La Russia dichiara guerra alle criptovalute?

Gabriele Stentella

25 Novembre 2021 - 16:42

La Russia potrebbe seguire l’esempio cinese e adottare nuove normative contro le criptovalute. Ecco cosa sta succedendo.

La Russia dichiara guerra alle criptovalute?

In Russia le istituzioni si sono sempre mostrate favorevoli all’uso delle criptovalute, tanto che lo stesso Presidente Vladimir Putin ha più volte dichiarato che Bitcoin e le Altcoin hanno il diritto di esistere e possono fungere da sistemi di pagamento alternativo. Dopotutto si deve tenere a mente che la Russia è al momento il secondo Paese in Europa con il più alto tasso di adozione di criptovalute, oltreché uno dei Paesi con il maggior numero di mining farm; primato che ha potuto consolidare anche grazie all’esodo dei miner cinesi all’indomani dell’introduzione dei divieti sulle crypto da parte di Pechino.

Negli ultimi tempi tuttavia le autorità finanziarie russe hanno manifestato il desiderio di limitare l’utilizzo e la circolazione delle valute digitali, elemento che ha suscitato preoccupazioni per i possibili contraccolpi sul mercato e le future mosse dei regolatori europei e americani.

La Banca Centrale Russa preme per vietare le crypto

I principali affondi contro le valute digitali provengono dalla Presidentessa della Banca Centrale di Russia Elvira Nabiullina, che ha dipinto le crypto come valute di natura privata spesso spacciate per denaro vero, evidenziando come la mancanza di regolamentazione nel mercato di riferimento e l’elevato livello di anonimato sulle transazioni garantito dalla loro tecnologia dovrebbero incentivare l’adozione di divieti sulla circolazione dei token virtuali da parte di uno Stato responsabile.

La presa di posizione della Banca Centrale non riguarda tuttavia il lancio del Rublo digitale, che al contrario è indicato da Elvira Nabiullina come unica alternativa sia al denaro tradizionale che alle criptovalute. Ancora non si conoscono le caratteristiche del progetto, ma si ipotizza possano essere simili a quelle dello Yuan digitale voluto dalle autorità del Dragone.

Un altro parere critico è arrivato dal direttore del servizio federale di tassazione russo Daniil Egorov, che ha posto l’accento sul legame che intercorre tra l’impiego di criptovaluta e l’aumento dell’evasione fiscale. Nel corso di un’intervista rilasciata sul canale televisivo RCB TV, il funzionario ha affermato che sono allo studio nuovi sistemi automatizzati per combattere il fenomeno.

Cosa prevedono le leggi russe in materia di criptovalute?

In tema di tassazione sulle valute digitali il legislatore russo ha approvato a febbraio un primo disegno di legge che obbliga gli utenti a segnalare le transazioni d’importo pari o superiore a 7.800 dollari annui (equivalenti a circa 581.800 rubli). Secondo diversi osservatori tale normativa può fruttare al Cremlino circa 4 miliardi di dollari all’anno di entrate, ma occorre attendere l’approvazione della seconda lettura per comprendere meglio il livello di tassazione che sarà applicato su gli importi.

Recentemente sono state portate all’attenzione delle autorità russe diverse questioni inerenti l’estrazione di Bitcoin e altre valute, prima fra tutte la possibilità di sfruttare il gas naturale per alimentare le mining farm presenti nel Paese. Questa mossa può sia limitare lo spreco di gas naturale in eccesso sia fornire alla Russia un ulteriore vantaggio sulle altre nazioni che ospitano importanti mining farm sul loro territorio.

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