La corsa ai beni rifugio spinge l’oro ai massimi, sfiorando i 2.000 dollari l’oncia. La guerra che Putin ha acceso stamane in Ucraina sta gettando nel caos i mercati, con il metallo più forte che mai.
Stamattina l’oro spot è salito di oltre il 3%, raggiungendo il livello più alto da settembre 2020, con i trader a caccia di asset rifugio dopo che la Russia ha lanciato un’azione militare contro l’Ucraina.
Il prezzo dell’oro sovraperforma e viaggia sui 1.970 dollari l’oncia mentre si scrive. Finora il metallo giallo è aumentato di circa l′8% a febbraio, mettendosi in corsa per il suo più grande guadagno mensile da luglio 2020.
La crescente incertezza sui timori che l’attuale conflitto, che è ancora limitato, possa intensificarsi, spinge fortemente il prezzo dell’oro, che è sulla buona strada per segnare il record.
La corsa dell’oro può toccare 2.000 dollari l’oncia?
Alle ore 13.00, l’oro spot scambia a 1.964,20 dollari l’oncia, con un +2,82%.
Si apre, quindi, la strada verso un nuovo test del livello psicologico di $2.000, che è stato superato nell’agosto 2020, durante la pandemia di coronavirus. Gli esperti non escludono livelli a $2.015 e $2.049, inferiori al massimo record di $2.074, registrato ad agosto 2020.
La performance del metallo dipenderà direttamente dall’evoluzione della situazione in Ucraina. Se l’escalation non vedrà altri colpi di scena, il prezzo dell’oro potrebbe essere in parte riassorbito.
I lingotti sono aumentati nelle ultime settimane mentre la situazione di stallo di Mosca con l’Occidente si è intensificata, contribuendo a compensare altri venti contrari come l’inasprimento della politica della Federal Reserve che avrebbe dovuto pesare sul metallo.
“Ci aspettiamo che i prezzi dell’oro superino i $2.000/oncia nei prossimi giorni se il conflitto dovesse intensificarsi ulteriormente. Una rapida correzione ne seguirà una volta che l’intensità del conflitto si sarà esaurita”, ha scritto in una nota Bernard Dahdah, analista di materie prime di Natixis.
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