Quali nuovi trend Fintech caratterizzeranno il 2022? Ne parla Alessandro Negri della Torre, Founder di LX20 Law Firm nell’intervista esclusa rilasciata a Money.it.
Il 2022 porterà sicuramente molte novità in ambito Fintech. Se da un lato alcuni dei trend che caratterizzeranno il nuovo anno sembrano essere già sotto i nostri occhi, è innegabile che ve ne saranno di nuovi che cattureranno l’attenzione degli esperti; ne abbiamo parlato con Alessandro Negri della Torre, founder di LX20 Firm Law.
Quali nuovi trend si attendono nel comparto Fintech nel corso del 2022?
Purtroppo non è semplice prevedere con assoluta certezza quali trend si affermeranno maggiormente nel 2022, ma in base a ciò che ho visto tra quelli più significati si annoverano i servizi al valore aggiunto basati sui dati. Si tratta di un trend osservato già nell’ultimo biennio, di conseguenza è verosimile aspettarsi un suo consolidamento anche nel corso del 2022.
Quindi a partire dai dati forniti grazie all’open banking si attende un evoluzione del metodo per l’interpretazione. Anche l’inserimento dei servizi finanziari nella vita quotidiana è un trend da non sottovalutare. Infine, c’è un trend che sto osservando: l’aumento delle soluzioni di istant lending, vale a dire la possibilità di ottenere prestiti molto più veloci grazie all’utilizzo dei dati, la cui fruizione è resa possibile grazie alle innovazioni tecnologiche e a quelle sul fronte della regolamentazione.
Il sistema dei pagamenti è protagonista di forti cambiamenti ormai da molti mesi: dove ci stiamo dirigendo e che tipo di ruolo potrebbe avere l’euro digitale?
L’euro digitale è, dal mio punto di vista, un progetto certamente molto innovativo. Credo che miri a completare una delle principali trasformazioni apportate dalla PSD2, vale a dire mettere al centro del mercato il cliente.
L’euro digitale potrebbe fare lo stesso ponendo al centro la valuta, ossia esplorare le potenzialità della valuta mediante delle soluzioni tecnologiche che permettono di programmarla con le possibilità di aggiungere ulteriori servizi e funzionalità. Per quello che vedo una delle funzioni dell’euro digitale sarà quella di fungere da complemento per dare alcune funzionalità che per il momento la valuta comunitaria non offre. Naturalmente al momento non posso esprimermi riguardo la natura di tali funzionalità.
Si parla sempre più di Banking as a Service: qual è lo stato dell’arte dell’industria in Italia?
Questo concetto è una novità prettamente europea. Al momento pochi Paesi ne hanno sfruttato le potenzialità, ne segue che è ancora un progetto in divenire. Ricordiamo che si tratta di un forma d’integrazione mediante API che permette a soggetti non finanziari di erogare servizi finanziari, come ad esempio prestiti bancari. Così facendo si crea un modello nuovo di erogazione di servizi al cliente. In Europa come ho già detto ci sono stati dei precedenti, mentre in Italia invece al momento si conta un solo soggetto che sfrutta questa funzionalità.
Mi aspetto che il Banking as a Service prenderà sempre più piede a seguito dello sviluppo di soluzioni che permettano d’integrare soggetti finanziari con soggetti non finanziari. In Italia l’interesse nei confronti del Banking as a Service non manca, ma occorre prendere dimestichezza anche con le complessità che rappresenta e sviluppare meglio questo lato della tecnologia.
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