Meno soldi sull’Assegno di inclusione, per quale motivo? Le ragioni possono essere diverse.
Non è assolutamente detto che l’importo dell’Assegno di inclusione sia lo stesso ogni mese. Ci sono infatti molti fattori che possono incidere, in negativo come pure in positivo, comportando un ricalcolo dell’assegno.
Se con l’ultimo pagamento avete avuto meno soldi sulla ricarica, questo è la guida giusta per voi: analizzeremo tutti i casi che potrebbero motivare una riduzione dell’importo accreditato, così che possiate eventualmente difendervi da eventuali errori di calcolo.
Come viene calcolato l’Assegno di inclusione
Così come il Reddito di cittadinanza, anche l’Assegno di inclusione si configura come un’integrazione del reddito familiare, determinato in base ai dati contenuti nell’Isee, dal quale però vengono sottratti i trattamenti assistenziali in esso indicati e aggiunti quelli in corso di godimento.
Se ad esempio un componente del nucleo prendeva la Naspi nel 2022 (periodo preso come riferimento per l’Isee 2024), questa non verrà considerata nel reddito familiare. Diversamente se ne percepisce quest’anno allora sì, anche laddove non risultasse nell’Isee.
Attenzione però, perché anche i rapporti di lavoro successivi al periodo preso in considerazione nell’Isee concorrono alla formazione del reddito familiare, ma solo per la parte che supera i 3.000 euro. Tuttavia, non essendo indicati nella Dsu, è obbligo dell’interessato darne comunicazione all’Inps attraverso il modello Adi-Com, pena la sanzione della decadenza (con possibili ripercussioni anche sul piano penale).
Nel dettaglio, il reddito familiare viene sottratto dalla soglia minima che si vuole far raggiungere con l’Assegno di inclusione, pari a 6.000 euro per la persona sola, mentre per i nuclei familiari più numerosi aumenta applicando il parametro di scala di equivalenza così calcolato:
Dunque, più è basso il reddito familiare e maggiore sarà l’integrazione spettante a titolo di Assegno di inclusione, e viceversa. Così come ovviamente anche la presenza di minori, disabili e altri componenti maggiorenni che non sono nella condizione di poter lavorare (ad esempio perché si prendono cura di minori di 3 anni, oppure di almeno 3 figli minori o di una persona con disabilità), incide notevolmente.
Come e quando viene ricalcolato l’importo dell’Assegno di inclusione
Prima della liquidazione dell’Assegno di inclusione, quindi, l’Inps fa tutte queste valutazioni e calcola l’importo da riconoscere alla famiglia.
È importante sottolineare però che non è detto che sarà lo stesso per tutto il periodo di percezione della misura. Ogni mese, prima del pagamento della ricarica, l’Inps effettua una nuova verifica andando a ricalcolare il reddito familiare, valutando così se ci sono state variazioni tali da comportare un aggiornamento dell’importo.
Ogni mese l’Inps utilizza la seguente formula sulla base dei dati in suo possesso, aggiornati all’ultimo giorno del mese precedente a quello in cui si effettua il pagamento:
(Soglia massima Adi* - Reddito familiare)/12 + Rimborso affitto
*Pari a 6.000 x Parametro di scala di equivalenza
Un’operazione che quindi viene effettuata mensilmente, ma potrebbe succedere che l’Inps venga in possesso di alcune informazioni rilevanti solo in un secondo momento. Il ricalcolo così viene applicato successivamente e nella stessa sede vengono recuperati eventuali indebiti, oppure pagati gli arretrati nel caso di ricalcolo favorevole.
Perché questo mese ci sono meno soldi sulla ricarica
Detto questo, possiamo rispondere alla domanda di apertura facendo chiarezza sulle ragioni per cui questo mese (o nei prossimi) potrebbero esserci meno soldi sulla ricarica. Nel dettaglio, può succedere perché:
- nell’ultimo periodo uno o più componenti del tuo nucleo familiare hanno iniziato a godere di una misura di sostegno al reddito, come potrebbe essere la Naspi ma anche una pensione di invalidità. In questo caso, infatti, il reddito familiare è aumentato e di conseguenza si è ridotto il valore dell’integrazione;
- nell’ultimo periodo uno o più componenti del nucleo familiare hanno avviato un’attività lavorativa, come autonomo o dipendente, con un reddito presunto superiore a 3.000 euro. Ricordiamo che solo la parte che eccede questa soglia, infatti, pesa sul reddito familiare;
- è cambiato il parametro di scala di equivalenza. Ad esempio se uno dei figli ha compiuto i 2 anni il valore assegnato non sarà più di 0,15 ma di 0,10. L’importo spettante, quindi, rischia di ridursi di 25 euro al mese. Così come può essere che quando il figlio compie 3 anni non sussiste più il carico di cura nei confronti di uno dei genitori e quindi viene sottratto lo 0,40 a lui assegnato non essendo più considerato nel nucleo ai fini Adi. In tal caso la perdita può essere persino di 200 euro al mese. Fino a 150 euro al mese, invece, si perdono nel caso in cui viene meno la condizione di grave disagio biosociale di un componente maggiorenne;
- è cambiato il nucleo familiare. Ricordiamo che ogni volta che intervengono delle variazioni tra i componenti del nucleo familiare, ad esempio perché c’è chi cambia residenza oppure in caso di nuova nascita, oppure di morte di una persona, bisogna presentare un nuovo Isee. Una tale situazione potrebbe quindi comportare tanto la variazione del reddito familiare, pensiamo ad esempio a un pensionato che si trasferisce nella famiglia beneficiaria dell’Adi, come pure del parametro di scala di equivalenza, con tutte le ripercussioni del caso.
E attenzione perché nei casi appena elencati la riduzione dell’Assegno di inclusione non è l’unica conseguenza possibile. Laddove la variazione dovesse essere talmente rilevante da comportare il superamento delle soglie reddituali, la misura decade.
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