In un’intervista a Libero, Matteo Salvini sull’emergenza coronavirus non risparmia stoccate al governo: “Non basta slittare le scadenze fiscali di un mese, certi tributi andrebbero cancellati, errore non concedere la zona rossa ad Alzano e Nembro”.
Giornata di interviste per la politica italiana in attesa del decreto “salva economia” che il governo si appresta a licenziare per cercare di porre dei rimedi all’emergenza coronavirus che sta producendo forti danni anche al nostro tessuto economico.
Al premier Giuseppe Conte che sulle colonne del Corriere della Sera ha punzecchiato Renzi e spiegato che il picco non è ancora arrivato, ha in qualche modo risposto il leader dell’opposizione Matteo Salvini intervistato da Libero.
“Quando usciremo da questa situazione dovranno cambiare molte cose” ha spiegato il segretario della Lega, definendosi poi una sorta di leone in gabbia “perché non posso fare tutto quello che voglio”.
“Il potere centrale ha vacillato mentre le Regioni hanno risposto bene - ha continuato Salvini - E non solo Lombardia e Veneto, anche il governatore campano De Luca ha capito subito la gravità della situazione e preso provvedimenti giusti. Significa che le nostre richieste di maggiore autonomia dei territori, e mi riferisco anche ai Comuni, erano giuste”.
Duro l’ex ministro poi su Christine Lagarde che si sarebbe dovuta dimettere, mentre in merito alle parole più al miele di Ursula von der Leyen queste sarebbero state pronunciate “perché così può sforare anche la Francia”.
Quanto al decreto “salva economia” che il governo si appresta a varare, Matteo Salvini ha spiegato che “una settimana fa avevo chiesto 50 miliardi di aiuto a sostegno dell’economia ed ero stato preso per pazzo. Ora il Governo ha capito che la situazione è drammatica. Il punto è che non basta slittare le scadenze fiscali di un mese, certi tributi andrebbero cancellati”.
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