Si assottiglia sempre più lo spread tra Btp e Sirtaki-bond, i titoli di Stato emessi dalla Grecia. In corrispondenza del ritorno di Atene sul mercato primario con l’offerta di titoli a 10 anni, il differenziale Italia-Grecia quota solo 100 punti base.
Solo 100 punti di differenza tra Italia e Grecia. A 450 punti base a maggio 2018, lo spread tra i titoli tedeschi e quelli emessi da Atene attualmente si attesta a circa 350 pb, solo 100 punti al di sopra del corrispondente dato italiano.
Dopo aver flirtato con il default, esser stata sottoposta a rigidi piani di austerità e aver, finalmente, riottenuto l’accesso ai mercati, la Grecia oggi si trova in una situazione impensabile fino a qualche anno fa, quando il decennale emesso da Atene pagava il 40%.
Doppia promozione da Moody’s
Le tensioni sul debito italiano, causa un contesto politico che aspetta solo le elezioni europee per riesplodere, restano alte mentre il mercato si trova a giudicare positivamente gli sforzi fatti in questi anni da Atene, uscita ad agosto 2018 da 8 anni di piani di salvataggio di Fmi ed Ue.
Se un paio di settimane fa l’agenzia Fitch ha confermato il rating dell’Italia a «BBB» con outlook negativo, venerdì scorso Moody’s ha alzato il giudizio su Atene di due gradini, da “B3” a “B1” (Moody’s: Grecia promossa).
“Il programma di riforme appare saldamente radicato e le misure implementate iniziano a dare i primi risultati”, riporta la nota di Moody’s. “I positivi risultati di bilancio sono ormai consolidati e dovrebbero essere confermati, visto che la maggior parte del miglioramento dei saldi è dovuto a misure strutturali”.
L’umore positivo ha permesso ad Atene di mettere in cantiere il ritorno sul mercato primario dei decennali. Si tratta di un passaggio particolarmente importante per un Paese che nel 2010, con il primo bailout, aveva di fatto perso l’accesso al credito.
Domanda a oltre 4 volte
Dopo il ritorno a gennaio sul mercato dei quinquennali, oggi il Tesoro greco ha collocato 2,5 miliardi del nuovo benchmark decennale.
Il tasso, stimato in quota 4,1%, ha sorpreso gli operatori attestandosi al 3,9% (3,7% per il titolo sul mercato secondario).
Stando alle indiscrezioni riportate dalle agenzie, gli ordini avrebbero totalizzato oltre quattro volte l’importo fissato attestandosi a 11,8 miliardi di euro. Gli istituti incaricati di occuparsi dell’operazione sono Bnp Paribas, Citi, Credit Suisse, Hsbc, JPMorgan e Goldman Sachs.
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