Alla luce dell’ennesima sconfitta in Parlamento, il Ministro della Giustizia David Gauke lancia un avvertimento alla premier
La Brexit, alle fine, potrebbe scontentare tutti per non accontentare nessuno. Dopo la terza bocciatura dell’accordo fra Regno Unito e Unione Europea, le ipotesi sul divorzio si fanno sempre più polarizzate. I Tories intransigenti spingono per la hard Brexit, affinché si rispetti il manifesto votato dalla maggioranza dei britannici. D’altro canto, è sempre più probabile l’ipotesi di una “soft Brexit”, quella che non prevede l’uscita dall’unione doganale. Nel primo caso si rispetterebbe la volontà popolare (sebbene nelle ultime settimane sembra sia parecchio mutata), nel secondo quella del Parlamento.
Anche i Tories verso la soft Brexit
Quest’ultima ipotesi comincia a farsi largo tra i parlamentari e persino tra ministri conservatori, come dimostrano le parole del Ministro della Giustizia David Gauke. Parlando alla BBC, Gauke ha lanciato un chiaro avvertimento alla premier: “Se la preferenza del Parlamento si orienta su una soft Brexit, May non potrà ignorarlo”.
L’affermazione di Gauke rimane nell’ambito dell’ipotesi, che però dopo la terza sconfitta di fila è diventata quanto mai concreta. In ogni caso Gauke, che ha annunciato dimissioni in caso di no deal, non parla certo a titolo personale.
“Se il Parlamento vota a valanga contro l’uscita dall’Europa senza accordo, e invece vota a favore di una Brexit più morbida, non penso sia sostenibile affermare che ignoreremo la posizione del Parlamento e usciremo senza deal”,
ha detto Gauke.
Il no deal è insostenibile
Gauke ha chiarito che preferirebbe comunque l’uscita dall’unione doganale, ma “il partito non ha i voti alla House of Commons”. E quando non ci sono i voti, afferma il politico, non è possibile rimanere nella stessa posizione. Ciò che manca ai Tory, secondo Gauke, è la presa di coscienza che, semplicemente, al momento non è possibile perseguire il manifesto del 2017 come invece sta ostinatamente facendo May.
“Dobbiamo usare il nostro giudizio per capire qual è il modo migliore per andare avanti”, suggerisce Gauke ricordando la necessità di considerare le opzioni realistiche. L’esecutivo britannico, insomma, non ha abbastanza potere nei confronti dell’Europa per negoziare la prima scelta, quella appunto della hard Brexit. “A volte devi accettare la tua seconda o terza scelta per evitare un risultato che potrebbe essere ben peggiore”.
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