Europa, il prezzo del gas è aumentato in estate. Cosa aspettarsi adesso?

Violetta Silvestri

6 Settembre 2024 - 10:53

Un focus sul prezzo del gas in Europa: perché è aumentato in estate e quali previsioni con l’arrivo dell’inverno? I fattori da considerare.

Europa, il prezzo del gas è aumentato in estate. Cosa aspettarsi adesso?

Il prezzo del gas in Europa si aggira sotto i 38 euro per megawattora sul benchmark di riferimento olandese.

I futures europei si sono quindi ritirati dal massimo di due settimane di 39,4 euro del 31 agosto, mentre i mercati stanno valutando possibili rischi di approvvigionamento prima dell’inizio dell’inverno, quando si prevede una domanda stagionale più elevata.

L’estate ha registrato un’impennata della quotazione europea. Dal 7 giugno, con un prezzo di circa 33 euro per megawattora, al 6 settembre con 37,2 euro per megawattora il benchmark ha mostrato un aumento di oltre il 12%. Durante la stagione estiva si è toccato anche il picco di 40 euro per megawattora.

Lo stoccaggio a circa il 92% della capacità continua a fornire un senso di sicurezza energetica al vecchio continente, che ha già superato l’obiettivo di novembre dell’Ue. Tuttavia, la produzione incerta dei principali fornitori ha mantenuto i prezzi saldamente più alti dalla fine del secondo trimestre, ricordando le vulnerabilità dell’Europa per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico.

I trader stanno quindi monitorando attentamente i flussi e le interruzioni di produzione in varie parti del mondo. Le temperature sono destinate a scendere in alcune zone del Nord-Ovest del continente la prossima settimana, il che potrebbe rafforzare la domanda e far salire il prezzo del gas.

L’estate calda del prezzo del gas in Europa

L’ultima settimana di agosto ha visto il prezzo del gas tornare a crescere in Europa. In sette giorni, le quotazioni delle forniture di gas per un mese in anticipo presso l’hub olandese TTF sono aumentate. Per quale motivo?

La ragione principale del balzo non è stata l’afflusso di Gnl verso l’Asia o la minaccia di fermare il transito ucraino del gas russo (problemi che in realtà non sono scomparsi). Il focus si è spostato in Norvegia, con i lavori di manutenzione preventiva su alcuni giacimenti di gas nel Paese diventato il più grande fornitore di carburante per l’Europa negli ultimi anni.

Questo è solo un aspetto della delicata situazione energetica vissuta dal vecchio continente. La sua dipendenza da forniture esterne, con la Russia che ha diminuito drasticamente la sua quota, continua a dare pressione.

Uno shock o una sospensione della produzione in Medio Oriente, Usa, Russia possono ancora avere ripercussioni nel mercato europeo, impattando sul prezzo del gas. Il Gnl statunitense è diventato cruciale, ma l’Europa compra ancora gas russo in transito dall’Ucraina, un corridoio messo in serio pericolo dalle vicende del conflitto. Ci sono poi la Norvegia e i Paesi africani a offrire la materia prima. Un potenziale intoppo in queste aree, o uno spostamento dei carichi Usa verso l’Asia più remunerativa possono causare sconvolgimenti.

Cosa aspettarsi sul prezzo del gas in Europa? Alcuni fattori chiave

L’elevato livello di stoccaggio del gas rende l’Europa piuttosto coperta in attesa dell’inverno, quando la domanda di carburante per il riscaldamento sale.

Tuttavia, gli analisti sottolineano che le sfide non sono vinte e l’equilibrio energetico è ricco di insidie. Per esempio, l’Egitto sta cercando di acquistare 20 carichi di gas naturale liquefatto a partire da ottobre, segnando la prima volta da anni che cercherà importazioni in vista dell’inverno.

Ciò ha lasciato i trader preoccupati per le forniture europee, poiché un aumento della domanda in altre parti del mondo potrebbe portare a un minor arrivo di carburante sulle sue coste. Sebbene la regione sia attualmente ben rifornita, fa affidamento su flussi continui da tutto il mondo dopo che la Russia ha ridotto le sue consegne tramite oleodotto nel 2022.

Una buona notizia potrebbe essere che il governo turco ha firmato un accordo di 10 anni sul Gnl con Shell, con l’opzione di reindirizzare le spedizioni in Europa, in linea con l’obiettivo di Ankara di diventare un attore più importante nei mercati del gas dell’Ue e dell’Asia.

Il contesto rimane incerto. Si prevede che il gas naturale TTF dell’Ue verrà scambiato a 40,03 EUR/MWh entro la fine di questo trimestre, secondo i modelli macro globali di Trading Economics e le aspettative degli analisti. Guardando al futuro, la stima è a 42,00 tra 12 mesi.

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