Bitcoin, conviene investire 1.000 euro nel 2025?

Claudia Cervi

7 Febbraio 2025 - 15:35

Bitcoin continua a salire e le previsioni per il 2025 sono positive. Ecco i fattori che influenzano il prezzo, i rischi e le opportunità da considerare prima di investire.

Bitcoin, conviene investire 1.000 euro nel 2025?

Conviene ancora investire - ad esempio 1.000 euro - in Bitcoin nel 2025?

Bitcoin ha superato i 100.000 dollari e gli esperti sono convinti che il prezzo possa più che raddoppiare entro la fine di quest’anno. Tuttavia, in corrispondenza di nuovi massimi di mercato, è lecito domandarsi se conviene investire 1.000 euro oggi.

Considerando le performance passate, investire 1.000 euro in Bitcoin può rappresentare un’opportunità molto allettante per far crescere velocemente il capitale. Inoltre, 1.000 euro è anche una cifra che molti investitori possono permettersi di perdere senza compromettere la propria situazione finanziaria.

Ricordiamo infatti che Bitcoin è un asset caratterizzato da una altissima volatilità: al termine del ciclo rialzista culminato sui massimi di novembre 2021, Bitcoin ha visto guadagni del 1.500% per poi subire un crollo del 77%. Dai minimi di novembre 2022, la criptovaluta è salita di oltre il 600%. Con una volatilità simile, l’idea di investire in Bitcoin può dunque sembrare una “scommessa”.

Esattamente come accade con ogni forma di investimento, comprare Bitcoin comporta dei rischi intrinseci, con la possibilità di guadagnare rapidamente, ma anche perdere soldi, a causa delle variazioni significative del prezzo.

Perché conviene investire in Bitcoin oggi

Investire 1.000 euro in Bitcoin oggi potrebbe ancora rivelarsi una buona opportunità.

La promessa di Donald Trump di mettere in atto delle politiche favorevoli alle criptovalute, oltre alla dichiarazione di voler fare dell’America la “capitale delle criptovalute del pianeta”, ha fatto crescere la fiducia degli investitori e, di conseguenza, la quotazione del Bitcoin.

Resta però da vedere se il 47° presidente degli Stati Uniti riuscirà nel suo piano di adottare il Bitcoin come parte delle riserve strategiche statunitensi. Secondo le previsioni della società di investimenti Charles Schwab, se ciò dovesse avverarsi il Bitcoin raggiungerà quota 1 milione di dollari.

Anche la politica monetaria della Fed, banca centrale statunitense, svolge un ruolo cruciale nei confronti del prezzo di Bitcoin, come dimostrato negli ultimi anni. Il ciclo dei tagli ai tassi di interesse avviato dalle banche centrali nel corso del 2024 ha sostenuto il rialzo del settore crypto. Tuttavia, la corsa di Bitcoin potrebbe rallentare se la Federal Reserve dovesse rinviare l’allentamento monetario a causa delle preoccupazioni sull’inflazione.

Un altro fattore che spinge molti a continuare a comprare Bitcoin oggi risiede nell’attesa di un ambiente normativo più chiaro e favorevole per le criptovalute negli Stati Uniti e in Paesi come Cina, Canada e UE, insieme al Medio Oriente.

La spinta rialzista potrebbe poi potenziarsi grazie ai progressi tecnologici capaci di aumentare la rilevanza della blockchain nelle sue applicazioni del mondo reale, favorendo quindi l’adozione di Bitcoin nel lungo termine.

Ma non è finita qui. L’approvazione di una serie di Exchange-Traded Fund (ETF) da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) nel 2024 ha aperto le porte agli investimenti in Bitcoin da parte di giganti finanziari come BlackRock, Fidelity e Ark, che finalmente possono offire ai loro milioni di clienti una nuova classe di attività. Come previsto, gli ETF spot Bitcoin sono stati capaci di introdurre miliardi di liquidità e normalizzare il Bitcoin come veicolo di investimento, sostenendone la domanda e influenzando positivamente il prezzo della crypto numero uno al mondo nel lungo periodo.

Oltre a questi fattori contingenti, sono le stesse caratteristiche intrinseche al Bitcoin che possono spingere ancora la quotazione al rialzo.

Ricordiamo, infatti, che il Bitcoin offre un paradigma unico in cui l’investitore ha il controllo totale sul proprio denaro. A differenza dei depositi bancari, dove l’intermediario detiene fisicamente i soldi del cliente, il Bitcoin è un asset sovrano. Questo conferisce al possessore un controllo senza pari, anche se al contempo porta con sé una responsabilità individuale. Questa caratteristica distintiva è una delle ragioni principali per cui Bitcoin è considerato un asset di valore.

Bitcoin ha poi dimostrato nel tempo di avere una performance decorrelata da altri asset come azioni, obbligazioni, oro e immobili. Questa caratteristica lo rende particolarmente interessante per gli investitori professionali, attratti dalla possibilità di creare un portafoglio di asset che non sono strettamente legati tra di loro. La sua indipendenza dagli sviluppi economici e finanziari tradizionali aggiunge un livello di diversificazione cruciale.

Anche il concetto di scarsità è fondamentale per comprendere il valore di Bitcoin. Mentre nel sistema finanziario tradizionale la quantità di moneta stampabile è virtualmente illimitata, Bitcoin segue una logica opposta. Con una creazione limitata di Bitcoin fissata a 21 milioni di unità, la scarsità contribuisce a renderlo un bene sempre più prezioso nel tempo.

Infine, la sua natura digitale, combinata con la predefinita limitazione dell’offerta, impedisce la manipolazione e fornisce un senso di sicurezza agli investitori che cercano un’alternativa alle valute tradizionali.

Perché NON conviene investire in Bitcoin oggi

Investire 1.000 euro in Bitcoin oggi potrebbe sembrare allettante, ma è fondamentale valutare attentamente i rischi. Nonostante l’entusiasmo che circonda la criptovaluta, ci sono diversi motivi per cui potrebbe non essere l’opzione migliore per tutti.

Se si considera il Bitcoin come un bene rifugio, è il caso di riconsiderare il proprio approccio a questo investimento. Le oscillazioni selvagge dei prezzi, sia al rialzo che al ribasso, rendono il Bitcoin un investimento ad alto rischio. Sebbene abbia un enorme potenziale di rialzo, la sua natura volatile porta con sé incertezze significative sul futuro.

La domanda cruciale rimane: Bitcoin supererà il record storico segnato a gennaio 2025? La sua performance passata, caratterizzata da crolli significativi seguiti da recuperi record, suggerisce che nulla è garantito. Appare molto audace la dichiarazione del CEO di Kraken che prevede un prezzo di Bitcoin a 200.000 dollari. Altri esperti spingono le stime ancora più in alto indicando possibili target a 350.000 dollari e, nel caso di un rally esplosivo simile a quello del 2017, fino a 500.000 dollari. Tuttavia, la speculazione continua a guidare il prezzo delle criptovalute, rendendo così difficile predire se e quando ci sarà una piena ripresa e se raggiungerà mai tali obiettivi di prezzo.

Anche la volatilità estrema di Bitcoin è un aspetto da valutare con molta attenzione prima di investire. Nel 2018, la criptovaluta ha subito un crollo dell’83%, per poi raggiungere nuovi massimi nel 2021, a dimostrazione della sua natura imprevedibile.

La questione ambientale è pure un argomento che suscita una certa preoccupazione. Il processo di mining, che sostiene la rete Bitcoin, richiede un’enorme quantità di energia, necessità che fa causato non poche critiche riguardo all’impatto ecologico, specialmente considerando l’attenzione sempre più alta verso la sostenibilità a livello mondiale.

Occhio anche alle istituzioni finanziarie e alle autorità di regolamentazione, che potrebbero influenzare negativamente il mercato del Bitcoin. Investire in Bitcoin implica navigare in acque ancora relativamente inesplorate dal punto di vista di leggi e regolamenti.

DISCLAIMER
Le informazioni e le considerazioni contenute nel presente articolo non devono essere utilizzate come unico o principale supporto in base al quale assumere decisioni relative agli investimenti. Il lettore mantiene la piena libertà nelle proprie scelte d’investimento e la piena responsabilità nell’effettuazione delle stesse, poiché egli solo conosce la sua propensione al rischio e il suo orizzonte temporale. Le informazioni contenute nell’articolo sono fornite a mero scopo informativo e la loro divulgazione non costituisce e non è da considerarsi un’offerta o sollecitazione al pubblico risparmio.

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