Ad Investing Roma abbiamo incontrato Giorgio Fameliaris, Country Manager Italia di iBroker, che ci ha parlato di quanto il settore degli investimenti sia cambiato a causa della pandemia.
Il lockdown ha cambiato abitudini, necessità e preferenze degli investitori. È quanto è emerso dalla nostra chiacchierata con Giorgio Fameliaris, Country Manager Italia di iBroker, in occasione di Investing Roma 2020.
Nel corso del lockdown, nel post-lockdown e nell’attuale situazione di incertezza, quali riscontri avete avuto dalla vostra clientela?
Da metà marzo, quando è iniziato il lockdown, sono cambiate molte cose a livello interno e di gestione dei processi lavorativi. Ma grandi cambiamenti ci sono stati anche e soprattutto per quello che riguarda i rapporti con la clientela. A livello di efficienza della nostra clientela italiana e spagnola, quello che abbiamo notato è stato un aumento esponenziale dell’operatività e del tempo di connessione medio sulle nostre piattaforme da parte dei nostri clienti.
Alla fine del lockdown, intorno alla metà di giugno, quando ci aspettavamo un calo dovuto appunto alle restrizioni che piano piano andavano a scemare in tutti i Paesi europei, abbiamo notato che questa tendenza è stata limitata ai primi giorni. In seguito, ci ha sorpreso il mantenimento del livello di connessione sia dal punto di vista del numero di utenti che del tempo di connessione medio degli utenti iBroker.
Questo deriva dalla “nuova normalità” e quindi del livello di digitalizzazione che le persone hanno dovuto, per forza o per piacere, dover raggiungere per poter continuare a lavorare e ad avere una vita sociale, ma online.
Infine nel periodo post-estivo, quindi pre-apertura delle scuole/pre-rientro, facendo alcune analisi dei numeri dei nostri clienti abbiamo notato una forte tendenza a operare sui mercati americani.
Non si tratta solo di un fenomeno che osserviamo solo noi broker ma che emerge anche dai dati ufficiali di mercato: c’è stato uno spostamento dei volumi su titoli azionari americani, rispetto ai classici mercati europei, e anche sui mercati futures, lo spostamento dai classici Eurex e IDEM al mercato CME.
Quali differenze avete trovato nell’approccio da parte degli investitori?
Un aspetto importante che riguarda il trading che è venuto alla luce dopo il lockdown è stata sicuramente un’attenzione maggiore dell’utente alla qualità di connessione e alla volatilità del mercato. In mercati molto nervosi è importante avere una connessione 24 ore senza interruzioni: abbiamo registrato un aumento di clienti in arrivo da altri intermediari dove c’era un limite all’orario di contrattazioni, latenza degli ordini o problemi di login.
Si tratta di elementi che in un periodo normale non si notano perché non c’è questa frenesia a voler operare, non c’è questa attenzione ai movimenti che avvengono in pochi minuti.
Questo si collega al secondo punto: la frequenza e l’attenzione alla volatilità. Questo perché in mercati molto volatili le opportunità, e i rischi di trading possono nascere e sparire in intervalli di tempo veramente brevissimi. Quindi c’è stato un aumento nel “day trading”, nell’operare intraday senza posizioni aperte “overnight” per evitare i rischi legati alle notizie in arrivo nella notte o nel fine settimana che possono danneggiare le posizioni dei clienti.
In conclusione, il cliente è più attento alla qualità della connessione che ha con l’intermediario e a cogliere le opportunità di trading nel brevissimo periodo.
Il trader classico non è in grado di pianificare a medio-lungo termine: in un momento ricco di incertezze, con mercati che registrano movimenti molto ampi nel medio-lungo termine, gli operatori preferiscono o non operare oppure farlo e nel breve termine.
Quali le vostre stime sui prossimi mesi? Avete qualche novità da anticiparci?
Alla luce dell’incertezza generale sui mercati finanziari, è veramente difficile fare delle stime obiettive. Da un lato abbiamo visto quanto bene hanno fatto i titoli tecnologici e tutte quelle tutte quelle società e tecnologie che fondamentalmente stiamo utilizzando maggiormente a causa di questa situazione: possiamo parlare da un lato di Zoom per tenerci uniti e dall’altro di Amazon per poter fare shopping online, senza dimenticare tutti quei social che aiutano le altre aziende a creare un nostro profilo, come Google e Facebook. Detto questo, l’economia reale sta soffrendo: prima o poi le conseguenze dei livelli di disoccupazione si faranno sentire.
Inoltre, le politiche sugli aiuti in discussione negli Stati Uniti e in Europa non avranno effetti così scontati, è difficile prevedere le decisioni perché c’è molta politica dietro, anche alla luce dell’effetto a livello di inflazione che queste scelte potrebbero avere nel futuro.
Di conseguenza, non mi sento di poter dare delle stime sul medio lungo termine. Sicuramente l’unica certezza sarà la volatilità, che sarà presente sui mercati anche a causa delle prossime elezioni negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda le novità, come iBroker siamo sempre alla ricerca di nuovi prodotti e nuovi mezzi per soddisfare le richieste e le esigenze dei nostri clienti. Quello che abbiamo notato alla fine dell’estate sull’America ci ha indotto ad aumentare l’offerta su questi titoli. Abbiamo raddoppiato i titoli americani disponibili come CFD con accesso diretto al mercato, stiamo aumentando anche la copertura dei futures e opzioni sull’America, stiamo aggiungendo contratti micro sulle opzioni sugli indici americani.
Questa rappresenta una grande novità non solo per noi ma anche per chi si affaccia al mondo delle opzioni in quanto potrà trovare dei contratti super liquidi, garantiti dal mercato CME, con un controvalore veramente piccolo. Si potrà operare su questi strumenti senza dover fare grandi investimenti.
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