Assegno unico figli a carico, notevoli vantaggi nel 2023 per le famiglie con figli di età inferiore a 3 anni. Ecco di quanto cambia - e aumenta - l’importo.
Nel 2023 l’importo dell’assegno unico universale godrà di un duplice aumento: da una parte l’incremento dovuto alla rivalutazione degli importi e delle fasce Isee, e dall’altra la maggiorazione riconosciuta dalla legge di Bilancio 2023 ai figli con età inferiore a 3 anni (non compiuti).
Anche l’assegno unico per figli a carico, infatti, godrà dell’indicizzazione (come stato per le pensioni) sulla base dei dati sull’inflazione rilevati nel 2022: un incremento che, stando ai dati, dovrebbe essere del 7,3% ma che deve essere ancora ufficializzato dall’Inps con apposita circolare.
Quel che è certo è l’incremento previsto dalla legge di Bilancio 2023 in favore dei figli che non hanno ancora compiuto i 3 anni, per i quali viene riconosciuta una maggiorazione del 50%.
Tuttavia, la maggiorazione spetta fino al compimento dei 3 anni solamente nel caso si tratti di un figlio successivo al secondo; diversamente, quindi per primo e secondo figlio, la maggiorazione sarà riconosciuta solamente fino al compimento di 1 anno.
Sarà l’Inps a fornire i dettagli su questa nuova maggiorazione, ma dalla lettura di quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2023, come pure grazie ai dati sulla rivalutazione 2023, possiamo dare una prima risposta alla domanda su quanto si prenderà di assegno unico universale per i figli di età inferiore ai 3 anni, nonché su quanto aumenta l’importo rispetto al 2022.
Assegno unico aumenta per tutti i figli nel 2023
Intanto è bene ricordare che per l’assegno unico per figli a carico è atteso un aumento tout court nel 2023.
Come si legge nel comma 11, articolo 4, del decreto legislativo n. 230 del 2021 con il quale è istituito l’assegno unico, “gli importi [...] come individuati dalla tabella 1 allegata [...] e le relativa soglia Isee, sono adeguati annualmente alle variazioni dell’indice del costo della vita”.
Come per le pensioni, quindi, anche per l’assegno unico dovrebbe esserci un rialzo del 7,3%, tasso di rivalutazione (provvisorio) accertato dall’Inps.
Ne risulta che chi oggi percepisce l’importo massimo, 175 euro per figlio, potrebbe godere di un incremento mensile di 12,77 euro circa, arrivando così a poco più di 187 euro. E nel frattempo verrebbe anche rivista la soglia entro cui godere dell’importo massimo: non più 15.000 euro di Isee come oggi, bensì 16.095 euro.
E a godere della rivalutazione sarebbero anche le maggiorazioni, come ad esempio quella riconosciuta laddove entrambi i genitori abbiano un reddito. 30 euro oggi, 32,19 euro nel 2023.
Ricordiamo che queste cifre non sono state ancora ufficializzate dall’Inps con apposita circolare, quindi è bene utilizzare il condizionale visto che potrebbero esserci dei piccoli discostamenti.
Quanto si prende di assegno unico per un figlio di età inferiore ai 3 anni
Oggi non sono previste maggiorazioni in base all’età del figlio: l’unica differenza è tra minorenni e maggiorenni, in quanto sopra i 18 anni l’importo dell’assegno unico si riduce notevolmente passando a un massimo di 85 euro (91,20 euro a seguito della rivalutazione) e a un minimo di 25 euro (26,82 euro con l’indicizzazione).
Una mancanza su cui il governo Meloni ha deciso d’intervenire, introducendo una maggiorazione del 50% per i figli più piccoli. Nel dettaglio, questa spetterà:
- fino al compimento di 1 anno per ogni figlio;
- fino al compimento dei 3 anni solo nel caso di nuclei familiari con almeno 3 figli il cui Isee non supera i 40.000 euro.
La maggiorazione si applicherà solamente sull’importo base dell’assegno unico, al netto quindi di altre maggiorazioni. Il 50% va calcolato sull’importo già rivalutato.
Esempi
Prendiamo il caso della famiglia Rossi, composta da due genitori e un figlio nato a ottobre 2022. Il loro Isee è di 12.000 euro, e la mamma ha compiuto appena i 20 anni.
Oggi l’importo percepito è di 175 euro, più una maggiorazione di 20 euro perché la mamma è under 21. Ne risulta, quindi, un assegno unico di 195 euro al mese.
Nel 2023, però, i suddetti importi verranno rivalutati tenendo in considerazione la variazione del costo della vita registrata negli ultimi 12 mesi. Dovrebbe trattarsi, quindi, di un incremento del 7,3%, che porterà la quota base da 175 a 187,77 euro e la maggiorazione per mamme under 21 da 20 a 21,46 euro.
Allo stesso tempo, però, sulla quota base bisognerà applicare la maggiorazione del 50%, riconosciuta fino al compimento di un anno, quindi fino a ottobre 2023.
Di conseguenza, la quota base passerà a 281,65 euro: aggiungendo anche la maggiorazione per mamma under 21 (che verrà riconosciuta fino a quando il genitore non compirà i 21 anni) ne risulterà un importo complessivo di 303,11 euro, quindi all’incirca 108 euro in più rispetto al 2022.
Prendiamo invece un secondo caso esempio. Famiglia con Isee di 10.000 euro composta da due genitori e:
- un figlio di 12 anni;
- un figlio di 5 anni;
- un figlio di 2 anni, nato ad agosto 2020.
Oggi questi percepiscono 175 euro di assegno unico per ogni figlio, più una maggiorazione di 85 euro per il figlio successivo al secondo (quello di due anni quindi): ne risulta un importo complessivo di 610 euro.
Nel 2023, intanto bisognerà considerare gli effetti della rivalutazione, che ad esempio porterà la maggiorazione per figlio successivo al secondo da 85 a 91,20 euro.
Inoltre, per il figlio successivo al secondo si aggiunge la maggiorazione del 50% introdotta dalla legge di Bilancio 2023, che si applicherà fino al compimento dei 3 anni, quindi fino ad agosto 2023. Di conseguenza, per il terzo figlio spetterà un importo così calcolato:
- 187,77 euro di quota base;
- 93,88 euro per la maggiorazione del 50%;
- 91,20 euro per la maggiorazione riconosciuta per il terzo figlio.
In totale, 372,85 euro che sommati ai 187,77 euro riconosciuti per primo e secondo figlio, ciascuno, ne risulta un assegno unico mensile di 748,39 euro, quindi circa 138 euro in più al mese.
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