Ricalcolo dell’assegno unico per oltre 500 mila famiglie. L’Inps ha annunciato che il ritardo è finito e che ci saranno aumenti e tagli sugli assegni. Ecco perché e a chi spettano.
L’assegno unico è in arrivo, ma con aumenti e tagli. Dopo giorni di ritardo, con molti nuclei familiari che non hanno ancora ricevuto l’assegno unico o che lo stanno ricevendo in queste ore, è stato rilasciato l’annuncio di nuovi importi. Non sono mancate le critiche per il ritardo dell’assegno unico, considerato vitale per sostenere il crescente caro-vita che le famiglie italiane stanno vivendo, in particolare per i beni primari e quelli della prima infanzia.
Inps ha risposto spiegando le motivazioni dello slittamento delle erogazioni: nel messaggio n. 1947 si legge che ci saranno delle integrazioni e delle compensazioni nell’assegno unico e universale per i figli a carico. A seguito di una rielaborazione e ricalcolo iniziato nel mese di marzo, l’Inps ha determinato compensazioni che hanno dato luogo a importi da erogare in favore dei richiedenti dell’assegno o somme che sono state erogate indebitamente e quindi devono essere oggetto di recupero.
Secondo i calcoli, per 512.000 famiglie che riceveranno un’erogazione aggiuntiva di circa 272 euro, altre 378.000 risultano in debito e dovranno restituire una media di 41 euro. Nel messaggio dell’Inps pubblicato questa mattina (venerdì 26 maggio 2023) sono presenti motivazioni ed esempi dei ricalcoli degli assegni unici.
Assegno unico, ritardi terminati: inizia l’erogazione con il ricalcolo dell’importo
Ci sono state diverse critiche intorno al ritardo dell’emissione dell’assegno unico per i figli a carico, ma le finestre di pagamento sono due: dal 10 al 20 di ogni mese per gli assegni che non hanno subito variazioni e dal 20 al 30 del mese per le nuove domande e per gli assegni che subiscono variazioni. Nel caso di maggio 2023 anche i nuclei familiari che avrebbe dovuto ricevere l’assegno dal 10 al 20 del mese, a causa di un ricalcolo (nella maggior parte dei casi vantaggioso), si vedranno pagato l’assegno unico tra il 20 e il 30 del mese.
L’Inps ha risposto anche alla critica sui motivi del rallentamento. Infatti, come chiede Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, la puntualità in un momento di crisi e di aumento del costo della vita come quello attuale è vitale. Se l’Inps era conoscenza dei conguagli, il ricalcolo sarebbe dovuto avvenire per tempo. L’Ente ha quindi spiegato che i conguagli vengono effettuati su base annuale, ma che è stata fatta richiesta affinché la rielaborazione possa avvenire in futuro in tempi più stretti.
Assegno unico: su chi è stato effettuato il ricalcolo
Come si legge nel messaggio dell’Inps (n.1947), in aggiunta alle variazioni della Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica), che rappresenta il caso più frequente, il ricalcolo viene effettuato anche a seguito delle seguenti motivazioni:
- liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza (premio alla nascita), sulla base del valore dell’Isee presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio;
- maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023, tenuto conto del riconoscimento della rivalutazione legata all’aumento del costo della vita;
- importi liquidati sulla base di valori di Isee del nucleo familiare, poi dichiarati discordanti dalla Struttura Inps territorialmente competente a seguito di accertamenti effettuati sulla veridicità dei dati dichiarati;
- conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’Isee 2022, eventualmente effettuate dai Centri di assistenza fiscale successivamente al 31 dicembre 2022;
- eventuali recuperi della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori di cui all’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, laddove non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale, diverso comunque da quello vedovile che invece mantiene l’agevolazione per il quinquennio successivo alla data del decesso del genitore lavoratore;
- rideterminazione degli importi spettanti per effetto del riconoscimento delle maggiorazioni per soggetti disabili introdotte dal decreto-legge del 21 giugno 2022, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2022, n. 122;
- ricalcolo degli importi relativi ai nuclei familiari numerosi e per i figli successivi al secondo;
- ricalcolo degli importi dell’Assegno unico per i nuclei percettori di Reddito di cittadinanza (Rdc) con rideterminazione della somma spettante al genitore non facente parte del nucleo Isee del minore, sulla base di quanto previsto dall’articolo 7 del decreto legislativo n. 230/2021 (cfr. il messaggio n. 2261 del 30 maggio 2022);
- importi riconosciuti con riferimento alle domande di Assegno unico presentate antecedentemente al 30 giugno 2022, con Isee presentati entro il 30 giugno dello stesso anno e rate calcolate con importo al minimo (50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli maggiorenni).
I nuclei famigliare interessati dal conguaglio hanno ricevuto o riceveranno un avviso via mail o sms con l’avviso dei conguagli e che potranno subire variazioni nell’importo calcolato.
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