Renault-Nissan ha annunciato di aver acquisito il controllo del 34% di Mitsubishi Motors: un’altra grande novità nel mondo dell’industria automobilistica giapponese.
Nissan - azienda automobilistica giapponese che fa parte del gruppo Renault - ha annunciato di aver ultimato l’acquisto del 34% di Mitsubishi Motors per 237 miliardi di yen (ovvero quasi 2,1 miliardi di euro), che corrispondono a 468,52 yen per azione.
L’amministratore delegato di Nissan-Renault, Carlos Ghosn, diventerà così anche presidente di Mitsubishi Motors, mentre Hiroto Saikawa assumerà l’incarico di co-CEO alla Nissan.
L’operazione fa parte di una strategia di progressivo rafforzamento del gruppo Renault all’interno del mercato giapponese, ma per Mitsubishi Motors la ricerca di un partner solido era comunque diventata necessaria dopo lo scandalo dei test truccati sui consumi che ha travolto la quarta azienda automobilistica del giappone che fa capo alla holding finanziaria Mitsubishi Keiretsu.
Le altre società che fanno parte della holding resteranno nel capitale Mitsubishi e insieme a Nissan deterranno una quota pari al 51%. Il piano per il rilancio di Mitsubishi messo a punto da Ghosn si basa su un robusto taglio dei costi e punta a ottenere per entrambe le aziende un beneficio di 24-25 miliardi di yen il primo anno, destinato a salire negli anni successivi.
Nissan-Mitsubishi ma non solo: industria giapponese in fermento
La “conquista” di Mitsubishi da parte di Nissan-Renault arriva in un momento particolare per l’industria automobilistica giapponese, alle prese con rapidi mutamenti tecnologici. Lo dimostra il recente avvio di una partnership tra Toyota e Suzuki nel campo della ricerca e dello sviluppo.
Sempre Toyota a gennaio ha riassorbito Daihatsu, casa automobilistica nipponica specializzata nella produzione di vetture di piccola e media cilindrata, rafforzando in questo modo anche la presenza nel sud-est asiatico.
Dal canto suo Suzuki nel 2009 aveva avviato una partnership con Volkswagen dopo la fine della collaborazione con General Motors. L’alleanza si è conclusa nell’agosto del 2015, poco prima che il marchio tedesco fosse travolto dal diesel-gate.
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