I Paesi produttori di petrolio del Medio Oriente hanno iniziato a dirottare i loro immensi profitti energetici in molteplici infrastrutture connesse al settore dell’IA.
Tutti parlano dell’intelligenza artificiale (IA) ma pochi ci stanno investendo come le monarchie del Golfo. I Paesi produttori di petrolio del Medio Oriente hanno infatti iniziato a dirottare i loro immensi, enormi, infiniti ricavi energetici in una serie di infrastrutture connesse al settore dell’IA e in altri ambiti ad alta tecnologia.
I loro obiettivi? Diversificare le entrate in ottica futura – entrate ancora troppo dipendenti dal petrolio - e, al contempo, cercare di diventare protagonisti in campo hi-tech. “Ci siamo persi la prima rivoluzione industriale, ma non ci stiamo perdendo la rivoluzione dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato Shihab Ahmed Al-Faheem, ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in Giappone, durante un simposio internazionale sull’IA tenutosi a Tokyo lo scorso 18 settembre.
Nel corso di questo evento, co-ospitato dal Research Center for Advanced Science and Technology (RCAST) dell’Università di Tokyo e da un think tank con sede ad Abu Dhabi, Trends Research & Advisory, sono emersi spunti interessanti, utili a capire una tendenza che ci accompagnerà da qui ai prossimi anni: il riversamento dei petrodollari nell’IA e, più in generale, nella tecnologia. [...]
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