L’Italia è un Paese sempre più vecchio e la speranza di vita registra una lieve battuta d’arresto nell’anno 2015, pur rimanendo tra le più alte nell’Unione europea. Lo rileva l’Istat nell’Annuario statistico 2016.
L’Italia è un Paese sempre più vecchio e i fenomeni migratori riescono solo in parte ad arginare il suo declino demografico. Intanto la speranza di vita registra una lieve battuta d’arresto nell’anno 2015, pur rimanendo tra le più alte nell’Unione europea.
Brutte notizie anche dal fronte dell’istruzione, dal momento che gli iscritti al sistema scolastico risultano in calo per il quinto anno consecutivo e sono sempre meno i diplomati che scelgono di proseguire gli studi all’università.
Questo il ritratto del Belpaese tracciato dall’Istat all’interno dell’Annuario statistico italiano 2016.
Annuario statistico 2016: il territorio
L’Istituto nazionale di statistica rileva che il numero dei comuni è sceso sotto il livello di 50 anni fa. Ad aprile 2016 i comuni italiani ammontavano a 7.999 unità, un numero più basso rispetto a quello rilevato dal censimento del 1961.
Annuario statistico 2016: popolazione e famiglie
Nel 2016 le principali preoccupazioni delle famiglie italiane in relazione alla zona in cui vivono sono rappresentate dall’inquinamento dell’aria (38,0%), dal traffico (37,9%), e dalla difficoltà di parcheggio (37,2%).
Alla fine del 2015, la popolazione residente in Italia era di 60.665.551 persone, oltre 130mila in meno rispetto all’inizio dell’anno. Non si arresta il fenomeno del calo delle nascite: nel 2015 il quoziente di natalità è sceso a 8,0 nati nati per mille abitanti da 8,3 dell’anno precedente.
Sale intanto il numero dei decessi rispetto all’anno precedente e di conseguenza l’aspettativa di vita scende da 80,3 a 80,1 anni, dopo un lungo periodo di crescita costante.
Stando ai dati forniti dall’Istat, in Italia ci sono 161,4 over 65 ogni 100 giovani: numeri che collocano il Belpaese al secondo posto nella UE per quanto riguarda il processo di invecchiamento della popolazione. In testa alla classifica troviamo la Germania, che ha circa 160 anziani ogni 100 giovani. Inoltre, sono stranieri oltre otto residenti su cento (undici al Nord) ma cala il ritmo di crescita.
Annuario statistico 2016: la sicurezza
Nell’ambito della giustizia, risultano in calo omicidi e rapine mentre crescono i furti. Ad ogni modo aumenta in Italia la percezione del rischio criminalità. Prosegue il calo del numero dei condannati e dei detenuti (sale al 29,8% la quota di detenuti che svolgono un lavoro).
Annuario statistico 2016: l’istruzione
L’Istat evidenzia inoltre come il livello d’istruzione della popolazione italiana si sia costantemente innalzato nel corso del tempo:
“Nel 2015 oltre tre persone su dieci hanno una qualifica o diploma d’istruzione secondaria superiore (35,6%), valore stabile rispetto al 2014, mentre cresce dal 12,7 al 13,1% la percentuale di chi possiede un titolo universitario”.
Tuttavia, a causa soprattutto del calo demografico delle nuove generazioni, nel 2014/2015 gli iscritti al sistema scolastico sono in calo per il quinto anno consecutivo: -34mila rispetto all’anno precedente. Negli ultimi anni le donne rappresentano la maggioranza degli iscritti in tutte le tipologie di corsi universitari, in particolare in quelli magistrali a ciclo unico dove sono il 62,7%.
Annuario statistico 2016: cultura e tempo libero
Per quanto riguarda il tempo libero, nel 2015 aumentano i visitatori dei musei (+6,2% sul 2014). Gli spettatori al cinema passano dal 49,7% del 2015 al 52,2% del 2016. La tv resta il medium preferito degli italiani (la guarda il 92,3% della popolazione), mentre libri e giornali continuano a perdere lettori.
Annuario statistico 2016: lavoro e servizi
Nel 2015 gli occupati sono aumentati dello 0,8% rispetto all’anno precedente: a crescere sono esclusivamente i dipendenti (+207mila unità, +1,2%), mentre gli indipendenti continuano a diminuire (-0,4%).
Inoltre, dopo 7 anni di calo ininterrotto
“nel 2015 la stima del numero di disoccupati diminuisce in misura consistente, soprattutto nella seconda parte dell’anno, attestandosi a poco più di 3 milioni. Al calo del numero di disoccupati (-203 mila, il 6,3% in meno) corrisponde la riduzione del tasso di disoccupazione, che passa dal 12,7% del 2014 all’11,9% in media nazionale; il calo è più accentuato nel Mezzogiorno (-1,3 punti percentuali), dove l’indicatore scende al 19,4%”.
Infine, nell’annuario 2016 si legge che una famiglia su due dichiara difficoltà di accesso a molti servizi di pubblica utilità (soprattutto pronto soccorso, forze dell’ordine e uffici comunali).
Nel 2015 calano, anche se di poco, sia le famiglie proprietarie dell’abitazione in cui vivono (da 81,5% del 2014 a 81%), sia quelle con un mutuo in corso (da 19,3% del 2014 a 17,7%).
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