Oro, previsioni: ecco cosa aspettarsi entro la fine dell’anno

Lorenzo Monti

11/11/2015

L’oro chiuderà il 2015 in ribasso, ma cosa dobbiamo aspettarci per la fine dell’anno? Analisi e previsioni per le ultime settimane del 2015.

Oro, previsioni: ecco cosa aspettarsi entro la fine dell’anno

L’oro (XAUUSD) si appresta a chiudere il 2015 con una quotazione fortemente in ribasso rispetto all’inizio dell’anno.

A oggi 11 novembre 2015 l’oro viene scambiato a 1.090 dollari/oncia, in ribasso di oltre l’8% da inizio anno.

Le dinamiche che influiscono sul metallo giallo, come noto sono diverse: acquisto da parte degli stati per utilizzarlo come bene di riserva, correlazione inversa con il dollaro USA, natura di bene rifugio che lo rende più appetibile nel momento in cui l’economia mondiale mostra segni di recessione.

Oro: cosa è successo nei primi 10 mesi dell’anno

Come vediamo nel grafico in cui abbiamo confrontato l’andamento dell’oro con il dollar index, l’indice che mostra l’andamento del dollaro statunitense nei confronti di un paniere di altre valute, la correlazione inversa tra dollaro USA e oro ha funzionato a fasi alterne.
Fino al 23 gennaio 2015 non solo l’oro è salito di pari passo con la quotazione del dollaro, ma addirittura lo ha sovraperformato, toccando anche il massimo annuale di 1.307 $/l’oncia mercoledì 21 gennaio.
La ragione di questo forte rialzo di inizio anno sono da ricercarsi nel pericolo, o almeno così si pensava, Grexit. Il 25 gennaio il popolo ellenico al voto portò al primo governo Tsipras.

Fiduciosi sulla possibilità di un accordo tra Grecia e Troika, gli investitori hanno alleggerito le loro posizioni rialzista sull’oro, e l’andamento del metallo giallo ha da lì ad ora quasi perfettamente replicato al contrario la quotazione del dollar index.

Dal grafico risulta evidente che nel periodo in cui sono sorte le prime preoccupazioni sull’andamento dell’economia cinese (fine luglio), l’oro si sia apprezzato percentualmente più di quanto si sia svalutato il dollaro, a causa delle implicazioni sull’economia mondiale che una crisi dell’economia cinese comporterebbe.

A metà ottobre, quando la situazione economica USA non sembrava così rosea c’è stato un andamento a specchio di dollaro e oro, che è tornato in orbita 1.200 dollari.
L’apprezzamento del dollaro, dovuto prima alle parole hawkish della Presidente Yellen e poi ai dati positivi oltre le aspettative sul mercato del lavoro USA, ha fatto ripiombare l’oro sotto i 1.100 dollari.

Oro: cosa aspettarci per la fine dell’anno

In virtù di quanto analizzato fin qui, sull’andamento dei prezzi dell’oro le determinanti da qui a fine anno saranno principalmente le decisioni di politica monetaria di BCE e FED e la situazione dell’economia cinese, il cui rallentamento inciderebbe al rialzo sui prezzi del metallo giallo.

Gli operatori di mercato, dopo il rilascio dei dati Non farm pay-rolls di ottobre oltre le aspettative stimano una probabilità di rialzo dei tassi di interesse di riferimento USA al 68%.

Gli investitori hanno tagliato le loro partecipazioni in derivati di vario tipo sull’oro portando il totale a circa 1510 tonnellate, il livello più basso da agosto.
Se non dovessero esserci shock negativi dal punto di vista economico a livello mondiale, il trend dell’oro rimane quindi ribassista.

A livello tecnico, come vediamo dal grafico, le forze ribassiste potrebbero incontrare il supporto di area 1.070 dollari, che corrisponde ai minimi annuali registrati il 20 luglio.
Si tratta di un supporto che verrà messo alla prova presumibilmente se la Fed opterà per un rialzo dei tassi a dicembre. In questo caso l’obiettivo successivo sarebbe il supporto di 1.000 dollari/oncia, un livello che dal punto di vista tecnico e psicologico è di fondamentale importanza.

Se invece il ribasso non dovesse proseguire ed il mercato passasse in mano alle forze rialziste, i livelli da tenere in considerazione sono quelli delle resistenze di area 1.150 e successivamente quella di 1185 dollari.

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