Cos’è e a cosa serve calcolare lo stato patrimoniale? Ecco di cosa si tratta e qual è la differenza rispetto al conto economico.
Gestire un’azienda non è di certo semplice. Tanti i fattori da prendere in considerazione, come ad esempio le spese da sostenere per avere a propria disposizione le risorse necessarie a svolgere la propria attività. Non parliamo solo di materie prime o strumenti tecnologici, ma anche della componente umana che riveste un ruolo fondamentale all’interno di ogni azienda.
Al fine di evitare di incorrere in spiacevoli situazione e avere una visione chiara della situazione della propria azienda è possibile utilizzare degli strumenti ad hoc. Tra questi troviamo lo stato patrimoniale e il conto economico che permettono di avere una fotografia chiara ed immediata dello stato di salute patrimoniale e finanziario della propria attività. Ma cos’è lo stato patrimoniale, a cosa serve e soprattutto in cosa differisce dal conto economico? Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
Cos’è lo stato patrimoniale: significato e definizione
In base alla normativa vigente nel nostro Paese, le aziende devono redigere il bilancio d’esercizio. Stando a quanto previsto dall’articolo 2423 del Codice Civile:
«Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal rendiconto finanziario, e dalla nota integrativa. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio».
In questa guida ci focalizzeremo sullo stato patrimoniale. Quest’ultimo è un documento obbligatorio per legge che serve a rappresentare sinteticamente la composizione qualitativa e quantitativa del patrimonio di un’azienda al giorno di chiusura dell’esercizio. In pratica permette di tenere traccia delle varie risorse materiali e finanziarie a disposizione dell’azienda in un determinato periodo d’esercizio.
A cosa serve calcolare lo stato patrimoniale?
Lo stato patrimoniale, come già detto, è un documento contabile utilizzato per rendicontare la situazione patrimoniale di un’azienda al termine dell’anno fiscale, ovvero al 31 dicembre. È in grado di fornire una fotografia del valore complessivo di una società e permette di definire il patrimonio netto. Quest’ultimo è il frutto della differenza tra le voci attive e le voci passive.
Viste le sue caratteristiche, grazie a tale documento è possibile esprimere un giudizio sulla situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda. In particolare evidenzia il valore dei beni e del capitale a disposizione dell’impresa. Ma non solo, permette di capire se una determinata azienda sia effettivamente in grado di mantenere un corretto equilibrio patrimoniale e finanziario. Grazie a queste informazioni è possibile venire a conoscenza di eventuali situazioni di rischio e cercare di porre rimedio, al fine di evitare possibili perdite economiche.
Differenza tra stato patrimoniale e conto economico
Lo stato patrimoniale e il conto economico sono i due documenti fondamentali che permettono di costituire il bilancio d’esercizio. Questi strumenti forniscono un’analisi analitica della situazione finanziaria e dello stato complessivo dell’azienda. Ognuno di questi due documenti mette in risalto aspetti contabili differenti.
Entrando nei dettagli, lo stato patrimoniale rendiconta tutte le attività e passività e consente di calcolare il patrimonio netto. In particolare permette di sapere chi, in un dato lasso temporale, sta finanziando l’attività, i relativi importi e soprattutto come l’azienda impiega questi soldi.
Il conto economico, dal suo canto, permette di tenere traccia dei costi e ricavi di un’azienda, per poi definire il risultato economico, che può essere in perdita oppure in utile. In pratica, facendo la differenza tra ricavi e costi, è possibile conoscere la redditività di un’azienda, ovvero quanto denaro può potenzialmente generare.
Schema e voci dello stato patrimoniale
Lo stato patrimoniale riporta i valori dei beni e dei capitali a disposizione dell’azienda nell’anno di riferimento. Dal punto di vista pratico si presenta come uno schema contrapposto con voci dell’attivo e del passivo che, dal punto di vista algebrico, devono risultare equivalenti. Lo schema da seguire viene stabilito dall’articolo 2424 del Codice Civile. In base a quest’ultimo lo stato patrimoniale deve presentare le seguenti voci:
Sempre il Codice Civile ricorda che nel caso in cui un elemento dell’attivo o del passivo ricada sotto più voci
dello schema, allora si deve provvedere a fare apposita annotazione nella nota integrativa.
Attivo patrimoniale
L’attivo dello stato patrimoniale illustra le risorse finanziarie a disposizione dell’azienda e relative modalità di impiego. Le attività dello stato patrimoniale sono conosciute anche come impieghi, questo perché evidenziano quali beni sono usati dall’azienda per svolgere la propria attività e riuscire così a generare ricavi. Nell’attivo dello stato patrimoniale troviamo le seguenti sezioni.
- Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti. Si tratta dei crediti nei confronti di soci o azionisti per somme di denaro deliberate e sottoscritte, ad esempio in sede di costituzione della società oppure in seguito ad un aumento del capitale sociale.
- Immobilizzazioni. Si tratta degli asset necessari per lo svolgimento dell’attività stessa. Quest’ultimi si distinguono a loro volta in immateriali, ossia privi di consistenza fisica e che manifestano i propri benefici economici in più esercizi. Rientrano in tale categoria i costi di avviamento, brevetti, ma anche concessioni, licenze, marchi e diritti simili. Le immobilizzazioni materiali sono beni tangibili di utilizzo durevole, come ad esempio impianti, macchinari o automezzi. Rientra sotto la categoria delle immobilizzazioni finanziarie, invece, la parte del patrimonio volta a restare in partecipazioni durevoli in altre società e crediti verso imprese collegate, controllate e controllanti, di medio-lungo termine.
- Attivo circolante. In tale sezione rientrano gli impieghi liquidabili nel breve periodo, come ad esempio entro dodici mesi o entro l’esercizio in corso. Il totale dell’attivo circolante è dato dalla somma di diversi voci, ovvero: rimanenze in magazzino, crediti esigibili nel breve periodo, attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni e disponibilità liquide. Soffermandosi su questa sezione ricordiamo che le rimanenze in magazzino fanno riferimento alle materie prime, così come l’eventuale merce invenduta o ordinata. Le disponibilità liquide immediate, invece, fanno riferimento alla liquidità disponibile in cassa o sul conto corrente aziendale.
- Ratei e Risconti. I risconti attivi fanno riferimento a costi non di competenza dell’esercizio, ma già pagati. I ratei attivi, invece, fanno riferimento ad un ricavo di competenza dell’esercizio ma che verrà incassato negli anni a seguire.
Passivo patrimoniale
Il passivo dello Stato patrimoniale illustra invece le risorse impiegate per finanziare gli impieghi indicati nell’attivo patrimoniale. Andando in profondità, all’interno di questa sezione troviamo le seguenti voci.
- Patrimonio netto. Fa riferimento ai mezzi propri a disposizione dell’azienda per svolgere l’attività d’impresa. Rientrano in tale categoria il capitale sociale, le riserve legali, le riserve per azioni in portafoglio e altri tipi di riserve. Ma non solo, qui troviamo anche utili o perdite d’esercizio, così come utili o perdite portate a nuovo. Quest’ultimi sono i risultati netti di esercizi passati che non sono stati distribuiti o accantonati ad altre riserve oppure perdite non ancora coperte.
- Fondi per rischi ed oneri. In base a quanto previsto dall’articolo 2424 bis del Codice civile, rientrano in tale sezione gli accantonamenti volti a coprire le perdite o i debiti che al termine dell’esercizio sono imprecisati nell’ammontare e nella data di sopravvenienza.
- Trattamento di fine rapporto. Come è facile intuire dal nome si tratta delle risorse aziendali a favore dei dipendenti, da corrispondere sotto forma di TFR al termine del rapporto lavorativo.
- Debiti. Sotto la categoria debiti troviamo i vari impegni e obbligazioni di natura finanziaria nei confronti di banche, fornitori e anche dello Stato.
- Ratei e risconti passivi. I risconti passivi indicano ricavi di competenza degli esercizi successivi, ma che sono stati già incassati. I ratei passivi, invece, indicano costi di competenza dell’esercizio che verranno pagati negli anni a seguire.
Esempi di stato patrimoniale
Gli importi indicati nello stato patrimoniale, ovviamente, differiscono da un’azienda all’altra. Ma non solo, possono differire per la stessa azienda da un anno all’altro. Questo perché la situazione finanziaria non è immutabile, bensì differisce a seconda di come procede l’attività, delle risorse utilizzate e anche dei debiti accumulati. A titolo di esempio vi invitiamo a dare un’occhiata ai bilanci dell’Agenzia delle Entrate. Ma non solo, anche visitando i siti di alcune aziende private è possibile visionare il relativo bilancio, comprensivo ovviamente dello stato patrimoniale.
In questo modo è possibile farsi un’idea di come sia strutturato e soprattutto comprendere la relativa importanza. Come è possibile notare sono varie le voci che costituiscono tale documento. In caso di dubbi si consiglia di rivolgersi ad un esperto del settore, come ad esempio un commercialista, che potrà illustrarvi nel dettaglio le singole voci e il relativo impatto sulla situazione finanziaria della vostra attività. Ma non solo, potrete avere un quadro chiaro della vostra azienda, grazie a cui decifrare i vostri punti di forza, ma soprattutto eventuali rischi da contrastare.
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