Il divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole preoccupa gli insegnanti

Maria Paola Pizzonia

26/08/2024

Il divieto di utilizzo del cellulare nelle scuole potrebbe diventare realtà, ma preoccupa molti insegnanti. Scopri perché.

Il divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole preoccupa gli insegnanti

Sembra strano, ma è così: il divieto dei cellulari nelle scuole potrebbe essere motivo di preoccupazione per gli insegnanti. Molti di noi sono abituati a pensare all’uso dello smartphone come qualcosa di alieno ai momenti passati in aula, ma probabilmente per le ultime generazioni è esattamente l’opposto.

La misura promossa (ovviamente) da Valditara

Il recente divieto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, ha scatenato un dibattito acceso nelle scuole italiane. A partire dall’anno scolastico 2024/2025, l’uso dei cellulari sarà vietato in classe per tutti gli studenti fino alla scuola secondaria di primo grado, compresi i casi in cui l’utilizzo è legato ad attività educative o didattiche. Questa misura è giustificata da studi che evidenziano come l’uso eccessivo di dispositivi mobili possa avere effetti negativi. Secondo il Ministero, anche solo la presenza di uno smartphone può distrarre gli studenti e compromettere la loro capacità di apprendimento​. Secondo le direttive ministeriali, gli studenti dovranno consegnare i loro dispositivi all’inizio delle lezioni e potranno recuperarli solo alla fine della giornata scolastica:

Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno.

Sono le parole del Ministro Giuseppe Valditara. I rischi riguardano la salute degli studenti he possono derivare dall’uso perdurante dei cellulari sono evidenziati dalla relazione finale allegata alla rispettiva circolare. Si tratta di un’indagine conoscitiva realizzata nella scorsa legislatura dalla 7ª Commissione del Senato sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento:

Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivo.

Conclude il Ministro.

Il cellulare oggi si usa per le comunicazioni urgenti e veloci

Valditara sembra vivere congelato ai tempi in cui era lui uno studente e andava a scuola. Ma i tempi sono cambiati. Uno degli aspetti più critici è la preoccupazione per la sicurezza degli studenti. Molti insegnanti fanno notare le implicazioni pratiche del divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole, poiché, sebbene riconoscano l’importanza di limitare l’uso improprio durante le lezioni, vedono rischi significativi legati all’assenza di accesso immediato a questi dispositivi.

Un aspetto cruciale riguarda la sicurezza: senza un cellulare a portata di mano, gli studenti potrebbero trovarsi in difficoltà nel contattare la famiglia in caso di emergenza. Questo è particolarmente preoccupante per studenti con determinate esigenze mediche o in situazioni improvvise, dove la rapidità di comunicazione può fare la differenza. Se un docente si rifiutasse di consegnare il cellulare ad uno studente perché non trova convincente la sua richiesta? Si potrebbe rischiare di far sentir male il ragazzo perdendo l’occasione di agire in tempo.

Il cellulare si usa anche per le comunicazioni private

Un altro aspetto preoccupante è la limitazione della riservatezza e del supporto personale. Si rischia di impedire agli studenti di segnalare situazioni delicate, come episodi di bullismo o abusi, che preferiscono non condividere direttamente con gli adulti presenti in aula. Questi scenari evidenziano come il divieto, seppur con buone intenzioni, possa avere conseguenze negative sulla capacità degli studenti di gestire situazioni delicate. Nel 2024, uno studente deve poter contattare la sua famiglia autonomamente in tempo reale, col privilegio di bypassare step macchinosi e che potrebbero crear disagio.

A chi dice “e allora prima come si faceva?”, si potrebbe rispondere che, in passato, si riusciva ad attraversare l’Europa senza ferrovie, ma questo non significa che dovremmo farlo anche oggi. Il progresso esiste per migliorare le condizioni del passato, e il compito di oggi è imparare a usare queste innovazioni, non negarle.

Siamo nel 2024 e non negli anni 80: il cellulare viene usato anche nella didattica!

Il divieto di utilizzare i cellulari potrebbe compromettere l’efficacia delle metodologie didattiche moderne, che integrano la tecnologia per rendere le lezioni più coinvolgenti e dinamiche. Gli insegnanti che usano applicazioni educative mobili come Kahoot!o Google Classroom potrebbero trovarsi costretti a rinunciare a questi strumenti, ritornando a metodi tradizionali che spesso non suscitano lo stesso livello di interesse tra gli studenti. Questo cambiamento potrebbe rallentare il ritmo delle lezioni e limitare le opportunità di apprendimento attivo in tempo reale.

Questi approcci (servizi come i quiz interattivi e l’accesso a risorse online) sono progettati per aumentare la motivazione e l’interesse degli studenti. Questa misura obbligherebbe gli insegnanti a tornare a metodologie più obsolete e meno efficaci nel coinvolgere gli studenti.

Un esempio concreto di questo impatto riguarda i progetti di ricerca. Senza la possibilità di usare i cellulari, gli studenti potrebbero essere costretti a cercare informazioni solo tramite computer in aula (se disponibili!) o a rimandare la ricerca a casa. Questo rallenterebbe il flusso delle lezioni e limiterebbe le opportunità di apprendimento immediato.

Un governo intelligente guarda al futuro, non al passato

Il divieto di utilizzare i cellulari nelle scuole, sebbene motivato da intenzioni comprensibilii, rischia di avere conseguenze negative. Come già scritto, questa misura potrebbe limitare la capacità degli studenti di gestire autonomamente e con riservatezza le proprie situazioni delicate. Ma non è soltanto questo il motivo: in un’epoca in cui i nativi digitali crescono immersi nella tecnologia, è fondamentale che la scuola li prepari a vivere e a lavorare nel mondo di oggi, non in un passato che non è il loro. Oltre alle questioni pratiche che rendono il cellulare utile, esiste anche un piano di principio che non va sottovalutato.

La scuola dovrebbe essere il luogo dove gli studenti imparano a navigare (letteralmente) il presente per prepararsi per il futuro, piuttosto che cercare di riportare indietro le lancette del tempo, spesso più per rassicurare una parte di adulti che a scuola non va più e che quindi non ha idea di come sia cambiata. Ignorare l’esistenza e l’importanza della tecnologia significa negare una parte essenziale della realtà degli studenti di oggi. Significa minimizzare delle loro esperienze quotidiane, sovrapponendoci il ricordo di quelle del nostro passato. È cruciale che l’educazione non si limiti a insegnare come era il mondo prima, ma piuttosto a come utilizzare consapevolmente e responsabilmente le risorse contemporanee.

Meno «vietare» e più «imparare»

Accettare l’uso più pervasivo della tecnologia oggi non significa lasciare i ragazzi senza regola. Significa piuttosto guidare gli studenti nell’uso coscienzioso di strumenti digitali. Si tratta di una mossa non è solo razionale, ma necessaria. La scuola ha il compito di aiutare gli studenti a diventare cittadini informati e competenti nel mondo moderno, piuttosto che impedirgli di accedere a strumenti che possono arricchire il loro apprendimento e la loro preparazione per il futuro.

La misura proposta da Valditara, sebbene mossa da nobili intenzioni, non affronta efficacemente il vero problema. Il nodo centrale non è l’uso del cellulare, ma l’attenzione dello studente. Da sempre, uno studente che non vuole seguire una lezione trova modi per distrarsi: parlando, dormendo, disegnando sui banchi. In passato, non servivano i cellulari per evitare di ascoltare una lezione; bastavano i bigliettini passati di nascosto tra i banchi.

Se uno studente non vuole seguire, non segue

Oggi, vietare il cellulare non risolve il problema. Anzi, introduce nuove sfide, come la possibilità per uno studente di aggirare il divieto, magari portando due telefoni o consegnando un vecchio smartphone rotto per poi continuare a usare il proprio di nascosto. Invece di coltivare un uso responsabile della tecnologia, si rischia di creare un ambiente basato su divieti e paure, perdendo l’occasione di far crescere studenti più consapevoli e responsabili.

Il vero cambiamento non si ottiene con un divieto, ma piuttosto rendendo le lezioni così coinvolgenti e pertinenti al punto che gli studenti non sentano il bisogno di distrarsi. In passato, una lezione interessante bastava a tenere gli studenti attenti, senza bisogno di interventi repressivi. Allo stesso modo, oggi dovremmo preoccuparci di quanto i nostri insegnanti siano capaci e preparati. Le lezioni moderne sono ormai integrate con strumenti digitali, e proprio per questo la misura proposta appare fuori luogo. Invece di vietare il telefono, dovremmo focalizzarci sulla formazione degli insegnanti, affinché possano catturare l’attenzione degli studenti con la loro passione, utilizzando anche metodologie didattiche adeguate ai tempi.

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