Nuove responsabilità per i docenti con la nuova legge sul Cyberbullismo; nasce la figura dell’insegnante referente, ecco di cosa si occuperà.
Il Ddl sul cyberbullismo, approvato alla Camera, prevede molte novità per le scuole e non poteva essere altrimenti visto il ruolo che questa occupa nella vita dei ragazzi.
Una delle novità riguarda i professori: il Ddl sul cyberbullismo, infatti, prevede che il Dirigente Scolastico debba individuare un responsabile per la lotta al cyberbullismo tra i docenti.
Come per gli insegnanti responsabili della sicurezza degli edifici, anche i docenti scelti per coordinare tutte le iniziative riguardanti il problematico fenomeno del cyberbullismo avranno dei compiti in più, ai quali però non dovrebbe seguire un aumento della retribuzione.
Per questo motivo, pur riconoscendo l’utilità della legge sul cyberbullismo, molti insegnanti sono rimasti perplessi per l’ennesimo carico di responsabilità non seguito da un riconoscimento economico.
Nel progetto approvato alla Camera, infatti, viene specificato che l’approvazione e l’attuazione delle linee di orientamento per la lotta al cyberbullismo dovrà avvenire senza maggiori oneri per la finanza pubblica. Ciò significa due cose: o che all’insegnante referente della lotta al bullismo non ci sarà una retribuzione extra, oppure che questa sarà minima e garantita dall’ormai impoverito Fondo d’Istituto e autonomia scolastica.
Ma di cosa si dovrà occupare l’insegnante che verrà scelto per questo nuovo ruolo? Ecco quanto stabilisce la nuova legge sul cyberbullismo per la quale si attende ancora l’approvazione del Senato.
Legge Cyberbullismo: di cosa si occuperà l’insegnante referente?
La nuova legge definisce con chiarezza quali sono i casi identificabili come cyberbullismo. Nel dettaglio, si intende “qualsiasi forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica”.
I soggetti tutelati sono i minori con meno di 14 anni e i loro genitori, i quali possono richiedere l’oscuramento, la rimozione e il blocco dei dati personali del minore pubblicati su un sito Internet o su un Social Network.
Ecco perché le scuole avranno un ruolo di primo piano nella lotta al cyberullismo.
Infatti, la nuova legge prevede che le scuole, di ogni ordine e grado, debbano promuovere l’educazione all’uso consapevole della rete Internet, e ai diritti e doveri derivanti dall’utilizzo delle piattaforme informatiche.
Le attività formative saranno gestite in autonomia, anche economica, dalle scuole le quali dovranno provvedere anche alla formazione del personale scolastico tramite la partecipazione di un proprio referente ai corsi organizzati dal MIUR.
Il referente si occuperà di coordinare le iniziative per la prevenzione e di contrasto del cyberbullismo. Un ruolo prettamente organizzativo per il quale potrà avvalersi anche della collaborazione delle Forze di Polizia e dei “centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio”.
Sarà il Dirigente Scolastico, invece, ad avere l’obbligo di informare le famiglie dei ragazzi coinvolti negli atti di cyberbullismo.
Legge Cyberbullismo: insegnanti contrari ai nuovi poteri
Il ruolo dell’insegnante referente sarà comunque molto importante e per questo richiederà diverso tempo per la formazione. Ecco perché l’individuazione del referente da parte del Collegio dei docenti dovrà avvenire previa la sua disponibilità.
Una novità che comunque non convince gli insegnanti, tant’è che in molti si chiedono se, vista la delicatezza della questione e le responsabilità che derivano dal nuovo ruolo, non sarebbe stato meglio prevedere una figura esterna con competenze specifiche in materia.
Una proposta difficilmente realizzabile poiché ciò richiederebbe degli oneri che lo Stato non ha intenzione di accollarsi.
Saranno gli insegnanti quindi, sempre se arriverà l’approvazione da parte del Senato, a dover scegliere chi sarà il loro referente nella lotta al cyberbullismo nelle scuole.
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