Stagione trimestrali finita per le banche italiane, con utili solidi e promesse dividendi anche con tagli tassi BCE. Ma occhio a queste tre.
Ora che sulle trimestrali delle banche italiane il sipario è ufficialmente calato, lo si può dire a gran voce: il 2024 è stato un altro anno record per il settore bancario made in Italy, che si è messo di nuovo in evidenza con una crescita solida degli utili e con una pioggia (e promesse varie) di dividendi.
Già protagoniste assolute di Piazza Affari con le grandi partite di risiko aperte - l’OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM, ancora prima l’OPA annunciata da quest’ultima sulla controllata Anima Holding, l’OPS presentata da MPS-Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca e l’OPS di BPER sulla Banca Popolare di Sondrio gli istituti di credito italiani, anche quelli più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse dell’area euro decise dalla BCE, hanno dimostrato di riuscire a sfornare profitti e dividendi di tutto rispetto, annunciando anche guidance improntate all’ottimismo.
Tanto che, stando a quanto ha calcolato Reuters, le sei principali banche italiane - al top Intesa SanPaolo, che di recente si è messa in evidenza per la pietra miliare degli 80 miliardi di capitalizzazione raggiunta - hanno concluso il 2024 riportando utili netti in crescita del 7,6% su base annua, a 24,3 miliardi di euro, a dispetto dei tagli dei tassi varati dalla Banca centrale europea che, nel corso del 2024, sono stati in tutto quattro (il quinto è stato annunciato alla fine di gennaio 2025). Non solo: sempre per le sei BIG i ricavi sono aumentati del 5,8% su base annua a 69 miliardi di euro: di questi, 40 miliardi sono arrivati proprio dalla voce di bilancio che si temeva avrebbe particolarmente sofferto in un contesto di allentamento della politica monetaria da parte della BCE, ovvero quella dell’NII (net interest income, margine netto di interesse, differenza tra i tassi applicati sui prestiti da parte delle banche e i tassi sui depositi). Molto bene anche le commissioni nette incassate con l’erogazione di servizi e altre transazioni, ammontate a 23,5 miliardi di euro. [...]
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