Finita l’estate la Danimarca ha rimosso l’obbligo di utilizzo di green pass per i luoghi pubblici. Il Paese dice di avere la pandemia sotto controllo. Quali sono i dati?
Danimarca: il Paese ha dichiarato di avere sotto controllo la pandemia (per il momento). Il Ministro della Salute, Magnus Heunicke, ha fatto sapere che grazie a un buon 73-75% di persone che hanno completato il ciclo vaccinale il Paese è in grado di tenere sotto controllo la crisi sanitaria.
Così dal 1° settembre in Danimarca non c’è più l’obbligo di utilizzo del green pass (coronapas il nome della versione danese) per frequentare luoghi pubblici, anche se con alcune regole.
La situazione in Danimarca si è stabilita grazie alla campagna di vaccinazione, che si è concretata molto sulla fascia di età più a rischio, passando casa di riposo per casa di riposo a vaccinare. Gli anziani saranno, su queste previsioni, anche i primi a ricevere la terza dose (facoltativa).
Italia e Danimarca: modello simile ma risultati diversi
Italia e Danimarca non sono due Paese comparabili da un punto di vista numerico. In Danimarca abitano circa 5,806 milioni persone, motivo per il quale quando a inizio estate i casi positivi di coronavirus hanno superato quota 1.000 il Paese ha introdotto tutta una serie di restrizioni.
La Danimarca è stata una delle prime nazioni ad adottare il green pass e a fare informazione sul vaccino, tanto che il Ministro della Salute Magnus Heunicke ha parlato di record di vaccinati. Attualmente in Danimarca la popolazione completamente vaccinata è intorno al 75%, percentuale che pone il Paese tra i primi in Europa per risultati.
L’Italia ha adottato un modello non troppo dissimile, ovvero il green pass serviva per far ripartire le attività e quindi per accedere a musei, ristoranti, bar, palestre, cinema, parrucchieri etc. Dov’è allora la differenza? Potremmo dire nella popolazione, ben maggiore nel nostro Paese o potremmo dire che la comunicazione sul vaccino non è stata altrettanto efficace.
Tassi di vaccinazioni alte in tutte le fasce d’età, in particolare negli anziani
La differenza sostanziale a questo punto è sicuramente il numero di vaccinati nella fascia di età più a rischio, quella considerata fragile e il cui tasso di ricovero e mortalità è più elevato: gli anziani.
Nelle case di cura il tasso di vaccinazione ha superato il 90%, assestandosi intorno al 95%, mentre gli anziani nella fascia sopra gli 85 anni hanno superato il 96% di vaccinati. Inoltre il personale medico e sanitario, oltre che quello dei servizi sociale, è quasi totalmente vaccinato, con il 98,2% di persone che hanno concluso il ciclo vaccinale.
In totale la Danimarca, che ricordiamo avere circa 5,8 milioni di abitanti, da inizio pandemia ha contato 2.573 morti e attualmente sono ricoverati 126 pazienti in aria non critica e 19 in terapia intensiva per il Covid-19.
Cosa succede ora in Danimarca?
Non è un via libera. Quello danese è un primo passo concreto verso il ritorno della cosiddetta normalità. Dalla fine di agosto sono state rimosse alcune limitazioni, come l’uso del coronapass per entrare nei musei; decisione poi estesa dal 1° settembre anche ad altri settori, come quello della ristorazione.
Dal 10 settembre, se i dati dovessero rimanere stabili come in questo momento (complice e colpevole i numeri della variante Delta) la Danimarca è pronta a rimuovere tutte le limitazioni introdotte a marzo 2020, quindi a inizio pandemia. Intanto, fino a questa data, il green pass danese sarà richiesto all’ingresso di locali notturni come le discoteche e per gli eventi sportivi che prevedono un grande assembramento, come allo stadio. Infine per l’eliminazione dellelimitazioni per l’ingresso nel Paese si dovrà aspettare fino a ottobre.
A questo punto il Ministro della Salute e il Governo si affidano al buon senso dei cittadini e hanno avvertito: “Siamo in una buona situazione in questo momento, ma non siamo fuori dall’epidemia”. Hanno inoltre fatto sapere che il Governo non esisterà ad agire rapidamente se la pandemia minaccerà nuovamente le funzioni essenziali della società.
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