Buona parte del flusso di gennaio è stato generato da un’operazione straordinaria che ha coinvolto il gruppo Poste Italiane. Fra i gestori pochi segni positivi: in evidenza solo il gruppo Generali, Amundi segna la peggior variazione negativa
A gennaio la raccolta netta dell’industria è stata di 55,314 miliardi, in buona parte generati dall’ingresso nel perimetro del risparmio gestito di circa 53 miliardi di euro per effetto di un’operazione di carattere straordinario posta in essere all’interno del gruppo Poste Italiane e consistente nel conferimento alla SGR di gruppo di un mandato istituzionale per la gestione del patrimonio di BancoPosta.
Fonte: Assogestioni
Nel primo mese dell’anno le gestioni collettive hanno raccolto 692 milioni, principalmente grazie al contributo dei fondi aperti (+600 milioni). Con riferimento a questi ultimi, i prodotti su cui nel mese i risparmiatori italiani hanno orientato le proprie preferenze sono i monetari (+3,35 miliardi), mentre la categoria di fondi a lungo termine ha registrato deflussi per 2,75 miliardi.
All’interno di quest’ultima categoria si sono distinti i fondi bilanciati (+187 milioni) e gli azionari (+26 milioni), mentre obbligazionari e flessibili hanno lasciato sul terreno circa 2,8 miliardi in aggregato.
Il patrimonio gestito ammonta a 2.106,48 milioni di euro, equamente ripartiti fra gestioni collettive (1.036,83 milioni, circa il 49,2%) e gestioni di portafoglio (1.069,65 milioni, circa il 50,8%).
Fra i gestori la raccolta netta maggiore è stata registrata dal gruppo Generali (+3,42 miliardi), mentre Amundi segna la peggior variazione negativa (-4,54 miliardi i deflussi di gennaio 2019).
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