L’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma molto probabile. A dirlo è Dmitry Medvedev, ex presidente russo. I motivi sono 2 e non è mai colpa della Russia. Ecco cosa ha detto.
In un lungo articolo firmato dal vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa viene citata nuovamente l’ipotesi dell’apocalisse nucleare. Secondo Dmitry Medvedev infatti questa è possibile per due motivi: perché è già successo e perché la crisi in corso è più grave di quelle del passato.
L’articolo ha lo scopo di analizzare l’era del confronto e di trovare una soluzione a questa spaccatura della civiltà. Secondo Medvedev i politici occidentali evocano la pace per l’Ucraina solo a condizione del “regime nazista di Kyiv”, senza aprirsi alla possibilità di un compromesso con la Russia. Le parole dell’ex presidente russo sono un continuo attacco ai comportamenti “idioti” degli occidentali e rappresentano un tentativo di smentire i media globali che discutono della guerra russa in Ucraina: dalla Russia isolata, l’economia a pezzi e il tentativo di contenere la Nato come motivo scatenante della guerra. Su quest’ultimo punto Dmitry Medvedev scrive che “se i Paesi in conflitto non vengono accettati nella NATO, questo significa che il conflitto sarà permanente , perché si tratta dell’esistenza della Russia”.
Il vice presidente del Consiglio di sicurezza tra i temi trattati nell’articolo fa esplicito riferimento a un conflitto nucleare. L’unico modo per risolvere la lunga fase di confronto, e quindi la situazione di stallo, è la Terza Guerra Mondiale. Si tratterebbe di guerra senza vincitori e che sarebbe impossibile da considerare come vittoria con milioni di città in rovina, morti e radiazioni. Eppure “l’apocalisse non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile”.
La pace sì, ma solo con compromessi favorevoli alla Russia
Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale vice presidente del Consiglio di sicurezza della federazione, è solito lanciarsi in attacchi contro l’Occidente e affermazioni sopra le righe. Nell’ultimo articolo pubblicato su Rossiyskaya Gazeta non è da meno. Nella descrizione dell’attuale situazione globale Medvedev usa la metafora della “spaccatura tettonica della civiltà”. Una soluzione, secondo l’ex presidente ed ex filo-occidentale, esiste ed è la via del compromesso, ma con la comprensione di diversi punti fondamentali: il regime nazista di Kyiv deve essere annientato, ci deve essere la sospensione delle relazioni diplomatiche con Polonia, Gran Bretagna e Finlandia - considerati Paesi ostili - e non ci devono essere linee anti-Russia.
L’alternativa a questo non è la pace, ma un conflitto mondiale di tipo nucleare, in altre parole l’apocalisse nucleare.
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“In linea di principio non dovrebbe esserci più anti-Russia, altrimenti prima o poi tutto finirà molto male. Il regime nazista di Kiev deve essere annientato”, si può riassumere così l’articolo di Dmitry Medvedev. Quando scrive che tutto potrebbe finire molto male l’ex presidente russo intende proprio una “guerra nucleare”.
Secondo Medvedev infatti l’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza “probabile”. I motivi sono 2. Il primo è che ci troviamo in una crisi peggiore di quella di Cuba e quindi la minaccia nucleare è considerevolmente più alta; il secondo motivo è che armi nucleari sono state giù utilizzate e quindi non ci sono più tabù.
Eppure quello che Medvedev non dice è che proprio l’utilizzo delle due bombe nucleari sul Giappone da parte degli Stati Uniti hanno reso evidente come questo genere di armi non possa essere utilizzato senza il rischio di distruggere il genere umano. Lo scrive nel suo articolo: non ci saranno vincitori. No, perché la mutua distruzione assicurata, in caso di terzo conflitto mondiale di tipo nucleare, è una certezza.
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