Dal gas al petrolio: perché la domanda di greggio aumenterà, le stime AIE

Violetta Silvestri

11/08/2022

L’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede una domanda di petrolio in avanzata, visto che gli aumenti di prezzo eccezionali per il gas naturale stanno spostando i consumi verso il greggio.

Dal gas al petrolio: perché la domanda di greggio aumenterà, le stime AIE

Le torride temperature estive e l’impennata dei prezzi del gas spingono l’uso del petrolio nella produzione di energia, ha affermato giovedì l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), aumentando la domanda di greggio, ma mascherando la debolezza delle economie afflitte dai timori di recessione.

L’agenzia con sede a Parigi ha descritto questa condizione come una stranezza del mercato dell’energia scosso dal nervosismo dell’offerta causato dalle sanzioni sul petrolio russo, ma anche dall’inflazione da record che sta già iniziando a ridurre il consumo di carburante.

Le nuove stime dell’AIE e le previsioni sulla crescita: l’Europa in primo piano con la crisi energia, i motivi.

Più petrolio, meno gas: cosa prevede l’AIE

Il consumo mondiale di petrolio crescerà di 2,1 milioni di barili al giorno quest’anno, ovvero circa il 2%, in aumento di 380.000 al giorno rispetto alle previsioni precedenti, ha affermato l’agenzia con sede a Parigi nel suo ultimo rapporto mensile. La domanda extra che ha spinto la revisione è “straordinariamente concentrata” in Medio Oriente e in Europa.

I prezzi del gas naturale sono balzati quest’anno, con la Russia che ha limitato i flussi europei, una mossa ampiamente vista come una ritorsione per le sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina. L’aumento ha spinto molti consumatori industriali, comprese raffinerie e centrali elettriche, a passare dal gas al petrolio. Le temperature elevate hanno anche stimolato la domanda di aria condizionata, in particolare in Medio Oriente, dove una quantità significativa di petrolio viene bruciata durante l’estate per generare elettricità.

“I prezzi del gas naturale e dell’elettricità hanno raggiunto nuovi record, incentivando il passaggio dal gas al petrolio in alcuni Paesi...Questi guadagni straordinari, concentrati in modo schiacciante in Medio Oriente e in Europa, mascherano una relativa debolezza in altri settori”, ha avvertito l’AIE.

L’agenzia ha citato il ridotto utilizzo di combustibili per il trasporto su strada nei Paesi sviluppati e il rallentamento della crescita entro la fine dell’anno “allineandosi a un sentimento economico più negativo per suggerire una notevole contrazione nel secondo semestre 2022.”

Un rimbalzo del traffico aereo fornirà invece uno dei pochi punti luminosi per la domanda in futuro.

Anche se i consumi accelerano, l’AIE dubita che i mercati petroliferi dovranno affrontare una crisi dell’offerta, con scorte previste che aumenteranno a un tasso di 900.000 barili al giorno per il resto dell’anno.

Focus sul petrolio russo

Nel frattempo, l’offerta globale di petrolio a luglio ha superato i massimi pre-pandemia, sostenuta dalla produzione russa superiore alle attese, le cui esportazioni secondo l’agenzia sono diminuite di 115.000 barili al giorno a luglio segnando la soglia di 7,4 milioni di barili al giorno, un calo di soli 600.000 barili al giorno dall’inizio del l’anno.

La produzione di petrolio della Russia si è dimostrata più resiliente del previsto di fronte alle sanzioni internazionali. I ricavi delle esportazioni petrolifere russe sono diminuiti di $2 miliardi a luglio a $19 miliardi principalmente a causa dei prezzi più bassi e l’AIE ha segnalato che la Cina ha superato l’Europa per la prima volta come destinazione principale del greggio russo.

Tuttavia, l’erogazione del carburante russo potrebbe diminuire ulteriormente nei prossimi mesi con l’aggravarsi delle nuove sanzioni europee e ci si può aspettare poca ulteriore assistenza dai suoi alleati dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, ha affermato l’AIE.

L’OPEC+ ha offerto solo un aumento simbolico della produzione di 100.000 barili al giorno per settembre nel suo ultimo incontro, nonostante una visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden al leader del gruppo Arabia Saudita. È improbabile che l’alleanza cambi rotta annunciando ulteriori aumenti sostanziali nei prossimi mesi.

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