone
Cosa chiude e cosa resta aperto a partire dal 5 novembre è indicato nel DPCM appena firmato da Conte.
L’impennata dei positivi costringe il Governo ad intervenire a pochi giorni dall’ultimo provvedimento: servono misure più restrittive e nuove chiusure. E, soprattutto, si passa ad una divisione dell’Italia in 3 parti: zona rossa, zona arancione e zona gialla.
Resta in ogni caso per l’intero territorio nazionale la chiusura di musei, mostre, sale scommesse e dei centri commerciali nei fine settimana e nei giorni prefestivi. Chiuse anche le scuole superiori, per le quali è prevista una didattica distanza al 100%.
Restano invece aperti centri estetici e negozi di abbigliamento, ma non nelle zone rosse, quelle che indicano un tasso più elevato di contagi e sono per questo soggette a misure ancora più restrittive. Aperti in tutta Italia parrucchieri e barbieri.
Sempre fatte salve le zone rosse, è garantito il funzionamento dei ristoranti dalle 5 alle 18, dei supermercati, delle farmacie, di edicole e tabacchi.
In più, viene istituito il coprifuoco nazionale dalle ore 22:00 alle ore 5.00. Vale a dire che, come si legge nella bozza:
“Dalle 22 alle 5 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.
Dopo aver chiarito lo scenario, vediamo allora nel dettaglio cosa chiude in tutta Italia e cosa, invece, è aperto con l’entrata in vigore del nuovo DPCM in arrivo nelle prossime ore..
Centri commerciali
Nuova stretta in tutta Italia ai centri commerciali: la chiusura imposta dal nuovo DPCM non è totale ma limitata al sabato, alla domenica, ai prefestivi e alle festività nazionali. All’interno di centri e gallerie commerciali resteranno aperti solo supermercati, farmacie, parafarmacie e tabacchi.
Musei e mostre
Mostre e musei erano stati “salvati” dal DPCM del 24 ottobre, ma con la nuova bozza ne disciplina la chiusura su scala nazionale, come già previsto per cinema e teatri. I luoghi di cultura, infatti, sono occasione di aggregazione sociale.
Chiuse le scuole superiori
Completamente chiuse anche le scuole superiori, per le quali è prevista la didattica a distanza al 100%. Mentre le attività di scuola per l’infanzia e scuola primaria continuano in presenza:
“Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Mentre l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza”,
si legge nel nuovo DPCM.
Barbieri e parrucchieri
Nella bozza del DPCM era disposta la chiusura di parrucchieri e barbieri limitatamente alle zone rosse, nel testo definitivo appena firmato, invece, queste attività sono state salvate dalla chiusura. Al contrario non vi sono cenni riguardo i centri estetici.
Centri estetici e solarium
Aperti nelle zone verdi e arancioni, mentre è ancora in dubbio se saranno chiusi nelle regioni rosse, quelle con il più alto numero di contagi.
Trasporti pubblici al 50% della capienza
Nella bozza del DPCM si legge anche che i mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale - con esclusione del trasporto scolastico dedicato - possono raggiungere un “coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento”.
Lavoro, uffici e smart working
La bozza contiene l’invito a un utilizzo dello smart working “ai massimi livelli possibili”, non solo per quanto concerne la Pubblica amministrazione ma anche per il settore privato.
Stop ai concorsi pubblici
Decretato anche lo stop allo “svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica”.
Stop a crociere
La bozza impone lo stop anche per quel che riguarda i servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana, salvo quelle già in atto entro l’8 novembre.
Chiudono anche alcune regioni
A chiudere non sono soltanto centri commerciali e musei, ma anche le regioni più a rischio, quelle in cui l’indice Rt ha superato la soglia di 1,5 entrando nel cosiddetto “Scenario 4”. Conte ha spiegato che nel prossimo DPCM ci saranno misure differenziate tra i territori più colpiti e quelli a rischio meno elevato; in altre parole, il Paese sarà diviso in tre fasce corrispondenti a tre diversi livelli di pericolosità: più sale la diffusione del virus e più saranno drastiche le misure adottate.
Si tratta delle zone rossa, gialla e arancione. Nella zona rossa chiuderanno tutti i negozi e le attività non essenziali (bar, ristoranti, centri estetici, negozi di abbigliamento...), per spostarsi servirà l’autocertificazione e resteranno aperte solo le industrie e le scuole fino alla prima media (per le altre è prevista la didattica a distanza). Queste ultime saranno soggette a dei cosiddetti «mini-lockdown» di 15 giorni.
Nella zona arancione chiudono bar, ristoranti e musei, mentre negozi, parrucchieri ed estetisti restano aperti; previsto il coprifuoco serale alle 22 e la didattica a distanza per le scuole superiori.
Nella zona gialla centri commerciali chiusi nel weekend, trasporto pubblico locale al 50% e coprifuoco alle 22.
Cosa è ancora aperto
Fatte salve le già citate zone rosse, in tutta Italia restano aperti bar, locali, pizzerie e ristoranti fino alle 18.00, negozi di abbigliamento, supermercati, farmacie e parafarmacie, edicole, tabacchi, centri estetici e parrucchieri.
Centri commerciali aperti nei giorni feriali, scuole per l’infanzia e scuole primarie che continuano in presenza, trasporti pubblici ovviamente attivi ma al 50% della capienza.
Per le regioni, però, resta sempre la libertà di imporre limitazioni orarie o la chiusura totale delle attività considerate pericolose per la salute pubblica.
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