Una tipologia di obbligazioni particolare e che interessa anche l’investitore medio è la zero coupon (bond zero coupon): ecco cos’è e di cosa si tratta.
Le obbligazioni zero coupon rappresentano una delle forme più pure di investimento obbligazionario. A differenza delle obbligazioni tradizionali, questi strumenti finanziari non prevedono il pagamento di cedole periodiche, offrendo invece un unico rendimento alla scadenza.
Ecco in dettaglio come funzionano le obbligazioni zero coupon, partendo dalla loro struttura base fino ad arrivare alle diverse tipologie disponibili sul mercato. Esamineremo il calcolo del rendimento, i profili di rischio e le strategie di investimento più efficaci, senza dimenticare gli aspetti fiscali.
Cosa sono le obbligazioni zero coupon
Nel mondo degli investimenti, si incontrano spesso strumenti finanziari che si distinguono per la loro particolare struttura. Uno di questi è sicuramente rappresentato dalle obbligazioni zero coupon.
Le obbligazioni zero coupon sono titoli di credito che vengono emessi a sconto, ovvero ad un prezzo inferiore rispetto al loro valore nominale. La caratteristica principale di questi strumenti è l’assenza di pagamenti periodici di interessi durante la vita del titolo. Il rendimento si realizza attraverso la differenza tra il prezzo di acquisto e il valore di rimborso alla scadenza.
Ciò che distingue questi titoli dalle obbligazioni classiche è l’assenza delle cedole, ovvero dei pagamenti periodici degli interessi. Mentre le obbligazioni tradizionali distribuiscono interessi a intervalli regolari, gli zero coupon bond concentrano tutto il rendimento nel momento del rimborso.
Prendiamo un esempio pratico: possiamo trovare un’obbligazione zero coupon al costo di 970 euro, per un capitale da restituire a scadenza di 1.000 euro. In questo caso, il guadagno di 30 euro rappresenta il rendimento complessivo dell’investimento.
I principali vantaggi che riscontriamo, quindi, includono:
- certezza del rendimento se mantenuti fino a scadenza;
- eliminazione del problema del reinvestimento degli interessi periodici;
- possibilità di pianificare con precisione il capitale finale.
Tuttavia, dobbiamo considerare anche alcuni svantaggi significativi. Le obbligazioni zero coupon sono generalmente più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse rispetto alle obbligazioni tradizionali. Inoltre, l’assenza di flussi di cassa intermedi può rappresentare uno svantaggio per chi necessita di entrate periodiche.
Per quanto riguarda la durata, notiamo che questi strumenti vengono solitamente emessi con scadenze brevi, tipicamente da uno a tre anni, anche se esistono emissioni con durate maggiori per specifiche esigenze di investimento.
Come funzionano le obbligazioni zero coupon e calcolo del rendimento
Per capire il funzionamento delle obbligazioni zero coupon, possiamo partire da un esempio di calcolo. Difatti, proprio attraverso la spiegazione di come calcolare il rendimento delle obbligazioni zero coupon passa anche la valutazione di tale strumento di investimento.
Per calcolare il rendimento di uno zero coupon bond, utilizziamo il Tasso Interno di Rendimento (TIR), anche noto come Tasso di Rendimento a Scadenza (TRES). La formula base è:
- r = (VN/P)^(1/t) - 1
Dove:
- VN = Valore Nominale
- P = Prezzo di acquisto
- t = tempo alla scadenza in anni
Nel caso delle obbligazioni zero coupon, notiamo una caratteristica particolare: la duration coincide esattamente con la vita residua del titolo. Questo le rende particolarmente sensibili alle variazioni dei tassi di interesse.
Per le obbligazioni zero coupon a lungo termine, questa sensibilità si traduce in una volatilità più elevata rispetto alle obbligazioni tradizionali. È importante considerare questo aspetto quando si valuta l’investimento.
Esempi pratici di calcolo
Prendiamo un esempio concreto: consideriamo uno zero coupon bond con valore nominale di 100 euro, scadenza a 3 anni e prezzo di acquisto di 92 euro. Applicando la formula del TIR:
- r = (100/92)^(1/3) - 1 = 2,82%
Questo significa che l’investimento offre un rendimento annuo del 2,82%. Va sottolineato che tale rendimento si realizzerà solo mantenendo l’obbligazione fino alla scadenza.
La sensibilità al tasso di interesse si manifesta chiaramente: una variazione dell’1% nel tasso di rendimento può causare una variazione significativa nel prezzo dell’obbligazione, specialmente per quelle con scadenze più lunghe.
Tipologie di zero coupon bond sul mercato
Sul mercato italiano troviamo diverse tipologie di obbligazioni zero coupon, ognuna con caratteristiche specifiche che la rendono adatta a differenti strategie di investimento.
Titoli di Stato (BOT e CTZ)
I titoli di Stato rappresentano la categoria più diffusa di zero coupon bond in Italia. I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) vengono emessi con le seguenti scadenze:
- 3 mesi
- 6 mesi
- 12 mesi
BOT flessibili con durata variabile entro l’anno
I Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ) hanno invece una durata di 24 mesi e vengono collocati tramite aste mensili. La sottoscrizione minima per i CTZ è di 1.000 euro o multipli, con commissioni di collocamento dello 0,15%.
Obbligazioni corporate zero coupon
Nel settore privato, le obbligazioni corporate zero coupon si distinguono per la loro struttura semplice rispetto ad altre tipologie di obbligazioni societarie. Questi titoli vengono venduti a sconto rispetto al valore nominale e offrono rendimenti che variano in base al merito creditizio dell’emittente.
Emissioni sovranazionali
Le emissioni sovranazionali, come quelle della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), rappresentano una categoria particolare di zero coupon bond. Questi titoli vengono tipicamente emessi con scadenze più lunghe, che possono arrivare fino a 10 o 30 anni. La loro caratteristica distintiva è l’elevato standing creditizio dell’emittente, che li rende particolarmente interessanti per investitori istituzionali e per chi cerca investimenti a lungo termine con un profilo di rischio contenuto.
Obbligazioni zero coupon tra rischio e investimento
Investire in obbligazioni zero coupon richiede una comprensione approfondita dei rischi e delle opportunità che questi strumenti offrono. Quando valutiamo le obbligazioni zero coupon, dobbiamo considerare alcuni rischi fondamentali.
- Rischio di tasso: questi titoli sono particolarmente sensibili alle variazioni dei tassi di interesse. Quando i tassi aumentano, il valore delle obbligazioni esistenti tende a diminuire in modo significativo.
- Rischio di inflazione: l’assenza di pagamenti periodici può esporre l’investimento all’erosione del potere d’acquisto nel tempo.
- Rischio di liquidità: le obbligazioni zero coupon sono generalmente meno liquide rispetto alle obbligazioni tradizionali.
Per gestire efficacemente questi rischi, bisogna attuare diverse strategie di diversificazione. Innanzitutto, è fondamentale distribuire gli investimenti tra più emittenti per ridurre il rischio di default. Inoltre, è fondamentale bilanciare il portafoglio includendo titoli con diverse scadenze e differenti profili di rischio-rendimento.
Per ottimizzare il profilo rischio-rendimento, bisogna considerare attentamente la duration in base alle condizioni di mercato. In particolare, quando prevediamo un rialzo dei tassi, è consigliabile ridurre la duration media del portafoglio. Al contrario, in scenari di tassi calanti, una duration più lunga può offrire maggiori opportunità di apprezzamento del capitale.
Come vengono tassati i bond zero coupon?
La tassazione delle obbligazioni zero coupon presenta alcune particolarità che bisogna conoscere per gestire al meglio il nostro investimento.
Innanzitutto, dobbiamo distinguere le aliquote fiscali in base alla tipologia di emittente:
- 12,5% per i titoli di Stato italiani e determinati Stati esteri;
- 26% per le obbligazioni emesse da società private.
Nel caso dei BOT e CTZ, si paga l’imposta sostitutiva del 12,5% sulla differenza tra il valore di acquisto e quello di rimborso del titolo.
La particolarità della tassazione degli zero coupon bond risiede nella distinzione tra due componenti del guadagno. La prima è rappresentata dalla differenza tra il valore teorico del titolo al momento della vendita e quello all’acquisto, che viene considerata come reddito da capitale. Questa componente non può essere compensata con eventuali minusvalenze pregresse.
La seconda componente riguarda la differenza tra il prezzo di mercato e il valore teorico, che viene trattata come reddito diverso. Solo questa parte può essere utilizzata per compensare eventuali minusvalenze da capital gain precedenti.
Per comprendere meglio, prendiamo un esempio: se acquistiamo un’obbligazione zero coupon a 70 e la rivendiamo a 80, con valori teorici rispettivamente di 68 e 72, avremo:
- reddito da capitale: 4 (72-68), tassato e non compensabile;
- reddito diverso: 6 ((80-72)-(70-68)), compensabile con minusvalenze.
È importante notare che per i titoli che rientrano nel Decreto Legislativo 239/1996, gli intermediari operano il prelievo anche in caso di cessione, limitatamente ai ratei dei redditi di capitale maturati ma non ancora riscossi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA