Scandalo emissioni: dopo le scie che ancora coinvolgono Volkswagen, ora un altro colosso mondiale finisce al centro dei riflettori. Mitsubishi ammette di aver falsificato i test.
La Mitsubishi Motors Corp ha ammesso di aver falsificato i test sui consumi delle proprie vetture, al fine di ottenere risultati migliori sulle emissioni.
L’ammissione di colpa decreta un immediato tonfo per il titolo quotato sul mercato di Tokyo, che perde il -15% nel post annuncio di questa mattina, subendo un crollo di $1,2 miliardi nel suo valore di mercato.
Vediamo i dettagli del nuovo scandalo emissioni, dopo aver visto come la Volkswagen stia ancora patendo un difficile recupero dopo i fatti dello scorso settembre.
Scandalo emissioni: Mitsubishi si dichiara colpevole
La sesta casa automobilistica del Giappone, per valore di mercato, ha apertamente dichiarato di aver truccato i test sui consumi delle proprie vetture per raggiungere migliori risultati sulle emissioni.
Il presidente della società Tetsuro Aikawa si è piegato a chiedere scusa per quello che è il più grande scandalo per Mitsubishi dell’ultima decade.
Il mercato ha reagito immediatamente causando il più grande crollo giornaliero degli ultimi 12 anni per la casa produttrice, con la quotazione crollata del 15% e scesa a 733 yen.
I test incriminati coinvolgono 625.000 vetture prodotte da metà 2013 fino ad oggi, inclusa la Mitsubishi eK e altre 468.000 veicoli costruiti per Nissan Motor.
Le vendite di Mitsubishi durante lo scorso anno hanno sorpassato quota 1 milione.
Questo scandalo è il primo a coinvolgere una casa produttrice di veicoli giapponese e il secondo dopo il noto caso che ha coinvolto la tedesca Volkswagen.
Gli unici precedenti simili sono da riferirsi a Hyundai Motor Co e Kia Motors Corp, che avevano pagato delle multe al governo USA quando nel 2014 era stato scoperto che avevano corretto al rialzo i rating sui consumi delle proprie vetture, ricevendo anche lamentele da parte dei loro clienti.
Scandalo Mitsubishi: il presidente chiede scusa e iniziano le indagini
Il presidente di Mitsubishi Motors Tetsuro Aikawa ha chiesto scusa pubblicamente in una conferenza stampa tenuta a Tokyo durante la nostra mattinata di oggi:
“Il misfatto non era intenzionale, per quanto risulti evidente che le falsificazioni fossero fatte per ottenere risultati migliori dai test. Non ero a conoscenza dei fatti ma mi sento responsabile.”
L’accaduto è stato immediatamente comunicato al ministero del trasporto giapponese, con Nissan che ha ordinato ai propri rivenditori di interrompere la vendita dei veicoli coinvolti.
Mitsubishi, da parte sua, avvierà delle indagini interne per capire i responsabili, oltre che per chiarire quali tra le vetture incriminate sono state spedite all’estero.
I problemi per Mitsubishi, come fu per Volkswagen lo scorso settembre, sono appena iniziati.
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