Scopriamo se è legale rubare quando sussiste lo stato di bisogno e a quali condizioni si può davvero far riferimento a un’estrema urgenza, tale da giustificare il reato.
Spesso si sente parlare di stato di bisogno e stato di necessità (che, come vedremo, non sono propriamente dei sinonimi) in relazione ai furti, soprattutto quando hanno come oggetto dei generi alimentari o comunque dei beni di prima necessità. In effetti il nostro ordinamento riconosce un’attenuante nel caso in cui il furto sia dovuto a un’urgenza non altrimenti soddisfacibile, similmente alla legittima difesa anche se in ambiti completamente diversi.
Di fatto, si può quasi arrivare a considerare legale rubare se sussiste lo stato di bisogno. Il vero punto cruciale è stabilire se effettivamente sussista lo stato di bisogno e soprattutto se configuri l’attenuante prevista dalla legge per lo stato di necessità. Chiariamo che comunque, anche nel caso in cui sia riconosciuta la necessità, rubare rappresenta sempre un reato. Al più, quando davvero esistono le condizioni previste dalla legge, si configura una non punibilità.
Cos’è lo stato di bisogno
La definizione dello stato di bisogno è spesso utilizzata in ambito legale, ad esempio riguardo all’obbligazione alimentare, doveri coniugali e degli uniti civilmente o usura. In ogni caso, si fa sempre riferimento a una forte e comprovata deficienza economica. Non solo, per determinare lo stato di bisogno di un individuo è necessario che al disagio economico si unisca l’impossibilità di soddisfare in modo adeguato le necessità primarie della vita.
Tanto per fare un esempio, una persona giovane con una formazione scolastica avanzata non è considerabile in stato di bisogno soltanto perché disoccupata, perché ha gli strumenti per sopperire a questa mancanza e superare la difficoltà. Lo stesso si potrebbe dire di chi ha un patrimonio di cui usufruire o di un soggetto che, pur avendo un reddito basso, riesce a pagare le spese per l’abitazione, il vitto e l’assistenza sanitaria.
Di fatto anche le situazioni elencati potrebbero provenire da disagi di qualche tipo, ma non sono rilevanti per quanto attiene lo stato di bisogno.
La giustificazione del furto per lo stato di necessità
Dalla definizione di stato di bisogno diventa molto semplice comprendere quella di stato di necessità. Questa locuzione non fa riferimento a una semplice scelta terminologica, ma fa riferimento precisamente alla dicitura del Codice penale. In particolare, l’articolo 54 definisce proprio lo stato di necessità, correlandolo alla non punibilità del reato.
Si evince quindi che non è punibile chi commette un reato, se causato da uno stato di necessità. Quest’ultimo può essere anche rappresentato dallo stato di bisogno, specie nel caso del furto dove vi è una strettissima correlazione causale. Affinché sia riconosciuta la non punibilità, tuttavia, lo stato di necessità deve rispondere a una delle previsioni del Codice penale e comunque all’urgenza di salvare sé o altri da un pericolo.
In particolare rilevano i seguenti requisiti:
- Proporzionalità del fatto rispetto alla necessità;
- pericolo di un danno, che sia attuale, concreto e urgente;
- un pericolo non evitabile altrimenti;
- il pericolo non deve essere causato volontariamente dalla persona che commette il reato.
A prima vista, queste condizioni possono facilmente applicarsi allo stato di bisogno, ad esempio per l’impellente urgenza di mangiare o far mangiare qualcun altro. Affinché il furto in caso di stato di bisogno sia legale, o meglio non punibile, è però necessario che non ci fosse altro modo per procurarsi quegli alimenti. Circostanza che, come si può immaginare, è difficile da applicare nel nostro ordinamento allo stato attuale, seppur a livello teorico.
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È legale rubare se sussiste lo stato di bisogno?
La non punibilità del furto quando sussiste lo stato di bisogno ha trovato diverse applicazioni nel nostro ordinamento, ma la tendenza più recente è decisamente selettiva sul punto. Non che sia cambiata la legge, ma – in modo più o meno efficace – sono stati predisposti diversi altri aiuti legali per provvedere alle necessità dei bisognosi.
Questo principio è stato recentemente confermato dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 21900/2023, la quale esclude l’applicazione dello stato di necessità per i furti di genere alimentare, salvo eccezioni. Anche la sentenza, infatti, fa riferimento alla presenza degli istituti di previdenza sociale, che solo esistendo impediscono, nella maggior parte dei casi, la configurabilità di una necessità di rubare del cibo inevitabile.
Nel caso specifico affrontato dalla Cassazione, poi, è considerata mancante anche la proporzionalità, visto l’elevato quantitativo di generi alimentari sottratto. Molto spesso, in effetti, i giudici che si devono pronunciare su questo tipo di furti valutano il quantitativo della merce rubata, ma anche la tipologia, proprio per la proporzionalità.
La non punibilità del furto per lo stato di bisogno rimane quindi un’eccezione, riservata ai casi di estrema urgenza comprovata e indifferibilità. Per esempio, la scriminante sarebbe più semplice da applicare in caso di bevande, considerando la differente tempistica fra il pericolo di disidratazione e quello di deperimento causato dalla mancanza di cibo. Anche in quel caso, però, andrebbero valutate le circostanze specifiche, come per esempio la disponibilità di acqua potabile pubblica.
Si può quindi concludere che non è mai legale rubare, nemmeno quando sussiste lo stato di bisogno, ma in rari casi il reato non è punibile.
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