AI Act, cosa prevede l’intesa Ue sull’intelligenza artificiale

Luna Luciano

09/12/2023

L’Europa ha raggiunto un’intesa sull’Intelligenza Artificiale e sul suo regolamento: ecco cosa prevede.

AI Act, cosa prevede l’intesa Ue sull’intelligenza artificiale

Un risultato storico. Il Parlamento e il Consiglio dell’Ue hanno trovato un accordo per approvare l’AI Act, la prima legge al mondo per regolamentare lo sviluppo e l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale.

Dopo tre giorni di intense trattative, nella notte tra venerdì 8 dicembre e sabato 9 dicembre si è quindi giunti all’accordo politico su un testo legislativo a dir poco “rivoluzionario”, in quanto ha l’obiettivo di indicarne gli usi consentiti e quelli proibiti per tutelare la privacy e gli altri diritti dei cittadini europei.

Al momento delle trattative, Parlamento e Consiglio europeo si trovavano su posizioni nettamente diverse - volendo semplificare - il Parlamento esigeva regole più restrittive, mentre i Governi chiedevano maggiori margini di manovra nel campo della sicurezza, dell’economia e nel settore industriale.

Dopo essere giunti all’accordo politico, il testo ora dovrà essere affinato dai tecnici incaricati di dover mettere per iscritto la versione definitiva della legge, la quale dovrà poi essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio dell’Unione Europea. Il regolamento verrà pienamente applicato due anni dopo l’entrata in vigore, ma cosa prevede esattamente? Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

AI Act, Cosa prevedono le norme dell’intesa sull’Intelligenza artificiale

Rispetto alla proposta comunitaria, l’AI Act prevede poteri di applicazione a livello europeo e il suo obiettivo è quello di garantire che l’intelligenza artificiale protegga:

  • i diritti fondamentali;
  • la democrazia;
  • lo Stato di diritto;
  • la sostenibilità ambientale.

Per quanto concerne l’identificazione biometrica (RBI), si è concordato sul concedere il permesso alle Forze dell’Ordine di utilizzare l’RBI ma prevedendo una serie di salvaguardie e ristrette eccezioni per il suo utilizzo, previa autorizzazione giudiziaria e solo per elenchi di reati rigorosamente definiti. In una nota il Parlamento ha spiegato che l’RBIpost-remoto” verrebbe utilizzato solo per:

  • la ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave come terrorismo, traffico di esseri umani, omicidio, stupro;
  • la ricerca di vittime di rapimento, traffico, sfruttamento sessuale;
  • la prevenzione di una minaccia terroristica specifica e attuale.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale “generativa” - ossia l’utilizzo dell’IA per la creazione di nuovi contenuti, come testo, immagini, musica, audio e video - il compromesso prevede un “approccio a due velocità”: saranno imposte regole a tutti per garantire la qualità dei dati utilizzati nello sviluppo degli algoritmi e per verificare che non violino il copyright; mentre gli sviluppatori dovranno garantire che i contenuti prodotti siano identificati chiaramente come “artificiali”.

Infine l’AI Act prevede delle misure a sostegno dell’innovazione e un regime di sanzioni, con multe che vanno da 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale a 7,5 milioni o l’1,5% del fatturato, a seconda della violazione e delle dimensioni dell’azienda.

AI Act, quali sono i divieti e gli obblighi previsti?

Soffermandosi più specificatamente sull’AI Act, molteplici sono i divieti e gli obblighi inseriti all’interno del sistema normativo dedicato all’intelligenza artificiale.

La lista dei divieti include:

  • i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano dati sensibili come le convinzioni politiche, religiose e la razza;
  • la raccolta non mirata di immagini del volto da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale;
  • il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole
  • il social scoring e intelligenza artificiale utilizzata per manipolare o sfruttare le vulnerabilità degli utenti.

L’accordo poi prevede una serie di obblighi per i sistemi ad alto rischio, tra cui una valutazione dell’impatto sui diritti fondamentali. In questa categoria saranno inseriti anche i sistemi di AI usati per influenzare l’esito delle elezioni e il comportamento degli elettori.

AI Act, quali sono i diritti dei cittadini?

In tutto ciò, oltre a prevedere sanzioni per chi viola la legge, obblighi e divieti per le aziende, l’AI Act tutela i diritti dei cittadini europei, non solo il diritto alla privacy ma prevede che i cittadini abbiano il diritto a presentare reclami sui sistemi dell’ IA e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate sui sistemi di IA ad alto rischio che hanno un impatto sui loro diritti.

0 per questo che la rappresentante del Consiglio durante i negoziati, Carme Artigas, sottosegretaria spagnola al digitale, si è detta orgogliosa dell’accordo, in quanto promuove l’innovazione tutelando la privacy dei cittadini.

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