Gli Stati Uniti devono alla Svizzera 300 miliardi di dollari

Luna Luciano

26 Aprile 2025 - 16:56

La Svizzera è tra i principali finanziatori del debito degli Stati Uniti. Il futuro degli americani appare ancora più incerto: gli analisti temono una crisi senza precedenti. Ecco cosa sta accadendo.

 Gli Stati Uniti devono alla Svizzera 300 miliardi di dollari

Gli Stati Uniti potrebbero presto finire in bancarotta?

È questo ciò che si stanno domandando alcuni analisti, con oltre 300 miliardi di dollari investiti in titoli di Stato americani, la Svizzera si colloca tra i dieci principali creditori stranieri degli Stati Uniti, a fianco di giganti come Giappone, Cina e Gran Bretagna.

Una situazione che, fino a poco tempo fa, sembrava sotto controllo, ma che oggi solleva interrogativi preoccupanti. Il debito pubblico americano cresce a ritmi esponenziali, mentre il clima economico globale si fa sempre più instabile. In un momento in cui il governo USA necessita di somme colossali per rifinanziare i propri debiti, il calo della fiducia internazionale potrebbe rivelarsi fatale.

Non si tratta più solo di numeri su un bilancio: il rischio concreto è quello di una crisi finanziaria che avrebbe ripercussioni a livello mondiale, coinvolgendo inevitabilmente anche gli investitori svizzeri. Scopriamo come si è arrivati a questo punto e quali scenari si prospettano per il futuro.

Il debito USA cresce senza controllo: la Svizzera è il primo creditore

Il debito pubblico degli Stati Uniti sta raggiungendo livelli mai visti prima. Secondo un’analisi del Flossbach von Storch Research Institute, per l’anno in corso l’amministrazione americana necessita di 10.000 miliardi di dollari per rifinanziare il debito esistente e coprire il deficit federale. E le prospettive per il 2026 sono ancora peggiori, con una richiesta stimata di 11 trilioni di dollari. In questo scenario, la Svizzera si conferma uno dei principali pilastri di sostegno, detenendo titoli di Stato americani per un valore di circa 300 miliardi di dollari.

Dietro questi investimenti ci sono attori fondamentali del sistema finanziario elvetico: fondi pensione, banche, compagnie assicurative e persino la Banca nazionale svizzera. Si stima che praticamente ogni cittadino svizzero partecipi, indirettamente, al finanziamento del debito americano attraverso i propri risparmi previdenziali. Questo legame profondo rende la situazione ancora più delicata: se il debito USA dovesse sfuggire al controllo, gli effetti ricadrebbero anche sull’economia svizzera.

Nonostante il dollaro resti la valuta di riferimento mondiale, il peso degli interessi sta crescendo vertiginosamente. Nel 2000, gli Stati Uniti pagavano 223 miliardi di dollari di interessi netti; oggi, la cifra è salita a 952 miliardi, e si prevede che tra dieci anni possa superare i 1.700 miliardi. La corsa ai finanziamenti esteri diventa così sempre più frenetica, ma il rischio che il sistema arrivi a un punto di rottura è reale. Se la fiducia internazionale dovesse crollare, anche la Svizzera ne pagherebbe il prezzo.

Gli Stati Uniti rischiano la bancarotta?

Per lungo tempo, l’idea che gli Stati Uniti potessero fallire è sembrata pura fantascienza. La loro economia è la più grande del mondo e il dollaro è la valuta di riserva globale. Tuttavia, i segnali di allarme si stanno moltiplicando. La fiducia cieca nei confronti del debito americano, che ha caratterizzato i decenni passati, oggi vacilla sotto il peso di un contesto politico ed economico sempre più incerto.

Le politiche protezionistiche, l’inasprimento dei conflitti commerciali e l’isolazionismo spinto stanno minando il sostegno internazionale. Gli investitori stranieri, Svizzera compresa, iniziano a guardare altrove, preoccupati dalla possibilità di una spirale negativa fatta di tassi d’interesse sempre più alti e di un dollaro in progressivo indebolimento.

La situazione si complica ulteriormente con le previsioni della Federal Reserve: se la crisi del debito dovesse esplodere, l’unica via di fuga immediata sarebbe la stampa massiccia di nuova moneta, un’operazione che, pur tamponando nell’immediato, rischierebbe di scatenare una nuova inflazione galoppante. Insomma, nonostante la solidità storica degli Stati Uniti, il pericolo di una bancarotta tecnica non può più essere ignorato.

Gli esperti, come Christof Schürmann del Flossbach von Storch Research Institute, avvertono che i prossimi anni saranno cruciali: senza una netta inversione di rotta nella gestione dei conti pubblici, anche una superpotenza come gli Stati Uniti potrebbe trovarsi sull’orlo del baratro, trascinando con sé tutti quei Paesi – come la Svizzera – che fino a oggi hanno creduto nella loro affidabilità finanziaria.

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