Il 29 marzo in prima serata su Rai Uno andrà in onda la docufiction dedicata a Francesco Baracca interpretato da Giuseppe Fiorello. Vediamo chi era.
Qualche giorno fa si è festeggiato il centenario della nascita dell’Aeronautica Militare e per l’occasione è stato organizzato un grande evento a Roma sulla terrazza del Pincio alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella. Anche la Rai ha deciso di rendere omaggio alla Forza Armata italiana mandando in onda mercoledì 29 marzo alle ore 21.30 su Rai uno una docufiction dedicata ad uno degli aviatori più importanti e valorosi del nostro paese: Francesco Baracca.
La docufiction si chiama I cacciatori del cielo ed è diretta dal regista Mario Vitale. La produzione è stata fatta proprio per rendere omaggio all’Aeronautica Militare. Francesco Baracca è interpretato per l’occasione dall’attore Giuseppe Fiorello. Vediamo chi era nella via Francesco Baracca e cosa ha fatto nel corso della sua carriera militare.
Francesco Baracca, chi era l’aviatore protagonista del film
Francesco Baracca è nato a Lugo il 9 maggio 1888. È stato un aviatore italiano protagonista soprattutto durante la Prima guerra mondiale. Dopo essersi iscritto alla scuola militare di Modena, nel 1912 viene inviato in Francia per seguire un corso di aviazione. Mostrò da subito le sue capacità diventando uno dei profili più esperti e abili nel pilotare un aereo che, ad inizio 900, rappresentava qualcosa di nuovo e inesplorato. Baracca intuì subito l’importanza degli aerei nella Grande Guerra, così quando l’Italia entrò nel conflitto nel 1915, accelerò la sua formazione come aviatore.
La prima azione venne effettuata il 25 agosto 1915 e il 7 aprile 1916 ottenne la sua prima vittoria, costringendo un aereo di ricognizione austro-ungarico all’atterraggio. Si tratta della prima vittoria italiana nella Storia dell’Aeronautica. Dal quel momento le abilità del pilota vennero riconosciute a livello nazionale e diversi giornali d’epoca fecero il suo nome dopo diversi successi in operazioni militari. La sua popolarità crebbe ancora di più a partire dal 1917 quando venne formata la 91° Squadriglia, composta da quelli che furono definiti gli «Assi», ovvero quei piloti definiti d’elite perché più bravi ed esperti.
È in quel frangente che Baracca decise di scegliere come suo simbolo personale un cavallino rampante di colore nero. Intervenne in diverse battaglie nel corso della Prima guerra mondiale soprattutto sorvolando le zone del Carso, delle Prealpi Giulie e del Basso e Medio Piave. Alla fine furono 34 le vittorie portate a segno grazie al suo intervento. La vita di Francesco Baracca venne stroncata il 19 giugno 1918 a soli 30 anni quando fu colpito a morte sulla collina del Montello durante la battaglia del Solstizio. Da quel momento smise di essere un aviatore ed iniziò a ricoprire il ruolo di mito dell’aviazione militare italiana.
Cosa c’è da sapere sul film I cacciatori del cielo
La docufiction ripercorre la storia di Francesco Baracca e parte dal 1915 quando l’aviatore e due suoi colleghi si ritrovano in un campo di aviazione in provincia di Udine. Il racconto procede con la sua prima vittoria e l’ingresso nella 91° Squadriglia, elite della Forza Armata. Baracca viene raccontato sia mediante le note imprese eroiche della Prima guerra mondiale, sia rappresentando vicende intime ambientate in un contesto familiare. Nel film si narra anche le vicende di Ruggero Piccio e Bartolomeo Piovesan, amici e colleghi dell’aviatore.
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