Secondo i calcoli del Tesoro la Flat Tax costerà quasi 60 miliardi di euro, ma la Lega non ci sta: “Quella in esame non è la nostra proposta”. Di Maio consiglia calma e prudenza: “No a facili promesse come Berlusconi”.
Dopo la TAV è la Flat Tax a poter rappresentare un elemento di rottura tra Lega e Movimento 5 Stelle. Il problema è sorto dopo che il Ministero del Tesoro ha reso pubblico il risultato della simulazione riguardante un’eventuale introduzione della Flat Tax familiare, per la quale è stato stimato un costo di quasi 60 miliardi di euro.
Cifre che fanno paura e che potrebbero confermare l’insostenibilità di questa misura come più volte sostenuto dalle forze opposte al Centrodestra; a tal proposito Nicola Zingaretti - appena nominato segretario del Partito Democratico - non ha perso occasione per attaccare nuovamente la Flat Tax, definendola “una bufala senza spazi fiscali per sostenerla”.
Tuttavia, secondo Matteo Salvini il costo della Flat Tax si aggira su importi decisamente più bassi rispetto a quelli stimati dal Ministero del Tesoro, tant’è che un intervento per RTL ha dichiarato:
Non siamo al Superenalotto, i numeri li contiamo con più precisione. Per la prima fase, che sarà riservata alle famiglie, la Flat Tax costerà tra i 12 e i 15 miliardi; anche se non sarebbe per tutti, ma per tanti, rappresenterebbe comunque una rivoluzione epocale.
Come anticipato, però, tra Lega e Movimento 5 Stelle non sembra esserci unità di intenti per quanto riguarda l’introduzione della Flat Tax familiare. Dopo la pubblicazione dei dati del MEF riguardo al costo della Flat Tax, Luigi Di Maio ha invitato il Governo alla “calma e alla riflessione”, consigliando prudenza. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle - che si è detto comunque fiducioso in merito alla possibilità di introdurre la Flat Tax come previsto tra l’altro dal contratto di Governo - bisogna stare attenti a non fare “facili promesse” (citando come esempio Silvio Berlusconi) visto che non bisogna dimenticarsi delle responsabilità che si hanno nei confronti dei cittadini.
Non siamo quindi ancora alla rottura, ma almeno per quel che riguarda la strategia di comunicazione c’è molta distanza tra Di Maio e Salvini.
Flat Tax: quanto ci costi? La simulazione del MEF
Secondo la simulazione fatta dal Tesoro su una Flat Tax a due aliquote sul reddito familiare, il costo di questa misura sarebbe appena inferiore ai 60 miliardi di euro, pari a 59,3 miliardi per l’esattezza.
Nel dettaglio, oggetto della simulazione è stata la Flat Tax per la quale è prevista una deduzione di 3.000€ per ciascun componente del nucleo familiare con reddito fino a 35 mila euro; due invece le aliquote prese in esame, ossia un 15% fino ad 80.000€ di reddito e 20% per i redditi eccedenti questa soglia.
In generale ad essere toccati da questa misura sarebbero circa 16,4 milioni di nuclei familiari, per un risparmio medio di 3.600€.
Una Flat Tax quindi per le famiglie che si basa sul principio “pagare meno per pagare tutti”, ma che di fronte a sé potrebbe aver trovato un ostacolo insormontabile: quello dei costi.
La Lega contro il MEF: “La simulazione non riguarda la nostra proposta”
In risposta della simulazione effettuata dal Ministero dell’Economia e del Tesoro, la Lega ha pubblicato una nota con la quale viene fatta chiarezza sul costo reale della Flat Tax per le famiglie.
Secondo i conti fatti dai tecnici del Carroccio, infatti, per la “Fase II” della Flat Tax è prevista un’incidenza di appena 12 miliardi di euro. Queste risorse saranno sufficienti per una riduzione progressiva dell’imposta per tutte le famiglie con reddito inferiore ai 50.000€ grazie ad un sistema di deduzioni.
Con questo la Lega non intende dire che i conti fatti dal Tesoro sono sbagliati, ma solamente che questo studio non si riferisce a quella che è la loro proposta, molto meno dispendiosa rispetto alle cifre indicate.
A tal proposito il sottosegretario alle Infrastrutture, il leghista Armando Siri, ha sottolineato che la Flat Tax per le famiglie avrebbe lo stesso costo del reddito di cittadinanza introdotto nel 2019 e non ci sarebbe alcun problema nel reperire le risorse.
Si potrebbe cominciare, infatti, da “tagli di spesa e dalla rimodulazione delle tax expenditures”, arrivando persino ad una cancellazione del bonus di 80,00€. L’obiettivo finale, infatti, è più importante rispetto a quello garantito dal bonus introdotto da Renzi, visto che si punta ad un “abbattimento complessivo della pressione fiscale”.
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