Per capire la pericolosità del caldo dobbiamo tenere conto non solo della temperatura dell’aria ma anche del grado di umidità. Oltre una certa soglia il nostro corpo va in difficoltà.
Vi sarà certamente capitato di notare, soprattutto nelle scorse settimane di gran caldo, che in alcuni giorni percepivate una sensazione di calore più elevata rispetto ad altri, anche a parità di temperatura dell’aria. Tutta colpa dell’umidità, un valore questo che non va assolutamente sottovalutato perché indice di grande pericolosità soprattutto per le persone più fragili.
Nel calcolare una temperatura per capire quanto faccia caldo i valori da prendere in considerazione sono due: la temperatura dell’aria e il valore dell’umidità. La combinazione di questi due valori ci fa capire il reale calore percepito. Una combinazione che oltre certi livelli può diventare pericolosa per l’essere umano e può portare fino al decesso. Il concetto sta alla base della temperatura del bulbo umido, un valore che molti esperti mettono al primo posto tra quelli da considerare e a cui porre particolare attenzione. Vediamo di cosa si tratta.
Bulbo umido: cos’è
Il termine bulbo umido è legato ai vecchi termometri, quelli a mercurio, che presentano all’estremità un piccolo serbatoio, chiamato appunto bulbo.
La misurazione del bulbo umido è molto importante per capire il grado di umidità presente nell’aria. Si tratta di un indice che vuole determinare i valori di temperatura e umidità dati i quali l’aria è così satura di vapore acqueo da impedire l’evaporazione dell’acqua da un corpo bagnato. In altre parole serve a far capire la capacità del corpo umano di far evaporare il sudore. La misurazione del bulbo umido avviene coprendo il termometro con un panno imbevuto d’acqua. Più l’acqua evapora velocemente più bassa sarà la temperatura del termometro rispetto a quella dell’aria. Il valore da tenere in considerazione è quello dell’umidità relativa, ovvero la quantità di acqua presente nell’aria. Un valore dello 0% significa che l’aria è totalmente secca, al contrario un valore del 100% significa che l’aria ha già la quantità di acqua massima che può contenere in quel momento e non può assorbirne altra. In questo caso per l’acqua sarà impossibile evaporare.
Questo concetto è da collegare al corpo umano che disperde l’80% del calore prodotto tramite la sudorazione. Quando l’aria è molto umida, il sudore fa fatica ad evaporare ed ecco che avremo una percezione del calore molto più elevata e una sudorazione maggiore. E se il corpo non riesce a raffreddarsi tramite la sudorazione, ecco che possono insorgere problemi respiratori e cardiovascolari che possono risultare anche fatali. In presenza di valori di umidità elevati è necessario abbassare la temperatura corporea con altri mezzi meccanici, come un ventilatore o un condizionatore.
La soglia di pericolo da non superare
Gli esperti hanno individuato una soglia oltre la quale il corpo umano può andare in difficoltà e addirittura collassare. Le ricerche collocavano a 35° C la soglia di rischio per la temperatura da bulbo umido, ma studi più recenti l’hanno ridotta ad appena 31° C. Soglia decisamente bassa considerato che solo a luglio in Italia in alcune zone si è andati ben oltre i 40°C. Questo significa che abbiamo rischiato grosso? No perché il valore della temperatura va sempre equiparato a quello dell’umidità. La soglia dei 31°C si riferisce nel caso del 100% di umidità. Già con il 60% la soglia sale a 38°C e così via. Considerato che è abbastanza difficile che l’aria tocca il 100% di umidità, la soglia di pericolosità effettiva va oltre i 40°C.
Inoltre non bastano pochi istanti vissuti a queste condizioni ma serve un’esposizione prolungata. Nessun essere umano però è in grado di sopravvivere oltre le 6 ore con questi valori. Soglia che scende in caso di pazienti fragili con patologie e anziani.
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