Calcio Italiano, decreto dignità e bonus sponsorizzazioni. Le ultime novità

Redazione

13 Marzo 2025 - 08:00

Se venisse bloccato il Decreto Dignità cosa cambierebbe in meglio per il calcio italiano?

Calcio Italiano, decreto dignità e bonus sponsorizzazioni. Le ultime novità

Stop al Decreto Dignità, in particolare per quanto riguarda la norma che pone il divieto totale di pubblicità al settore del gioco. Dopo 7 anni ci si è resi conto che, seppur nobile nelle intenzioni, la normativa ha forse portato più danni che benefici e la Commissione alla Cultura del Senato per accelerare per la riforma del calcio italiano ha dato il suo benestare per la revisione del divieto di pubblicità a casinò online e bookmaker. Cosa potrebbe cambiare per il calcio italiano? Molto, come spiegheremo nelle prossime righe.

Stop al decreto dignità per rilanciare il calcio italiano

L’attuale blocco imposto dal Decreto Dignità ha limitato le possibilità di sponsorizzazioni nel settore del gioco online, impedendo agli operatori di promuoversi attraverso canali pubblicitari tradizionali e collaborazioni con squadre di calcio. Tuttavia, il dibattito sulla possibile abolizione di questa norma resta aperto e, in caso di revisione della legge, si potrebbe assistere a un ritorno delle partnership tra club e aziende del settore. In questo scenario potrebbero tornare a emergere anche le sponsorizzazioni di siti che offrono casino bonus senza deposito come ad esempio quelli raccolti nella pagina linkata poc’anzi, e altre offerte appannaggio degli utenti, offrendo nuove opportunità sia per gli operatori del gioco sia per le società calcistiche in cerca di finanziamenti.

Il costo del Decreto Dignità per il calcio italiano

Quando nel 2018 il Governo Conte approvò il pacchetto di misure previste dal Decreto Dignità molte società calcistiche tremarono per quelli che sarebbero stati i danni. La mancanza di sponsor del settore betting e casinò ha portato via dalle casse dei club italiani circa 100 milioni di euro a stagione. Troppi per essere sostituiti facilmente, né sul breve né sul lungo periodo. Non è un caso se tra le 20 squadre di calcio che guadagnano di più quelle di Serie A sono fuori dalla TOP 10 con big come Juventus, Milan e Inter che arrancano rispetto a squadre come Real Madrid, Manchester City e Paris Saint-Germain.

Decreto Dignità: fallito l’obiettivo del contrasto alla ludopatia

Questa Caporetto finanziaria da 100 milioni di euro a stagione era stata solo in parte calcolata, ma tra gli obiettivi del Decreto Dignità c’era almeno l’idea del contrasto alla ludopatia. Missione riuscita? Non del tutto. Senza dubbio la presenza dei brand delle scommesse sportive e dei casinò online è stata contenuta, ma è anche vero che i dati sul gioco non regolamentato palesano un clamoroso passo indietro rispetto agli anni precedenti. Senza la pubblicità infatti gli utenti non sono in grado di distinguere tra siti ADM, che seguono una serie di obblighi per la tutela del giocatore, e siti illegali, che operano senza regole. Il risultato è che il giro di scommesse e gioco online sui circuiti illegali è pari a quasi 51 milioni di euro al giorno, nonostante i Monopoli di Stato blocchino quasi 50 siti illeciti ogni mese. Un danno enorme anche per l’erario, il cui ammanco derivante dal gioco illegale è di circa 1 miliardo di euro l’anno.

Dal gioco online i fondi per la costruzione di nuovi stadi

Secondo il governo a giovare dell’eventuale stop al Decreto Dignità sarebbero dunque i giocatori, che sarebbero più informati, le società calcistiche, in grado di arrivare con maggiore serenità a bilanci in positivo, e ovviamente i bookmaker. Questi però dovrebbero pagare questa agevolazione con una specie di tassa. Non è una novità infatti che il Ministro dello sport Abodi sta lavorando per ottenere almeno l’1% dei ricavi dell’agenzie di betting. In altre parole: si scommette sullo sport e lo sport vuole la sua parte. Questi fondi servirebbero anche alla costruzione di nuovi stadi e per l’ammodernamento di quelli vecchi. Mancano ancora gli accordi definitive dunque, ma il Governo ha ora la palla e sembra intenzionato ad andare sino in fondo.

In collaborazione con LR

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