Due vaccini diversi: quali Paesi lo fanno già

Martino Grassi

16/06/2021

L’Italia non è l’unico Stato che ha deciso di passare alla vaccinazione eterologa. Ecco quali sono i Paesi che utilizzano due vaccini diversi per la prima e la seconda dose.

Due vaccini diversi: quali Paesi lo fanno già

Dopo la decisione del CTS con cui è stato disposto lo stop alla somministrazione del vaccino di AstraZeneca ai giovani si sono moltiplicati i dubbi riguardo al mix di vaccini da somministrare agli under 60 che avevano già fatto la prima dose con il candidato anglo-svedese. Le autorità hanno infatti stabilito queste persone riceveranno un vaccino diverso rispetto a quello della prima iniezione.

A preoccupare maggiormente sono i possibili rischi per la salute, dato che al momento non esistono ancora molti studi a riguardo, tuttavia molti Paesi utilizzano già questo tipo di vaccinazione da diverso tempo, senza aver rilevato alcun tipo di problematiche. Ecco quali sono.

Due vaccini diversi: quali paesi lo fanno già

L’Italia non sarà il primo Paese ad utilizzare due vaccini diversi per la prima e la secondo dose. Come ha ricordato anche Guido Rasi, l’ex direttore generale dell’Agenzia europea dei medicinali, questa pratica è già diffusa in altri Paesi: Germania, Spagna e Francia e anche la Gran Bretagna hanno già adottato la vaccinazione eterologa, quindi l’Italia non sarebbe la sola a intraprendere questo approccio”.

A questa lista si aggiungono poi anche il Canada e la Finlandia, dove le autorità hanno deciso che chi ha già ricevuto AstraZeneca per la prima dose può ricevere Pfizer o Moderna durante la seconda iniezione. Anche in Asia si stanno avviando delle ricerche riguardanti la possibilità di utilizzare vaccini diversi durante le due somministrazioni. In Corea del Sud, ad esempio, è stata avviata una ricerca sull’uso alternato di AstraZeneca, Moderna o Pfizer, mentre la Cina ha dato il via ad una serie di studi per capire l’efficacia dei mix di vaccini prodotti nel Dragone.

Due vaccini diversi sono sicuri? Cosa dicono gli esperti

Al momento la scienza continua ad essere spaccata: da un lato chi sostiene che la vaccinazione eterologa possa dare dei risultati migliori, dall’altra chi pensa che vada utilizzata solamente in condizioni estreme. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha infatti affermato che il mix di vaccini “è sicuro e non ci sono rischi, se non un modesto incremento di reazioni avverse minori”. dello stesso parere anche l’Aifa forte dei “dati che derivano da due studi clinici condotti rispettivamente in Spagna (CombiVacS) e in Inghilterra (Shaw RH, Lancet 2021) e che mostrano buoni risultati in termini di risposta anticorpale (CombiVacS) e sicurezza in termini di accettabilità degli effetti collaterali”.

Tuttavia non è dello stesso parere il direttore di Infettivologia al policlinico dell’Università Tor Vergata di Roma, Massimo Andreoni, che nutre dei forti dubbi “sull’opportunità di estendere la vaccinazione eterologa all’intera platea di under 60”, precisando che i vaccini diversi tra le due dosi dovrebbe essere fatti solo alle persone “che dopo la prima vaccinazione AstraZeneca abbiano avuto rilevanti disturbi neurologici.

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