Turchia sempre ostaggio dell’inflazione. E dei licenziamenti di Erdogan

Violetta Silvestri

29 Gennaio 2022 - 15:50

Non si placa la tensione politica ed economica della Turchia: in focus c’è ancora l’inflazione alle stelle e la strategia di Erdogan sui tassi bassi. Intanto, è arrivato un altro licenzimento.

Turchia sempre ostaggio dell’inflazione. E dei licenziamenti di Erdogan

Turchia sempre in agitazione: Erdogan ha licenziato il capo dell’istituto nazionale di statistica in seguito a notizie di tensioni tra di loro sui dati dell’inflazione del Paese.

Un decreto pubblicato nella gazzetta ufficiale sabato mattina ha annunciato la rimozione di Sait Erdal Dincer, dopo che il tasso ufficiale di inflazione ha raggiunto il massimo degli ultimi 19 anni del 36% a dicembre.

È stato sostituito - dopo appena 10 mesi - da Erhan Cetinkaya, che in precedenza era vicepresidente dell’autorità di regolamentazione bancaria del paese.

L’ennesimo cambio ai vertici in Turchia, dopo i diversi spostamenti alla guida della banca centrale. Erdogan continua nella sua complessa strategia economica dei tassi bassi, nonostante prezzi ai massimi e svalutazione monetaria.

Erdogan insiste sui tassi bassi. E continua a licenziare

La rimozione di Dincer da parte del Governo turco arriva dopo settimane di speculazioni sui media nazionali sull’attrito tra lui ed Erdogan riguardante l’aumento del tasso di inflazione ufficiale.

Allo stesso tempo, TurkStat ha subito forti pressioni da parte dei partiti di opposizione, che l’hanno accusata di manipolare i dati per mostrare prezzi più bassi di quanto in realtà non fossero (per compiacere Erdogan).

Sullo sfondo c’è la convinzione del presidente che l’ortodossia economica, secondo cui l’aumento dei tassi di interesse aiuta a frenare l’inflazione, non si deve applicare in Turchia. Stando alle indicazioni di Erdogan, infatti, i tassi bassi introdurranno la stabilità dei prezzi.

Non a caso, la banca centrale ha tagliato quattro volte i tassi di interesse negli ultimi mesi dello scorso anno e la lira è crollata di valore.

Coinvolta in una crisi valutaria alimentata dalla mossa della banca centrale di tagliare i tassi di 500 punti base da settembre, la Turchia ha visto l’inflazione di dicembre salire al livello più alto nei 19 anni di Governo di Erdogan.

Tuttavia, il presidente resta convinto delle sue azioni e sabato 29 gennaio ha ripetuto:

“Stiamo abbassando i tassi di interesse e li abbasseremo. ...Il tasso di cambio si stabilizzerà e l’inflazione diminuirà..”

L’agenzia annuncerà il tasso di inflazione di gennaio il 3 febbraio. Nureddin Nebati, il ministro delle finanze del Paese, ha dichiarato a un incontro di economisti a Istanbul lo scorso fine settimana che si aspettava un picco dell’inflazione del 40% nei prossimi mesi.

Goldman Sachs, la banca di investimento statunitense, prevede prezzi al consumo annuali al 48% a gennaio.

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