Cloud computing: cos’è, come si sceglie e quando si usa

Niccolò Ellena

19/04/2022

Le definizioni e le differenze fra i vari tipi di cloud, i modelli di utilizzo, le forme di pagamento, i servizi e le tecnologie

Cloud computing: cos’è, come si sceglie e quando si usa

Il cloud computing è un servizio che tutti - consapevolmente o meno - utilizziamo. Il termine cloud computing indica un modello di erogazione di servizi basato su risorse configurabili e disponibili da remoto.

Organizzazioni di ogni tipo, dimensione e settore usano il cloud per un’ampia gamma di casi d’uso, cole backup dei dati, gestione di sistemi di email, sviluppo e test di software, analisi di Big Data e applicazioni Web destinate ai clienti. A titolo di esempio, le aziende del settore automobilistico utilizzano il cloud per sviluppare dei trattamenti più personalizzati per i propri clienti, mentre quelle di servizi finanziari usano questa tecnologia come base dei propri sistemi di rilevamento e prevenzione di attività di frode.

Quanto costa usare il cloud computing

Il costo del cloud può variare in base ad alcune variabili. I metodi di pagamento principali sono generalmente definiti pay-per-use, pay-as-you-stay, pay-as-you-go e abbonamento.

Nel primo caso, l’azienda o l’utente pagano in base alle risorse che usano sul cloud mentre nel secondo caso il prezzo pagato è quantificato in base alle ore in cui si usa effettivamente il servizio (come si fa quando si affitta, ad esempio, un’automobile).

La terza soluzione è pay-as-you-go, con il quale l’azienda e l’utente pagano solamente quando il server è in esecuzione.

Per l’abbonamento, infine, l’utente paga su una base mensile o annuale un costo fisso al quale corrisponde un determinato servizio.

I vantaggi presentati dalle modalità di fruizione a consumo (e quindi non in abbonamento) sono principalmente due: non è richiesto un pagamento quando si inizia a usare il servizio ed è possibile elargire il pagamento in maniera dilazionata.

D’altra parte è anche necessario tenere presente che pagando solamente in base allo spazio che si usa può essere difficile quantificare la cifra in anticipo, rendendo questa una variabile difficile da pronosticare.

I cinque pilastri del cloud computing

Secondo il National Institute of Standards and Technology (Nist), il cloud computing necessita di soddisfare cinque caratteristiche:

  • Accessibilità su richiesta: gli utenti devono avere la possibilità di richiedere in maniera autonoma le risorse necessarie, senza dover contattare ogni volta il fornitore.
  • Ampio accesso alla rete: l’accesso al cloud computing deve avvenire tramite Internet, non attraverso altre tecnologie o protocolli. L’utilizzo di metodi standardizzati garantisce che tutti gli utenti abbiano accesso al servizio senza problemi.
  • Risorse raggruppate: la combinazione di più istanze di calcolo è il prerequisito di base per il cloud computing. Per lo più sotto forma di server farm, ossia luoghi dove sono collocati numerosi server, questi servono a fornire contemporaneamente a diversi utenti potenza di calcolo e capacità di memorizzazione.
  • Elasticità: l’assegnazione delle capacità di calcolo deve essere veloce e allineata con la domanda. Nella migliore delle ipotesi operano specifici automatismi che attivano o disattivano le risorse senza l’assistenza dei clienti o dei dipendenti.
  • Servizio misurabile: l’utilizzo dell’offerta cloud viene monitorato in ogni momento. In questo modo c’è maggiore trasparenza sia per il fornitore che per l’utente.

Quando si parla di cloud computing è però necessario distinguere fra le varie tipologie che esistono e i servizi offerti. Le tipologie sono quattro: cloud pubblico, privato, cloud ibrido e multicloud.

I servizi offerti dal cloud sono tra loro diversi, vengono infatti divisi per: Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS), Software as a service (SaaS).

I diversi tipi di cloud computing

Il public cloud, o cloud pubblico, è definito come un insieme di servizi di elaborazione offerti da un provider attraverso la rete internet, reso disponibile per coloro che desiderano usarlo o comprarlo. Questi servizi possono essere gratuiti o a pagamento.

Rispetto al cloud privato, il cloud pubblico consente alle aziende di risparmiare su numerosi costi afferenti alla gestione della manutenzione. Questo perché essendo il cloud pubblico, è il provider ad occuparsi di questi aspetti.

Sebbene venga spesso etichettato come meno sicuro rispetto al suo equivalente privato, il public cloud, se utilizzato correttamente, garantisce lo stesso livello di sicurezza ma con dei costi molto minori.

Il private cloud, o cloud privato, indica servizi offerti tramite Internet solamente a utenti selezionati e non al pubblico generale, come nel caso del cloud pubblico.
Il cloud computing privato offre molti dei vantaggi di un cloud pubblico, ad esempio le funzionalità self-service, elasticità e scalabilità.

Il cloud privato, inoltre, offre un livello elevato di sicurezza e privacy per garantire che le operazioni e i dati sensibili non siano accessibili ad altri provider.
Lo svantaggio risiede nel fatto che il reparto IT dell’azienda è considerato responsabile per i costi e per la gestione del cloud privato. Di conseguenza, questi richiedono le stesse spese di personale, gestione e manutenzione dei data center di proprietà tradizionali.

Com’è intuibile, pur mettendoli a paragone, non è possibile trarre una conclusione su quale sia la soluzione migliore tra cloud pubblico e privato, in quanto dipende molto dalle esigenze aziendali.

Nel caso di una piccola azienda, come una tipica Pmi italiana, farsi carico dei costi di installazione e manutenzione di un cloud privato potrebbe essere eccessivamente dispendioso e talvolta inutile (almeno che non si abbia il fondato timore che qualcuno voglia provare a sottrarci informazioni riservate).

Sarebbe invece più idoneo un cloud pubblico, di rapida installazione, dal costo più basso (qualora non si scelga una variante gratuita) e soprattutto che non necessiti di una manutenzione diretta da parte del fruitore.

Nell’eventualità che sia invece una grande azienda ad avere bisogno di un servizio di cloud, questa potrebbe trovare più conveniente averne uno privato tutto suo. Nella fattispecie, ciò può accadere nel caso in cui l’azienda sia molto grande e produca un’immensa quantità di dati; oppure nel caso in cui i dati trattati da essa siano particolarmente sensibili e a rischio di essere rubati.

In questo caso, anche nel caso in cui l’azienda consideri questa possibilità, il costo non andrebbe a pesare in maniera troppo importante sul proprio fatturato, diventando perciò un’alternativa meritevole di considerazione.

La terza possibilità è il cloud ibrido.
Il cloud ibrido, o hybrid cloud, è una soluzione che combina un cloud privato con un servizio cloud pubblico. Una strategia cloud ibrida offre alle aziende una maggiore flessibilità spostando i carichi di lavoro tra le soluzioni cloud in base alle esigenze e ai costi.

Il servizio di cloud ibrido è estremamente potente in quanto offre un maggiore controllo sui propri dati privati. Un’organizzazione può archiviare dati sensibili su un cloud privato o un data center locale e contemporaneamente sfruttare le risorse di computing di un cloud pubblico gestito, amministrando il tutto attraverso un singolo device.

Un esempio di ciò può essere quello di un ospedale che vuole conservare localmente i dati dei propri pazienti così da averli sempre a propria disposizione, mentre destina al cloud pubblico i dati di minor rilevanza dal piunto di vista sanitario, come quelli riguardanti alla contabilità delle forniture. Così facendo si massimizzano le qualità di entrambi i sistemi, riducendo anche l’impatto economico.

L’ultima soluzione è, infine, il multicloud.
Il multicloud computing si riferisce all’utilizzo contemporaneo di più servizi di cloud computing, forniti da più provider, anziché da uno soltanto.

Esiste una differenza sostanziale rispetto al cloud ibrido: mentre nel caso di quest’ultimo si usano cloud di diverso tipo (per esempio uno pubblico e uno privato) nel multicloud si usano diversi provider.

Il motivo per cui alcune aziende utilizzano questo diversi cloud è insita nelle caratteristiche degli stessi: potendo infatti utilizzare molteplici provider è possibile sceglierli in maniera complementare. Qualora inoltre si verifichi un problema, come ad esempio un guasto, potendo contare su diversi cloud, non è necessario fermare il lavoro.

I diversi servizi di cloud computing

Il primo livello di infrastrutture è Infrastructure-as-a-Service (IaaS). Questo servizio offre un primo livello di delega della gestione dei dati. Fornisce i servizi di infrastruttura come ad esempio le risorse di calcolo e lo spazio di archiviazione tramite cloud e Internet.
Con questo servizio, l’utente ha il completo controllo dell’infrastruttura grazie a un’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) o un dashboard.

Infrastructure-as-a-service garantisce molta versatilità, consentendo di acquistare solo i componenti che si reputano necessari, aggiungendoli o eliminandoli quando considerato necessario. Risulta infine molto conveniente grazie al basso costo fisso e al fatto che non necessita di manutenzione.

IaaS presenta anche alcuni inconvenienti, ad esempio i potenziali problemi legati all’affidabilità dei servizi, alla sicurezza del provider. Sono tuttavia problematiche che possono essere evitate scegliendo un provider con una buona fama, con un’esperienza provata e una reputazione valida.

Il secondo livello di servizio è Platform-as-a-Service (PaaS). Questo servizio consente, attraverso una combinazione preconfezionata di software e hardware per il cloud computing, di sviluppare, testare, gestire e distribuire le proprie applicazioni con facilità.

Grazie a questo servizio, le aziende evitano le spese e le complessità legate all’acquisto e alla gestione di licenze software, middleware e infrastrutture delle applicazioni sottostanti, strumenti di sviluppo e altre risorse.

Il terzo e ultimo livello di servizio è Software-as-a-Service (Saas). Dei tre servizi di cloud computing citati finora questo è il più completo. Questo consiste nella fornitura di un’applicazione completa da parte di un provider tramite un browser web.

Il provider si occupa degli aggiornamenti software, della correzione dei bug e di altre attività di manutenzione del software, mentre l’utente si connette all’applicazione tramite una dashboard.

Scegliendo questo tipo di soluzione, le aziende non devono gestire l’installazione e gli aggiornamenti dei software, ma devono solamente limitarsi a personalizzare il servizio secondo le proprie esigenze.

I vantaggi offerti da questo servizio in termini di tempo e manutenzione possono essere tuttavia controbilanciati da problemi legati a controllo, sicurezza e prestazioni. Per questo è importante scegliere un provider altamente affidabile e formare il proprio personale in modo che sia in grado di utilizzare questi strumenti.

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# Cloud

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