Busta paga luglio 2023, come calcolare l’aumento di stipendio

Simone Micocci

15/05/2023

Sei curioso di sapere di quanto aumenterà il tuo stipendio nel mese di luglio? Ecco come calcolare in autonomia l’importo netto della busta paga.

Busta paga luglio 2023, come calcolare l’aumento di stipendio

Come noto tra giugno e luglio ci sarà un nuovo aumento di stipendio grazie al taglio del cuneo fiscale attuato dal governo Meloni con il Decreto lavoro del 4 maggio scorso.

Sul web circolano diverse tabelle sugli importi dell’aumento - qui trovate la nostra - tuttavia, per avere una cifra ritagliata sul proprio stipendio si può anche procedere con un calcolo fai da te.

Basta conoscere qualche piccola regola per scoprire quale sarà la differenza tra gli stipendi di maggio e giugno e quello percepito a luglio, così da poter capire - ad esempio - se è possibile incrementare il budget per le vacanze grazie all’aumento della busta paga.

Come si calcola lo stipendio da lordo a netto

Come prima cosa bisogna fare chiarezza sulle regole per il calcolo dello stipendio netto partendo dal lordo. Nel dettaglio, sull’importo imponibile lordo indicato in busta paga si procede in primo luogo a calcolare i contributi dovuti all’Inps, per la parte che grava sul lavoratore, dopodiché sul lordo - al netto dei suddetti contributi - si calcola l’Irpef con le relative addizionali.

Il primo passo, quindi, è prendere l’importo lordo e individuare la quota di contributi dovuta, la cui percentuale è pari al 9,19% per i lavoratori dipendenti del settore privato e dell’8,80% per i dipendenti del settore pubblico, al netto di sgravi come quelli introdotti dalla legge di Bilancio 2023 prima e dal Decreto lavoro poi.

Dopodiché, la quota di contributi dovuta viene sottratta dall’imponibile e su questo risultato si calcola l’Irpef dovuta, considerando però eventuali detrazioni.

Il risultato, ossia il lordo da cui è stata prima sottratta la quota di contributi e poi l’imposta dovuta al Fisco, costituirà il netto che viene pagato al dipendente.

Come calcolare l’aumento dello stipendio di luglio

A questo punto siamo pronti per partire con una guida specifica per calcolare l’aumento dello stipendio di luglio dopo l’ultimo aumento voluto dal governo Meloni che, è bene ricordare, interesserà solamente le buste paga con imponibile lordo pari o inferiore a 2.692 euro.

Per iniziare avrete bisogno di una busta paga recente, anche quella di maggio (o persino aprile) può andar bene visto che, almeno per quanto riguarda Irpef e contributi da versare, non ci sono differenze rispetto a giugno.

Dovete sapere che su questa busta paga è già stata applicata un’aliquota contributiva ridotta:

  • per chi guadagna meno di 1.923 euro l’aliquota contributiva è stata tagliata del 3%, scendendo quindi al 6,19% o 5,80% a seconda del settore d’impiego;
  • per chi guadagna più di 1.923 euro ma meno di 2.692 euro, invece, il taglio è del 2%, con l’aliquota che scende quindi al 7,19% o al 6,80% in base al settore.

Quanto sopra dovrebbe essere confermato dalla lettura della vostra busta paga: nella parte centrale, quella in cui vengono indicati i vari passaggi per il calcolo dello stipendio netto dal lordo, dovreste infatti trovare la voce che riferisce allo sgravio contributivo riconosciuto ai sensi della legge di Bilancio 2023.

Come anticipato, però, tra giugno e luglio lo sgravio aumenterà ancora, arrivando al 7% per chi guadagna meno di 1.923 euro, al 6% per tutti gli altri (ma comunque sotto i 2.692 euro). Ne risulterà quindi un’aliquota rispettivamente del 2,19% e 3,19% nel privato, 1,80% e 2,80% nel pubblico.

Individuato l’importo lordo, e applicata la relativa aliquota in base al settore di appartenenza, vi basterà quindi applicare la relativa formula:

Stipendio lordo * aliquota contributiva

A questo punto, sottraete il risultato dall’importo lordo. Sul nuovo importo bisognerà calcolare l’Irpef, per la quale valgono le seguenti percentuali:

SCAGLIONI IRPEF 2022 REDDITO ALIQUOTE IRPEF 2022
1° scaglione fino a 15mila euro 23%
2° scaglione da 15.000 a 28mila euro 25%
3° scaglione da 28.000 a 50mila euro 35%
4° scaglione oltre i 50mila euro 43%

Ricordiamo che si tratta di un’imposta progressiva, in quanto la relativa percentuale si applica solamente per la parte di reddito che rientra in quello scaglione. Ciò significa, ad esempio, che su uno stipendio annuo lordo di 20 mila euro si applica il 23% d’imposta per i primi 15 mila euro, il 25% per gli altri 5.000 euro.

Ma bisogna anche considerare le detrazioni: per comodità qui applicheremo solamente quella da lavoro dipendente, ma ogni caso potrebbe essere differente poiché - ad esempio - in busta paga potrebbero esserci anche quelle riconosciute per il coniuge a carico.

Nel dettaglio, le detrazioni da lavoro dipendente si applicano secondo le regole indicate nella seguente tabella:

REDDITI (EURO) IMPORTO DELLA DETRAZIONE (EURO)
fino a 15.000 1.880 (non inferiore a 690. Per i lavoratori a tempo indeterminato non inferiore a 1.380)
oltre 15.000 e fino a 28.000 1.910 + 1.190 x [(28.000 – reddito complessivo)/13.000]
da 28.000 a 50.000 1910 x [(50.000 – reddito complessivo)/22.000]
oltre 50.000 0

Per chi rientra nella fascia di reddito compresa tra i 25.000 e i 35.000 euro, però, bisogna considerare un importo della detrazione maggiorato di 65 euro.

Esempio

A questo punto possiamo fare un esempio con il quale andremo ad applicare la suddetta procedura. Prendiamo uno stipendio di 2.000 euro lordi, quindi 26.000 euro l’anno, di un lavoratore del settore privato.

Da luglio la quota di contributi dovuta equivarrà al 3,19% del totale, quindi dallo stipendio vengono sottratti i 63,80 euro da versare all’Inps. A questo punto abbiamo un lordo di 1.936,20 euro, sul quale bisogna calcolare l’Irpef: sono circa 460 euro di imposta, più una detrazione di 166 euro, con un totale quindi di circa 294 euro da versare all’erario. Siamo, quindi, intorno ai 1.642,20 euro di stipendio netto.

Cosa cambia rispetto al mese corrente? In quel caso la quota di contributi sarebbe stata del 7,19%, quindi 143,80 euro totali. L’imponibile per il calcolo dell’Irpef scende quindi a 1,856,20 euro, con l’Irpef dovuta pari a 440 euro di imposta con una detrazione di 174 euro circa, quindi per un totale di 266 euro. Il netto, quindi, sarebbe di 1.590,20 euro.

Tra lo stipendio di maggio/giugno e quello in arrivo a luglio, quindi, ci sarà per uno stipendio di 2.000 euro in incremento netto di circa 52 euro.

Euro più euro meno ovviamente. Nel suddetto calcolo, ad esempio, non abbiamo calcolato l’effetto delle addizionali comunali e regionali, che appunto cambiano rispetto alla residenza, così come pure eventuali detrazioni per coniuge a carico o figli di età superiore ai 21 anni. Tutte voci che di certo influiranno sul calcolo finale.

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