Il tasso di cambio EUR/USD sembra dirigersi verso i massimi registrati a luglio, ma è possibile che ciò sia un preludio a nuovi crolli?
Dopo la pubblicazione del PIL statunitense, che si è attestato al 5,2% rispetto al previsto 4,9%, il prezzo del dollaro ha registrato un lieve apprezzamento rispetto all’andamento delle settimane precedenti. Il DXY si trova attualmente sui livelli di agosto, così come il cambio euro dollaro, suscitando domande nel mercato sulla possibilità che la Federal Reserve (Fed) utilizzi questa evidenza per adottare una posizione più incisiva sui mercati finanziari.
In questo articolo, in collaborazione con gli esperti di XTB, indaghiamo su cosa ci si possa aspettare dall’andamento di EUR/USD.
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Cosa incide sul cambio euro-dollaro?
Quello che le economie dei Paesi sviluppati stanno attraversando in questo momento rappresenta un momento storico piuttosto singolare. Le recenti previsioni condivise dal The Conference Board riguardo al leading economics index (LEI) indicano che, anche nel 2024, gli Stati Uniti potrebbero evitare la tanto temuta recessione, confermando il desiderato «soft landing» cercato dalla banca centrale statunitense negli ultimi due anni. Secondo le proiezioni dell’istituto, il PIL dovrebbe crescere dello 0,8% nel 2024, affrontando durante l’anno una «very short recession» ma concludendo comunque l’anno in positivo.
Parallelamente, la recente lettura del PIL statunitense ha confermato che la più grande economia mondiale è riuscita a crescere anche nel terzo trimestre, superando le aspettative. L’incertezza sull’andamento economico del Paese persiste, specialmente considerando che i dati economici precedenti avevano iniziato a mostrare segni di indebolimento, aprendo la strada alle prime ipotesi di abbassamento dei tassi.
La particolarità di questo momento economico si riflette nel continuo aggiornamento delle aspettative, con un mercato letteralmente in ostaggio delle decisioni legate ai tassi d’interesse. Una conferma di ciò giunge dal Fed Watch Tool del CME, che un mese fa mostrava un 74,4% a favore di un target rate in punti base di 525-550 (valore corrente). Dopo la divulgazione dei dati sull’inflazione statunitense, questo dato è passato rapidamente al 99,7%, per poi attestarsi oggi, dopo i dati sul PIL, al 95,8%. In sostanza, le aspettative di mercato sono molto dinamiche, rendendo più complessa la lettura intermarket.
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Analisi EUR/USD: presto nuovi ribassi?
Sebbene dal punto di vista economico il quadro possa risultare abbastanza complicato a causa delle varie interpretazioni, dal punto di vista tecnico emergono delle evidenze degne di considerazione. Innanzitutto, sul cambio EUR/USD si sta osservando, ormai dall’inizio di ottobre, un deciso apprezzamento, pari a circa il 5%. Analizzando il timeframe settimanale, l’oscillatore RSI non ha ancora raggiunto una zona di ipervenduto, mentre su quello giornaliero, da qualche giorno ha superato la soglia dei 70 punti e, con i recenti cali, è tornato nel range, stabilendosi a circa 65 punti. La contrazione si verifica in prossimità della soglia degli 1,1, un livello abbastanza evidente sul grafico, a cui segue il massimo dell’anno, gli 1,20.
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