Secondo alcuni studi il cambio dell’ora non porterebbe a un vero e proprio risparmio. Ecco cosa dicono gli esperti: si risparmia davvero con l’ora legale?
Il cambio dell’orario veramente porta a un risparmio energetico? È questo l’interrogativo a cui da anni numerosi esperti cercano di trovare risposta.
Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2024 le lancette dell’orologio saranno spostate avanti di un’ora in tutta Europa con il passaggio dall’ora solare all’ora legale. Si dormirà quindi un’ora in meno.
Eppure, questa potrebbe essere una delle ultime volte in cui i cittadini europei dovranno ricordarsi di cambiare l’orario. La convenzione sull’ora legale potrebbe infatti essere abolita in Europa se dovesse essere accolta la richiesta di alcuni esperti, i quali sostengono che l’ora legale è inutile.
Infatti, alcuni studi condotti in Europa dimostrerebbero che l’ora legale ha un effetto limitato sul risparmio energetico. Vediamo cosa dicono questi studi e quali potrebbero essere i punti critici. Di seguito tutto quello che serve sapere sull’ora legale.
Perché è stata introdotta l’ora legale in Europa: ecco come nasce la convenzione
L’ora solare corrisponde all’orario del fuso di riferimento dei Paesi europei, adottata durante il periodo invernale, l’ora legale invece è una convenzione adottata dagli Stati allo scopo di sfruttare maggiormente le ore di luce naturale durante il periodo estivo, risparmiando sull’utilizzo dell’energia.
L’ora legale è stata introdotta per la prima volta dalla Gran Bretagna e Germania, nel 1916 principalmente per risparmiare il carbone durante la Prima guerra mondiale, ma fu poi successivamente abolita. Eppure, negli anni alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno chiesto a gran voce di rintrodurre il cambio dell’ora.
La nostra penisola, ad esempio, ha reintrodotto l’ora legale nel 1966. E solo nel 1996 l’Ue ha adottato lo stesso calendario per il cambio dell’ora, ma ormai da alcuni anni si discute sulla possibilità di abolire il cambio dell’ora mantenendo solo l’ora legale o l’ora solare.
L’ora legale riduce davvero il consumo di energia?
Si è sempre detto che il cambio dell’ora portasse a un reale risparmio energetico ed economico, eppure diversi studi condotti in Europa dimostrerebbero che l’ora legale ha un effetto molto limitato sul concreto risparmio energetico.
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Carolina di Praga che si basa sui dati orari dal 2010 al 2017, ha evidenziato come l’ora legale in Slovacchia abbia comportato un risparmio energetico di appena - 0,8% del consumo annuo di elettricità. Lo studio sembrerebbe confermare un filone di ricerca degli ultimi 50 anni. Infatti, uno studio del 1993 sul consumo di carburante (gas, carbone) in Francia e in Belgio ha rilevato un aumento del consumo di carburante con l’ora legale, risultato comprovato dagli studi sulla dispersione degli inquinanti.
Secondo gli esperti, sarebbe preferibile mantenere i fusi orari naturali il più vicino possibile all’ora solare, in modo da allineare meglio le curve giornaliere di luce e temperatura con i propri programmi. Tuttavia, spesso non si tiene conto della posizione geografica dei diversi Stati. Ad esempio, i paesi nordici, come la Finlandia, vorrebbero abolire il cambio dell’ora, in quanto non comporterebbe alcun beneficio, provocando anzi disturbi psicofisici (basti pensare che nel giorno più lungo dell’anno, in Finlandia, il sole sorge prima delle 4.00 del mattino e tramonta quasi alle 23.00).
Di contro, i paesi mediterranei come l’Italia, allineandosi con l’ora legale potrebbero risparmiare energeticamente, prolungare le luci diurne con minore utilizzo dell’energia elettrica. Infatti, la Società Italiana di Medicina Ambientale ha stimato che se il cambio dell’ora fosse introdotto non più a fine ottobre ma a fine novembre, la penisola potrebbe risparmiare 70 milioni di euro sulle bollette, un risparmio che dovrebbe equivalere al fabbisogno medio annuo di circa 108mila famiglie.
L’Europa potrebbe decidere di abolire il cambio dell’ora?
L’anno scorso, gli esperti hanno chiesto al Consiglio dell’Unione europea di mettere all’ordine del giorno la questione dell’abolizione dei cambi di orario o meno. La proposta non è ancora stata attuata, ma i sostenitori dell’abolizione del cambio orario sperano che la questione venga affrontata durante le elezioni europee a giugno del Parlamento.
La Time Use Initiative ha pubblicato un Manifesto dell’Europa sulle “politiche del tempo” che prevede ben dodici cambiamenti necessari affinché l’Ue garantisca il “diritto all’ora” a tutti gli europei: “L’Ue deve reagire all’impatto negativo degli orologi disallineati spingendo per fusi orari permanenti il più vicino possibile all’ora solare (ora naturale)”.
Secondo il manifesto, il mancato allineamento degli orologi con l’ora solare farebbe sì che gli orari inizino prima del ciclo naturale giorno-notte aumentano la privazione del sonno, con ricadute negative sulla “salute umana, sull’economia e sulla sicurezza”.
Ciò che è certo è che prima di abolire il cambio dell’ora, l’Ue dovrà valutare attentamente quale sarà la scelta più vantaggiosa per la propria economia e per il benessere dei propri cittadini. Tuttavia è bene sperare che il Parlamento prenda in considerazione come il quantitativo di luce si modifichi in base anche alla posizione geografica dei propri stati membri.
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